Da la Stampa
MIGRANTI MEDITERRANEO
Un corpo riverso su una tavola di legno e il cadavere di un bimbo di circa 4 anni. È quello che hanno trovato ieri i soccorritori della Open Arms a circa 80 miglia dalla costa libica. A poca distanza c’era una donna camerunense, Jospehine, aggrappata con le ultime forze a un’altra tavola. Ha resistito per due giorni in attesa dei soccorsi. «Dopo avermi preso il braccio, non smetteva di aggrapparsi a me», ha raccontato il soccorritore spagnolo Javier Filgueira. «Salita sul gommone la donna non faceva che ripetere “No Libia, No Libia”», ha detto il fotografo Alessio Paduano, che si trovava sulla Open Arms.
JOSEFA SULLA ZATTERA
Antonella Guerrera e Conchita Sannino per la Repubblica
PROACTIVA OPEN ARMS
Un barcone sfasciato e tre corpi che galleggiano sul legno, al largo della Libia. Solo una donna è viva: si chiama Josefa, 40 anni, dal Camerun, il volto atono, gli occhi del terrore, immobile per dolore e disidratazione, la tira in salvo l' imbarcazione della ong spagnola Proactiva Open Arms, e la sua foto postata sui social diventa virale.
Non c' è più niente da fare, invece, per un bambino - forse 4 anni, forse meno - finito nudo in mezzo al mare, e per un' altra donna sui trenta, le braccia divaricate, la faccia in giù. È l' ennesima immagine di morte e abbandono su cui divampa il corpo a corpo politico-istituzionale.
MIGRANTI MEDITERRANEO -JOSEPHINE
Leu e Pd attaccano: ecco come fa i "soccorsi" la guardia costiera libica, li ha abbandonati in mare perché si erano rifiutati di salire a bordo per tornare indietro. Anche lo scrittore Roberto Saviano torna a puntare il dito sul ministro dell' Interno: «Salvini, che piacere ti dà veder morire i bambini? ». E il Viminale reagisce: sono fake news, e tutti potranno vederlo. Innescando un giallo che durerà fino a tarda sera. Intanto la ong ha tratto a bordo anche i due cadaveri, e non sa neanche dove potrà sbarcare; le autorità italiane avrebbero offerto ogni disponibilità ad «accogliere la donna da curare», non le salme.
«Le tre persone, probabilmente, non volevano tornare indietro e si sono rifiutati di salire con gli altri naufraghi sul mezzo della Guardia costiera libica, così loro hanno distrutto il barcone e li hanno lasciati alla deriva », è l' accusa durissima che lancia Erasmo Palazzotto, il deputato di Leu che era a bordo dell' imbarcazione della ong, giunta in quelle acque alle 7 di ieri mattina, dopo l' intervento dei libici. «Questa è la modalità con cui quella Guardia costiera, che impropriamente definiamo così, fa i soccorsi. Sono criminali», aggiunge.
MIGRANTI MEDITERRANEO
Ma Salvini reagisce su Fb con un altro post: «Bugie e insulti di qualche ong confermano che siamo nel giusto. Ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull' immigrazione clandestina. Io tengo duro». Parallelamente, dal ministero fanno sapere che a dare torto alla versione "colpevolista" c' è una «testimonianza non libica e non politica». Eccola, Repubblica la registra. È la voce di Nadja Kriewald, giornalista tedesca della tv Rtl, esperta di esteri, che da alcuni giorni è inviata in Libia. La sua testimonianza arriva attraverso il collega di Rtl in Italia, Udo Gümpel. Lunedì sera, racconta Nadja, era a bordo di una nave della Guardia costiera libica da dieci ore. «Era molto buio, e posso parlare dal mio punto di vista.
PROACTIVA OPEN ARMS
Intorno alle 22/23 ora locale, fuori dalle acque territoriali libiche, la nave dei militari di Tripoli sulla quale mi trovavo ha raccolto un' imbarcazione in difficoltà: decine di migranti allo stremo. Almeno da quello che ho visto io, nessuno dei migranti, in tutto 165 - 119 uomini, 34 donne, 12 bambini, oltre a un altro bimbo già morto, che poi ho preso in braccio - si è rifiutato di salire a bordo.
Erano contenti di esser stati salvati ma allo stesso tempo delusi: speravano di essere in Italia. Ma ripeto, da quello che ho visto io, mi pare che nessuno si sia rifiutato di salire a bordo. Solo dopo», continua Kriewald, «la guardia costiera libica ha affondato l' imbarcazione. Non so se qualcuno fosse caduto precedentemente in mare, ma mi è parso che non ci fosse più nessuno a bordo».
Ciò che resta sono quei due corpi senza vita. Immagini e foto sono devastanti. Le lancia in rete Oscar Camps, fondatore della ong spagnola. Che apre il caso e scrive: «La guardia costiera libica ha annunciato di avere intercettato l' imbarcazione con 158 persone a bordo e avere prestato assistenza medica e umanitaria. Quello che non hanno detto è che hanno lasciato due donne e un bambino che non volevano salire a bordo delle motovedette libiche e hanno affondato il barcone». Tutto comincia lunedì sera, quando la ong intercetta la conversazione tra il mercantile Triades e la guardia libica.
corpi migranti in mare libia 3
«Dal mercantile chiedevano che cosa fare con il barcone a 80 miglia dalla Libia - racconta il parlamentare Palazzotto - Spiegavano che si erano rivolti anche alla guardia costiera italiana, sentendosi rispondere che la vicenda non era di loro competenza ». La ong arriva però la mattina successiva. E salva Josefa.Il medico che ha visitato la sopravvissuta, è una dottoressa italiana: racconta che Josefa presenta anche lesioni, ha bisogno di cure urgenti.
corpi migranti in mare libia 2
Nel pomeriggio, è l' ex senatore del Pd, Luigi Manconi, a dialogare con la guardia costiera italiana. «Solo per vicinanza e solidarietà verso il lavoro della ong, ho fatto sapere ai massimi responsabili istituzionale che la ong avrebbe voluto fare trasbordare la donna su un loro mezzo. Insieme ai due poveri corpi, ovviamente», spiega. Ma dall' Italia arriva un nì: sì per le cure a Josefa, no per i due cadaveri. A quel punto, autonomamente, la Open Arms decide di puntare verso le coste spagnole. Troppo pesante il clima in Italia, troppo alto il rischio di atteggiamenti non collaborativi. Un clima incandescente su cui calano numeri avvilenti. Nonostante dall' inizio del 2018 il numero di migranti arrivati in Spagna e in Italia sia uguale, nelle acque spagnole si contano 294 morti, in quelle della rotta italiana 1.108. Sono quasi quattro volte di più.
SALVINI SMARTPHONE
È l' Organizzazione internazionale per le migrazioni a indicare le cifre di un fallimento: un totale di 50.872 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare dall' inizio del 2018 al 15 luglio scorso. Ma per 1.443 persone è stato un viaggio verso la morte: hanno perso la vita lungo la via del Mediterraneo centrale. E la rotta per l' Italia resta, come testimonia l' ultimo naufragio e lo sguardo di Josefa, un viaggio verso l' inferno.