Estratto dell’articolo di Franco Giubilei per “La Stampa”
aldo giovanni e giacomo e marina massironi
Presenza laconica a fianco dei «Bulgari» di Aldo, Giovanni e Giacomo ai tempi di Mai dire Gol, ma prima di tutto attrice teatrale e pure ex moglie di Giacomo Poretti, il terzo del trio, Marina Massironi è cresciuta nel teatro milanese condividendo prima la scuola di recitazione e poi il palcoscenico col marito ai tempi del Conte di Carmagnola […]
«Un testo di Manzoni serissimo che l'autore stesso definiva ‘poco rappresentabile'. Lì ho capito il confine sottile fra tragico e comico, con inconvenienti come la gente tirata su per sbaglio dal meccanismo che solleva le quinte dello spettacolo. Al Conte di Carmagnola capitava che si incastrasse la spada e una volta Giacomo se l'è presa in testa, si è sentito ‘sdong!'».
marina massironi versione natolia
In tv non la si vede più anche perché «mancano proposte belle», il teatro invece la vede sempre sulle assi di un palco: «Abbiamo appena presentato Il Malloppo di Joe Orton, commedia nera con elementi delicati che sono una critica feroce al perbenismo borghese» […]
Parliamo di comicità, le piacciono le proposte attuali?
«Sono in pace con la comicità e ho i miei gusti. C'è molta offerta rispetto agli Anni 90 e 2000, anche sui social, ma rispetto ad allora si è persa un po' l'affezione. Una volta i personaggi avevano una vita propria e c'era il tempo di farli evolvere, io ultimamente in tv ho fatto solo Lol, chi ride è fuori. Diciamo che allora c'erano molto più tempo, energia e lavoro di gruppo. Ai tempi di Mai dire Gol, per esempio, noi il lunedì eravamo tutti lì in riunione ed erano brainstorming divertentissimi, ci facevamo i regali, condividevamo».
giacomo poretti marina massironi
Lei ha conosciuto una realtà culturale e sociale, quella a ridosso degli Anni 70, dove c'era un grande senso di libertà, oggi a che punto siamo?
«La partecipazione è molto diminuita, siamo molto più isolati, c'è stata una deriva individualista. Oggi con iniziative come il Metoo si cercano forse nuove alleanze, ma resta la difficoltà nella condivisione dei temi e il confronto latita. Parlo di me: io ho scelto di fare il teatro per fare un'esperienza collettiva, perché lavoro con un gruppo di persone e mi rivolgo a un altro gruppo che è il pubblico in sala. È questo che sviluppa una capacità critica su temi politici e sociali, come faceva Dario Fo» […]
E del politicamente corretto cosa pensa? Può diventare una gabbia?
marina massironi
«Ho le mie idee politiche e una capacità critica, e a teatro ho la possibilità di lavorare anche sul politicamente scorretto. Ma se il politicamente corretto serve a smascherare lo scorretto ed è un punto di vista genuino, allora va benissimo».
Quando lei si unì ad Aldo Giovanni e Giacomo provocò uno scombussolamento? Viene in mente Yoko Ono con i Beatles.
«Io e Giacomo siamo stati sposati dall'86 al '90 e io ho cominciato a lavorare con loro tre dopo che il nostro matrimonio era finito. Mi viene in mente a questo proposito che mentre si dice di una donna che è moglie di un comico, non si parla mai di marito di una comica».
Vi bocciarono mai niente a Mai dire Gol?
«Premesso che a Mai dire Gol era tutto folle, ricordo che una volta con Aldo Giovanni e Giacomo facemmo la proposta di una gag con dei rapper cinesi, una cosa orribile che non funzionava, faceva pena. La Gialappa ci insultò, ci disse 'ma andate a lavorare'…».
Che effetto le faceva mischiare lavoro e sentimenti con Giacomo?
marina massironi
«Nessun effetto, e la cosa fra noi è stata superata serenamente. E poi in ogni film che ho fatto col trio mi sono innamorata ogni volta di uno diverso».
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