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    MARCHETTE DELLO SCANDALO - PARLA IL GIGOLÒ CHE INCONTRAVA IL SUPERIORE DEI CARMELITANI: “TUTTI SAPEVANO! CI SONO VOLUTI DIECI ANNI PER FAR VENIRE A GALLA LA STORIA. HO CERCATO DI ANDARE ALLA CURIA PER SISTEMARE LA FACCENDA, PERÒ HANNO SEMPRE TAPPATO TUTTO”


     
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    1 - “SCANDALO GAY”, ZUFFA TRA PARROCCHIANI

    Rory Cappelli e Liborio Conca per “la Repubblica”

     

    PARROCCHIA SANTA TERESA D AVILA PARROCCHIA SANTA TERESA D AVILA

    La messa è finita. Ma nessuno se ne va in pace. Un gruppo di parrocchiani capeggiati dal portavoce Giuseppe De Ninno, infatti, avanza a grandi passi sul sagrato per chiedere a papa Francesco un intervento che «riporti serenità, giustizia e pulizia all’interno di questo benemerito ordine». Un altro gruppo attacca il primo sottolineando che «non fate neanche parte di questa parrocchia».

     

    A quel punto tra le due fazioni volano insulti e un uomo viene addirittura bloccato per evitare che scoppi una rissa. Intanto il parapiglia va avanti: «Volete solo seminare zizzania, è una vergogna! » ripetono i fedeli. «Frequento questa chiesa da 50 anni, mai visto niente del genere: in un momento come questo, poi!», tuona un uomo che indossa un completo beige con la camicia aperta, occhiali, e voce indignata.

     

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    All’indomani della rivelazione di un presunto scandalo a sfondo sessuale che riguarderebbe la Curia dei carmelitani scalzi, per la parrocchia romana di Santa Teresa d’Avila, adiacente all’ordine carmelitano, la domenica si fa rovente.

     

    La vicenda, finita in questi giorni sulle cronache dei giornali per approdare infine in procura dove è stato aperto un fascicolo (per ora senza indagati e senza ipotesi di reato), è stata denunciata dal gruppo di “moralizzatori”, 110 persone in tutto, in una lettera inviata al Papa e al cardinale vicario di Roma Agostino Vallini: un alto esponente della Curia generalizia, hanno scritto i parrocchiani, avrebbe frequentato nel tempo alcuni «adulti vulnerabili», come vengono definiti nella missiva, intrattenendo con loro rapporti di natura sessuale.

     

    Uno degli uomini coinvolti sarebbe stato in seguito vittima di un’aggressione a Villa Borghese che nel 2006 lo fece finire in coma. A complicare ulteriormente il quadro, il trasferimento del parroco e del viceparroco di Santa Teresa: quello che dagli ambienti ecclesiastici viene descritto come un normale avvicendamento, per il portavoce del gruppo di parrocchiani è un tentativo di insabbiare lo scandalo.

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    2 - «LE MIE NOTTI CON IL PRETE A VILLA BORGHESE»

    Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera”

     

    Il congedo di padre Angelo e padre Alessandro, l’appello al Papa dei parrocchiani «moralizzatori», lo scontro con i fedeli preoccupati dal «disonore», le nuove rivelazioni. è stata una domenica che, all’ordine dei carmelitani scalzi, non dimenticheranno facilmente. Anche perché, dopo la messa, si è presentato a sorpresa Sebastiano F., l’uomo del sesso proibito con l’alto prelato: «Vi racconto le mie notti a Villa Borghese».

     

    Sul marciapiede di Santa Teresa d’Avila, ad ascoltare l’equivoco personaggio, senza fissa dimora da sempre, per anni aiutato in parrocchia, c’era un drappello di cronisti, tra i quali un incredulo reporter del Times, catapultato dalle brume londinesi ai bollenti incontri omosex nella Roma dei «marchettari». Un dialogo registrato. Materia utile, forse, per l’inchiesta aperta dalla Procura.

    BACIO GAY TRA PRETI BACIO GAY TRA PRETI

     

    Come è nato l’incontro con «l’alto esponente» della Curia generalizia?

    «L’ho conosciuto nel 2005 a Villa Borghese, mi offrì una sigaretta. Era lui, il superiore dei carmelitani... Poi un giorno, a un funerale, l’ho riconosciuto mentre si vestiva in sacrestia. Padre Alessandro mi chiese: “Lo conosci?” Saltai su: “Azz... Se lo conosco...!” L’avevo visto due ore prima, in un sottopasso qui dietro, per un rapporto, ma senza ricevere soldi... Non sapevo che era un prete».

     

    Lei ha presentato una dichiarazione al cardinale vicario Agostino Vallini?

    «Sì, a giugno andai con la mia deposizione al Vicariato, da Di Tora (il vescovo del settore Nord, ndr) e dal cardinale Vallini. E’ uscito don Nicola e mi ha detto: “No, no...”. Ora, invece, sono pronto a firmarla».

     

    Dopo che la storia venne alla luce, cosa è accaduto?

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    «Era il 2004-2005. Io vivevo qui, in uno sgabuzzino, facevo il servizio Caritas, partecipavo d’estate alla festa di Santa Teresa...Quando ho detto ‘sta cosa a padre Alessandro, lui non mi credeva, ma poi l’abbiamo pedinato: usciva all’una di notte dalla strada di dietro».

     

    Quanto durò la relazione?

    «Più di un anno, l’ho conosciuto abbastanza... Lui usa il popps (popper, la cosiddetta droga dei gay, ndr) , una sostanza che metti nel naso, non è cocaina, la vendono in Francia, dove è legale».

     

    Incontri segreti, dove?

    «Solo a Villa Borghese, in posti chiusi no. E tutti sapevano! Don Agostino, il vecchio parroco, sapeva. A padre Gabriele l’ho detto in confessionale e mi ha risposto che voleva tenersi fuori... Lo sapeva pure don Giuseppe, il parroco di San Nicola a via dei Prefetti. Con lui e la gioventù una volta andai al ritiro spirituale a Palestrina».

    CARDINALE VALLINI CARDINALE VALLINI

     

    Tutti tacevano?

    «Certo! Ci sono voluti dieci anni per far venire a galla la storia. Ma adesso non fate di tutta la parrocchia un fascio. A essere coinvolta è solo una persona... Ho cercato di andare alla Curia per sistemare la faccenda, lì ci sono le telecamere all’ingresso, mi conoscevano bene, anche il padre generale, però hanno sempre tappato tutto, la colpa è anche loro».

     

    Cosa farà adesso?

    «Parlo, dico tutto. Basta».

     

    All’inizio chiedeva soldi.

    «Perché sono disperato, dormo per strada. Ma ci ho ripensato, non voglio nulla. Ho deciso di fare la dichiarazione firmata per rispetto a padre Alessandro, che è una persona pulita. Con lui andavo anche a benedire le case, però alla fine mi hanno messo fuori con la calunnia che sono un poco di buono. E anche a padre Alessandro hanno fatto di tutto per buttargli la zappa sui piedi».

     

    Lei una notte di dicembre 2006 fu aggredito. Perché?

    «Mi ero alzato dalla panchina per fare la pipì, quando mi attaccarono 5-6 persone. Mi hanno spruzzato una cosa negli occhi e massacrato di botte. Ho perso l’occhio, mi hanno spaccato la mandibola. Il prete, lui, l’avevo visto un’ora prima in zona. Non so altro. Ma ora che si è aperta un’inchiesta spero di avere giustizia».

     

     

     

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