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    “IL SUO LAST WALTZ, ROBBIE ROBERTSON LO HA BALLATO A 80 ANNI” – MARCO MOLENDINI: “SE NE È ANDATO DOPO UNA LUNGA MALATTIA, CHIUDENDO LA SUA STORIA PERSONALE E QUELLA DI UNA FORMAZIONE, ‘THE BAND’, CHE HA SEGNATO LA STORIA MA È STATA SEGNATA DAI LUTTI” – “POCHI ARTISTI SONO STATI PRESENTI NEI MOMENTI DECISIVI DELLA STORIA DEL ROCK COME LUI, EPPURE ANCOR MENO ARTISTI HANNO MOSTRATO ALTRETTANTO RIGORE. QUANDO DYLAN LO FECE CONTATTARE PER FAR PARTE DEL SUO GRUPPO DI SUPPORTO, ROBBIE…”


     
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    Marco Molendini per Dagospia

     

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    «Sono in missione e se mi cerchi troverai solo polvere»: Robbie Robertson amava l'ombra e rispose così, anni fa, a una domanda sulla sua carriera che aveva cominciato a volare quando poco più che ventenne si trovò al fianco di Bob Dylan. La sua è una storia nobile di un personaggio controcorrente. Non solo per il suo sangue indiano e ebreo, «sono un esperto per quanto riguarda le persecuzioni» ha scritto nel suo libro di memorie Testimony, ma per la sua carriera fatta di sottrazioni e una folgorante esplosione.

     

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    Il suo Last Waltz Robertson, folgorato dal rock a 13 anni, lo ha ballato a 80 anni. Se ne è andato dopo una lunga malattia, chiudendo la sua storia personale e quella di una formazione, The Band, che ha segnato la storia ma è stata segnata dai lutti: Richard Manuel il pianista suicida a 43 anni, Rick Danko il bassista cantante ucciso da un infarto a 56, Levon Helm il batterista e cantante per un cancro a 71. Unico superstite l'organista Garth Hudson.

     

    Anche Robertson se ne è andato per una malattia, contro la quale ha combattuto a lungo, ma non lascia solo polvere. Pochi artisti sono stati presenti nei momenti decisivi della storia del rock come lui, eppure ancor meno artisti hanno mostrato altrettanto rigore: carattere, probabilmente il suo sangue in buona parte pellerossa.

     

     

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    Quando  Dylan lo fece contattare dal suo manager per far parte del suo gruppo di supporto, su consiglio di John Hammond, Robbie sulle prime disse di no. Aveva 22 anni, poi insieme a Helm cominciò a suonare con Bob e a portare dentro la formazione a uno a uno i componenti del gruppo con cui lavorava da tempo,  The Hawks, nati per accompagnare  la star del rockabilly Ronnie Hawkins (uno dei primi maestri di Robertson è stato Buddy Holly).

     

     

     

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    Con Dylan gli Hawks, dopo aver fatto un tour in Texas, parteciparono a una session dell'album Blonde on blonde, uno dei capolavori del cantautore dì Duluth, e iniziarono una partnership che, è stato scritto, segna una svolta nella canzone di protesta e nella costruzione di un linguaggio country rock»..

     

    Poi The Hawks accettarono la richiesta di Dylan di trasferirsi a Woodstock, in una casa chiamata Big Pink,  la base per realizzare due album Music from Big Pink, pubblicato nel 68 in cui Robertson firmava pezzi come The Weight e Chest fever, e poi The Band, con Up on Cripple Creek.  E' lì che viene registrata la musica di Dylan che poi sarà successivamente pubblicata sotto il titolo di The basement tapes. Ed è al festival di Woodstock che The Hawks, diventati The Band,  riscuotono un successo tale da finire sulla copertina di Time.

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    Eric Clapton, è stato lui a raccontarlo a Robertson, dopo aver ascoltato Music From Big Pink rimase così colpito da decidere di lasciare i Cream. La forza di quella musica sta nella capacità di mescolare e suoni e miti dell’America musicale dal folk al country e al blues, al soul, alla musica da saloon, a quella religiosa, ai predicatori, ai medicine shows a quel senso largo dello spazio così tipicamente nordamericano evocato da testi complessi sull'America dura e colorata di un tempo.

     

    Robbie, con il suo animo quieto, era la mente di The Band e della sua gentle revolution. Eppure si arrabbiò fino a sciogliere il gruppo, irritato dall'uso di droghe dei suoi colleghi.

     

     

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    L'addio di The Band alla Winterland ball room di San Francisco nel 1978 mette insieme Dylan, Van Morrison, Neil Young, Muddy Waters e Martin Scorsese lo registra in uno dei più bei film di musica della storia, The Last waltz.

     

    Le reunion, che sono all'ordine del giorno nella storia del rock, per The Band saranno sempre parziali perché, fra Helm e Robertson era sceso il muro della rabbia, con il primo che accusava il secondo di avidità e di essersi appropriato del repertorio del gruppo. E Robertson non sarà mai presente a nessuna rimpatriata: sceglie la via solista, con parsimonia.

     

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    Realizza pochi album, cinque in tutto, collabora con Neil Diamond, esplora la musica delle sue origini con Music for the native americans, ma soprattutto si dedica a scrivere per il cinema stringendo un rapporto solidissimo con Martin Scorsese con il quale lavora a Re per una notte, Casino, The departed, The Irishmen fino a Killers of the flower moon, di quest’anno, l’ultimo valzer di Robbie.

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