Estratto dell’articolo di Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
SILVIO BERLUSCONI CON APICELLA
[…] «[…] ho perso un amico, se posso permettermi, un amico fraterno», si commuove Mariano Apicella, 60 anni, l’ex posteggiatore napoletano diventato lo chansonnier personale del Cavaliere, voce e chitarra, colonna sonora delle stagioni più felici.
Come l’ha saputo?
«Mi hanno avvisato da Arcore con un messaggio sul telefonino. Un colpo al cuore.
Non ci volevo credere. Sono rimasto seduto in macchina da solo per più di un’ora, fermo. Da quel momento ho un vuoto nello stomaco che ancora non se ne va».
IL DISCO NAPOLI NEL CUORE DI SILVIO BERLUSCONI E MARIANO APICELLA
L’ultima volta che vi siete sentiti, lei e il presidente.
«A Natale, per gli auguri. Lo avevo cercato ad Arcore, mi ha richiamato subito. “Dottore, allora ci vediamo presto”, lo salutai. “Mariano, aspetta un momento”. “Dica, dottore”.
“Sappi che ti voglio tanto, tanto bene”. Risento ancora nelle orecchie queste sue parole, come un’eco».
Quella sera in cui l’ha conosciuto.
«Era il 27 maggio del 2001, Berlusconi era venuto a Napoli per un comizio dopo le elezioni, alloggiava all’hotel Vesuvio. La cena era al roof-garden. Io ero stato ingaggiato per la serata. Stavo accordando la chitarra quando si è aperto l’ascensore ed è apparso lui, da solo, con un pullover turchese sulle spalle, lo ricordo come fosse ora. Mi si avvicinò. “Sa, io un tempo facevo il suo stesso mestiere. Dopo ci canta qualcosa?” “Certamente Cavaliere”».
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E poi?
«Mi misi in un angolo, per discrezione, e attaccai a suonare. Ad un tratto mi chiamò al tavolo. Credevo volesse scegliere un brano da ascoltare. “Venga di là con me, le voglio parlare”. Lo seguii in un salottino. E mi offrì di lavorare per lui».
E lei?
«Avevo già firmato un contratto con un locale di Portofino. Chiamai il titolare: “Ti chiedo scusa, ma è l’occasione della vita, ti prego di non farmi causa”. “Tranquillo, ti capisco, vai pure”».
berlusconi apicella
Berlusconi le cambiò la vita.
«Fino a quel momento […] Campavo di mance. Mentre cantavo scrutavo bene i tavoli, cercando di capire ogni volta quale fosse quello più generoso. Sa che vuole dire avere la sicurezza di uno stipendio, per uno come me?».
Una bella sensazione.
«Per 22 anni non ho avuto più pensieri. Ho suonato per lui alle feste nella villa in Sardegna, con Putin, con Blair, con chiunque. Ogni volta che voleva, ero sempre pronto.
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Negli ultimi tempi però soltanto cene tranquille tra amici».
Repertorio napoletano.
«Al dottore piacevano soprattutto ‘Na sera ‘e maggio e Fenesta vascia , non mancavano mai. A volte prendeva il microfono e si univa a me, oppure lo accompagnavo alla chitarra, aveva la passione per le canzoni francesi».
Gli dava ancora del lei.
«Il tu non me lo permettevo. Ma per lui ero uno di famiglia. Un giorno mi chiamò, era presidente del Consiglio, e mi chiese: “Mariano, com’è andata questa settimana?”. “Bene, dottore, mi sono stancato solo a sentire dalla tv quante cose ha fatto lei”».
Un suo regalo che le resta caro.
silvio berlusconi e mariano apicella da bruno vespa
«Un orologio Longines, me lo diede nel 2008, lo porto sempre». […]
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