Da Ansa
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E' stato individuato poco fa il corpo del bambino di 8 anni, disperso da stamane, dopo che era andato a fare un bagno con il padre, poi annegato, e il fratello 13enne, ora in ospedale. Il corpo è stato individuato nei pressi di una scogliera.
Le operazioni di recupero sono in corso da parte dei vigili del fuoco e della Guardia costiera. Il bambino in ospedale è risultato in buone condizioni generali di salute e non necessita di ricovero in rianimazione in quanto "respira in maniera autonoma", fanno sapere fonti ospedaliere. A fare il bagno in mare nella spiaggia di Gimarra a Fano (Pesaro Urbino) con l'uomo, poi annegato e i due figli c'era anche un amichetto dei due ragazzini: il 13enne è riuscito a mettersi in salvo da solo e ad uscire dal mare che era agitato. A soccorrerli il titolare di uno stabilimento e alcuni volontari di protezione civile. A quell'ora non era ancora attivo il servizio di salvataggio in mare
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I primi soccorsi sono stati prestati infatti da gestori di stabilimento e bagnini, che sono riusciti a portare a riva l'uomo e il ragazzino più grande. Nella zona sono confluiti mezzi navali e aerei della Capitaneria di porto e Guardia Costiera, oltre ai Nuclei sub di Vigili del fuoco e Guardia Costiera. Questa mattina il mare a Fano è molto grosso e sventola la bandiera rossa per segnalare che la balneazione è pericolosa.
SOCCORRITORE: CON MARE GROSSO BAGNO PERICOLOSO
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"Non entrate in acqua, non fate il bagno, quando il mare è in queste condizioni". E' l'appello di Enzo Maggi, uno dei soccorritori del tragico bagno sulla spiaggia di Gimarra a Fano: il padre è annegato, il figlio tredicenne è stato rianimato e portato in ospedale, ma risulta disperso il figlio più piccolo che avrebbe 8 anni. Maggi è presidente di Maredentro, associazione fanese che si occupa di sport acquatici e protezione civile per il soccorso in mare. Oggi il mare è grosso e sventola la bandiera rossa, che segnala la pericolosità della balneazione.
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"E' un appello che lancio da anni - dice all'ANSA -. Quando il mare è così non mettetevi in pericolo e non mettete in pericolo gli addetti al salvataggio. Abbiate rispetto per i vostri limiti, per chi vi dovrà poi soccorrere, abbiate rispetto per il mare. E' una campagna che porto avanti da anni, specie nelle scuole. Le istituzioni dovrebbero attivarsi di più. Non servono divieti per legge, serve un cambiamento culturale, una cultura del mare: l'Italia ha 8.800 km di coste e queste tragedie non dovrebbero più accadere".
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