Rosaria Amato per “la Repubblica”
BANKITALIA 3
Le famiglie italiane più ricche di quelle tedesche, le imprese italiane meno indebitate di quelle francesi. A pochi giorni dal severo giudizio della Ue sui conti pubblici, arrivano i dati molto più confortanti di Istat e Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie. A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane (la differenza tra la ricchezza lorda e i debiti) è stata pari a 9.743 miliardi di euro, 8,4 volte il reddito disponibile.
Una situazione frutto più delle scelte e dei vantaggi dei decenni passati, anche se, dopo un periodo di ripiegamento tra fine 2016 e fine 2017 la ricchezza netta è tornata ad aumentare, 98 miliardi di euro, l' 1% in più. Anche adesso le famiglie italiane risultano più ricche di quelle francesi, inglesi e canadesi.
LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Ma negli ultimi anni, osservano Istat e Bankitalia, «il divario si è notevolmente ridotto» , a causa del « ristagno ventennale dei redditi delle famiglie italiane». Il super-risparmio delle famiglie non controbilancia direttamente il debito pubblico abnorme, ma è sicuramente una risorsa importante, anche se le scelte degli italiani sono molto prudenti, quasi conservative: le abitazioni costituiscono circa la metà della ricchezza lorda delle famiglie, e tra le attività finanziarie emerge la preponderanza dei depositi, il cui peso è cresciuto dal 10 al 13%, a scapito di azioni e altre partecipazioni (passate dal 12 al 10%) e soprattutto dei titoli, più che dimezzati (dall' 8 al 3%).
La fiducia degli italiani nel mattone è storica: nel 1950 le attività reali, certificava Bankitalia in uno studio pubblicato a novembre, avevano un valore 6 volte superiore al reddito disponibile, adesso siamo un po' oltre il 5, con le abitazioni che contano per 4,6 volte: tutto sommato in quasi 70 anni le cose non sono cambiate moltissimo. E questo non è detto che sia un male: la diffusione della proprietà dell' abitazione in Italia ha permesso il mantenimento di un certo livello di uguaglianza, rispetto a Paesi come la Germania.
Casa in vendita
Del resto non è che gli italiani siano contrari per principio agli investimenti mobiliari. I depositi, certo, sono sempre stati molto importanti, costituiscono circa il 30% della ricchezza finanziaria. A partire dagli anni Novanta sono aumentati gradualmente gli acquisti di titoli: quelli del debito pubblico però oggi sono poco convenienti, per via dei tassi d' interesse bassi, mentre quelli bancari fanno paura, dopo l' entrata in vigore delle norme sul bail- in, che impongono la condivisione del rischio ad azionisti e obbligazionisti in caso di fallimento della banca.
A crescere con una certa energia negli ultimissimi anni ci sono solo i fondi pensione, mentre si stanno riprendendo gli acquisti di azioni, partecipazioni e fondi comuni. Le società finanziarie, oltre che un basso indebitamento, mostrano un certo dinamismo: a fine 2017 la ricchezza netta era di 1.053 miliardi di euro, con il totale delle attività del settore, 4.943 miliardi, costituito per il 63% da attività non finanziarie. L' aumento della ricchezza lorda del 3,7% dipende proprio dall' incremento della componente finanziaria ( più 11,9%), rispetto alla contrazione delle attività reali. In particolare cresce il valore di impianti e macchinari e soprattutto dei prodotti di proprietà intellettuale (più 6,1%).