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    UN ITALIANO A FRANCOFORTE - MARIO DRAGHI SPRONA IL GOVERNO: VIA LIBERA ALL'AIUTO PUBBLICO PER LE BANCHE CON SOFFERENZE - MA NON VEDE BENE GLI INCONTRI RISERVATI DI RENZI CON I VERTICI DELLA JP MORGAN, GUARDA CASO LA BANCA D'AFFARI CHE CURA IL CASO MONTEPASCHI - MPS CONVOCA UN CDA NEL GIORNO DEGLI STRESS TEST


     
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    Camilla Conti per “il Giornale

    DRAGHI RENZI DRAGHI RENZI

     

    «Per risolvere il problema dei crediti deteriorati può anche essere utile un paracadute pubblico» da aprire però solo «in casi eccezionali». Nel bel mezzo delle trattative fra Roma e Bruxelles sugli interventi a sostegno del sistema bancario italiano arriva l'assist del numero uno della Bce, Mario Draghi.

     

    Che ieri, durante la conferenza stampa tenuta al termine della riunione al vertice dell' Eurotower, ha affrontato il tema delle sofferenze: «non sono un rischio ma un problema da gestire» e nelle regole sul bail-in (il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti nelle risoluzioni bancarie) «è prevista tutta la flessibilità necessaria» per risolverlo senza incappare nei divieti degli aiuti di Stato.

     

    ignazio visco mario draghi ignazio visco mario draghi

    La priorità è creare un mercato dove queste sofferenze vengano vendute all' interno di un quadro regolatorio chiaro e favorevole: «Alcune cose sono state fatte, ma molto resta da fare». Perchè sia in Italia sia in Europa le difficoltà delle banche bloccano la ripresa e impediscono che politica monetaria espansiva della Bce arrivi all'economia. Per questo vanno superate.
     

    Il via libera, seppur condizionato, al sostegno pubblico agevola il negoziato lungo un altro asse quello fra Francoforte e Siena. Dove proprio ieri si è riunito il cda del Mps (ieri il titolo ha guadagnato in Borsa l'1,7%) per esaminare le possibili soluzioni per lo smaltimento di quasi 10 miliardi di crediti deteriorati chiesto dalla Banca centrale entro il 2018.

     

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    Decisivo sarà il board del 29 luglio, convocato alla vigilia dei risultati degli stress test europei per esaminare anche la semestrale. Ma il disegno per riportare in sicurezza l'istituto di Rocca Salimbeni, come ha già scritto il Giornale il 9 luglio, potrebbe giocarsi in tre mosse: prima lo spostamento sulle spalle di Atlante di circa 27 miliardi di sofferenze, poi il lancio di un aumento di capitale attorno ai tre miliardi garantito non dal fondo ma dagli attuali soci della banca, compreso il Tesoro che possiede già il 4% del Monte.

     

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    E infine, entro il primo trimestre del 2017, il matrimonio con un partner italiano o straniero invocato ormai da più di un anno dalla Bce. Nel frattempo, il cda potrebbe essere quasi completamente rinnovato, ad eccezione del presidente Massimo Tononi.


    L' entità dell' aumento dipenderà appunto dal prezzo di vendita degli npl senesi: si ipotizza un valore tra il 27% e il 33% del valore delle sofferenze, ora a carico nei libri di Mps al 36,7% (in questo caso la perdita sull' operazione potrebbe essere tra un massimo di 2,7 miliardi e un minimo di 1 miliardo).
     

    MASSIMO TONONI MASSIMO TONONI

    Ma con l' apertura arrivata ieri da Francoforte, potrebbe essere più facile avere l' ok dalla Ue per una garanzia pubblica sull' eventuale inoptato.

     

    All' Eurotower ieri si sarebbe tenuta una riunione proprio per fare il punto sul case senese al quale non avrebbero partecipato i vertici del Monte (Tononi era a Siena). La trattativa è delicata e «non esiste una terza via diversa da quella già tracciata dal fondo Atlante», commenta un banchiere.

     

    Per questo non sarebbero state gradite alcune interferenze. Come l'incontro avvenuto nelle settimane scorse a Palazzo Chigi fra il premier Renzi e il numero uno mondiale di Jp Morgan, Jamie Dimon arrivato a Roma per festeggiare i cento anni di attività della banca in Italia.

     

    Incontro cui è seguito, domenica 17 luglio, un articolo apparso sul Sunday Telegraph in merito a una soluzione studiata dalla stessa banca d' affari contattata appunto dal governo italiano per risolvere il nodo dei crediti deteriorati del Monte. Ovvero cedere gli npl di Mps e delle altre banche italiane al 20% del proprio valore.

     

    jamie dimon jpmorgan jamie dimon jpmorgan

    Jp Morgan potrebbe curare la struttura dell' operazione e il collocamento dei titoli, mentre le risorse finanziarie per il piano dovrebbero arrivare dal fondo Atlante. «Così però si pubblicizzano le eventuali perdite e si privatizzano i guadagni», commenta la fonte riferendosi alle laute commissioni che verrebbero incassate dalla banca d' affari.

     

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