l esultanza di daniele de rossi
Daniele De Rossi ha annunciato il suo addio alla Roma. Non finirà la sua carriera nella sua squadra del cuore, di cui è stato capitano e bandiera, così come è capitato ad altri campioni: non vogliono o non possono? "Non vogliono non credo. Vorrebbero, ma forse non possono. Sono convinto che se potesse finirebbe la carriera a Roma", dice a Radio Capital Marcello Lippi, ex ct che lanciò De Rossi in nazionale, "Se è responsabilità delle società? Di questo non dico niente, parlo delle mie impressioni perché non ho neanche parlato con Daniele. Probabilmente, siccome la voglia di giocare a calcio è ancora grande, ha deciso di andare altrove per non smettere.
daniele de rossi
Ci siamo goduti questa persona straordinaria, un grande campione e un ragazzo fantastico", continua Lippi, "Ho avuto il piacere e l'onore di farlo esordire in nazionale, e di accompagnarlo fino a diventare campione del mondo. Come ho detto anche per altri ragazzi che mi hanno accompagnato in quella fantastica avventura del Mondiale vinto nel 2006, qualunque cosa faranno nella vita sicuramente la faranno bene, perché sono uomini veri, con la U maiuscola".
A proposito del mondiale in Germania, Lippi ricorda che "qualche erroruccio l'ha commesso anche De Rossi, in certi momenti non si è saputo controllare, come in occasione dell'espulsione contro gli Stati Uniti. Rischiò di far finire il suo mondiale. Ha avuto poi la fortuna di essere disponibile per la finale.
MARCELLO LIPPI
E contrariamente a quello che pensavano tanti altri che mi dicevano che non meritava di giocare, io lo feci giocare: aveva sbagliato e pagato, c'era bisogno di lui e io lo feci giocare. E ha avuto anche la soddisfazione di segnare uno dei rigori decisivi". L'attuale direttore tecnico della Cina ammette di non vedere eredi di De Rossi: "È un giocatore molto particolare, che ha segnato tanto e si è prestato a tante soluzioni tattiche. Non vedo in questo momento altri giocatori con queste caratteristiche"