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    “OGNI VOLTA CHE HO INCROCIATO QUALCUNO DELLA SQUADRA CINESE QUI HO DETTO "DOPATI" AD ALTA VOCE” - MARCO PEDOJA, IL TECNICO DI NICOLÒ MARTINENGHI, SENZA FRENI: “I CINESI NON FANNO MAI CHIAREZZA. DOPO L'ORO SONO ANDATO AD ESULTARGLI IN FACCIA. NON HANNO FATTO UN MOVIMENTO. QUANDO HO CAPITO CHE SAREBBE STATA UN’OLIMPIADE SPECIALE? A METÀ GIUGNO. NICOLÒ HA BATTUTO PEATY E HO VISTO LA FACCIA DI ADAM…”


     
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    Estratto dell'articolo di Giulia Zonca per “la Stampa”

     

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    Una strategia per non lasciarsi distrarre dai soliti sospetti, una mossa segreta, degli elastici e le parole dell'allenatore che segue Nicolò Martinenghi da tutta la vita a coprirgli le spalle.

    Siccome sono belle grosse, il tecnico Marco Pedoja, si espone in formato gigante.

     

    Quando ha capito che questa sarebbe stata una Olimpiade speciale?

    «A metà giugno, al Settecolli, a Roma. Nicolò ha battuto Peaty e ho visto la faccia di Adam. Si intuiva benissimo che immaginava un cambio della guardia».

    Tra gli avversari c'era il cinese campione del mondo Qin Haiyang, uno dei 23 atleti trovati positivi e poi scagionati per contaminazione da cibo. Lei ha espresso le sue perplessità sugli exploit della passata stagione ben prima di questo caso.

    «Ci si aspettava e si sperava che lui qui fosse così: non da podio».

     

    Nicolò Martinenghi Nicolò Martinenghi

    Perché?

    «Non è possibile che un atleta così bersagliato dai dubbi, al centro delle polemiche sia tranquillo. L'ho visto nuotare...».

     

    Non aveva il diritto di essere tranquillo?

    «È una condizione che si merita. I cinesi non fanno mai chiarezza, questi casi vengono sempre trattati in gran segreto, lontani dalla trasparenza richiesta».

     

    Giusto avere sospetti?

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    «Ogni volta che ho incrociato qualcuno della squadra cinese qui ho detto "dopati" ad alta voce».

     

    E loro?

    «Non reagiscono. Dopo l'oro sono andato ad esultargli in faccia. Non hanno fatto un movimento, compreso l'allenatore americano della ranista Tang Qianting, lo stesso che ci ha derisi ai Mondiali di Doha quando Qin Haiyang ha battuto Tete. Lo abbiamo sempre guardato fisso, ha continuamente fuggito il confronto».

    Sembra una strategia precisa.

    «Ci sono troppe cose che non tornano, persino gli esercizi di forza che postano. Pan Zhanle, che ha il record del mondo dei 100 stile libero, che tira su 4 chili. Sui social ho replicato "Fitness for senior"… Un atleta ne solleva almeno 35. In più gli allenatori tengono strette le borracce, danno da bere e le riprendono. Perché?» .

    Nicolò Martinenghi Nicolò Martinenghi

     

    Considerarli fuori dalle regole non porta al rischio di vederli fuori portata?

    «No. Se fossi su quella lista non dormirei, l'ho detto a Tete: avranno troppi pensieri.

    Hanno protestato perché le accuse di doping hanno rovinato la loro preparazione con continui controlli. Se non hai nulla da nascondere, non ti innervosisci».

     

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