Estratto dell’articolo di Mirella Serri per “la Stampa”
marcello veneziani foto di bacco
«Non mi pare proprio che attualmente la destra stia rubando il concetto di tradizione alla sinistra. Se c'è un fondamento della destra è la tradizione, come l'idea del progresso è alle origini della sinistra. […]». Non ha dubbi Marcello Veneziani, il più noto maître à penser della destra italiana […]
«L'atto preliminare per entrambe è riprendere un rapporto attivo con la storia, non fermandosi a […] fascismo e l'antifascismo, il comunismo e l'anticomunismo. Ma devono rifare i conti con la memoria storica e con le nostre origini», osserva ancora Veneziani che da poco ha pubblicato Scontenti (Marsilio), un'appassionata riflessione sulla nostra epoca e sulle "passioni tristi" dell'Occidente, come avrebbe detto Spinoza.
GIORGIA MELONI AL VINITALY
Però la destra, Veneziani, è sempre pronta a incalzare i suoi oppositori con la revisione: non si sta esagerando, per esempio, con la difesa ridicola della lingua italiana?
«La salvaguardia della lingua italiana è un bene che appartiene alla sensibilità nazionale della destra, ma che dovrebbe essere patrimonio culturale e popolare di tutti i cittadini della Penisola. E andrebbe difesa tanto dall'uso gratuito e inutile di parole straniere, quanto dai linguaggi prefabbricati dall'ideologia e dal lessico politically correct, tipo asterischi, schwa e altre grottesche forzature (fustigate pure dall'Accademia della Crusca). […]».
Abissali, invece, sono le divergenze per le adozioni gay, il riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali e la gestazione per altri. È così?
marcello veneziani
«Dobbiamo tutti accettare l'idea che su questi temi vi sono due linee divergenti, una fondata sulla difesa della natura, della comunità e della famiglia tradizionale e una sui diritti individuali, i desideri fluidi e il liberismo sessuale. È una contesa che va ricondotta nel perimetro della civiltà, non demonizzando l'altrui posizione ma impegnandosi entrambi a portare a rigore le proprie scelte e rispettare quelle degli altri, pur contrastandole, come prevede un paese libero, maturo e democratico.
Le opzioni di ciascuno devono essere garantite nella sfera privata, ma non possono ricadere su terzi (madri con uteri in affitto, figli voluti o rigettati). Nella sfera privata ciascuno è libero ma nella sfera pubblica deve essere tutelata e promossa la famiglia, la maternità e i figli».
schwa 2
[…] Bobbio, a cui lei ha dedicato un saggio, sosteneva che i «diritti umani sono i principali indicatori del progresso storico». È ancora attuale?
«Nella nostra epoca i diritti sono stati separati dai doveri e sono stati coniugati, e perfino risolti, nei desideri. Non mi sembra un passo avanti. E poi dove devono fermarsi i diritti umani, esistono anche i diritti dei nascituri, i diritti delle famiglie, i diritti identitari dei popoli? E chi stabilisce cosa sono e cosa non sono diritti umani, una cupola ideologica di supervisori?
NORBERTO BOBBIO
Bisogna rendersi conto che la vita degli uomini è più varia e complessa dei diritti umani come vengono indicati attualmente. C'è pure il diritto umano contro lo sradicamento universale, per la difesa della natura (non solo dell'ambiente, ma dell'ordo naturalis che comprende anche la natura umana), per la difesa delle tradizioni. Quante volte la lotta è a rovescio rispetto a quella descritta: ovvero i diritti di sempre contro i poteri nuovi».
schwa 1
Da sei mesi abbiamo un governo di destra: cambierebbe in positivo il titolo del suo ultimo libro, Scontenti. Perché non ci piace il mondo in cui viviamo?
«No, lo scontento è il sottofondo della nostra epoca e non muta certo con un governo. Sul piano politico il partito degli scontenti si divide in due rami: chi non va a votare e chi vota contro, premiando chi è all'opposizione (dai grillini ai meloniani). Aggiunga che chi governa non può discostarsi dalle linee sovranazionali in tema di Alleanza atlantica, Ue, Bce. La Meloni fa quel che fece Draghi e quel che farebbe il Pd. […]».
VIA RASELLA
Cosa ne pensa delle esternazioni di Meloni e La Russa sulle vicende delle Fosse Ardeatine e di via Rasella?
«Suggerisco loro di lasciare agli storici la parola. […]». […]