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    MARLENE TORNA A CASA - LA DIETRICH SENZA FILTRI IN UNA STRAORDINARIA MOSTRA ALL'INTERNATIONAL CENTER OF PHOTOGRAPHY DI NEW YORK: CENTOCINQUANTA RITRATTI REALIZZATI TRA IL 1906 E IL 1978 CHE RACCONTANO L’ATTRICE LIBERA E RIVOLUZIONARIA CHE REGALÒ AGLI SPETTATORI IL PRIMO BACIO LESBO DELLA STORIA DEL CINEMA - BISESSUALE, SI CONCESSE DECINE DI AVVENTURE AMOROSE PUR RESTANDO SEMPRE SPOSATA CON RUDOLF SIEBER – LA “FREQUENTAZIONE” CON GRETA GARBO NEL 1925 E... - VIDEO


     
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    1. MARLENE, SENZA FILTRI

    Estratto dell’articolo di Enrica Brocardo per “la Repubblica – D”

     

    marlene dietrich by cecil beaton marlene dietrich by cecil beaton

    Il fotografo e costumista Cecil Beaton, che ritrasse Marlene Dietrich negli anni Trenta, scrisse di lei, tra le pagine del suo memoir Persona grata: «Da uno schermo piatto, Marlene era capace di travolgere i sensi del pubblico, dava sempre l'impressione di essere reale e al tempo stesso irraggiungibile». Che poi è la descrizione perfetta di quello che deve saper fare un'attrice per diventare una diva ed è proprio questo il ruolo cui fa riferimento il titolo della mostra a lei dedicata, Play the Part, ovvero «interpreta la parte», che dal 29 settembre fino all'8 gennaio 2024 rimarrà allestita all'Ipc, l'International Center of Photography di New York.

     

    Si tratta di un allestimento di centocinquanta ritratti realizzati tra il 1906 e il 1978, cioè da quando aveva solo 5 anni fino alla vigilia del suo lungo buen retiro a Parigi, in Avenue Montaigne dove, dopo aver lasciato le scene nel 1975, trascorse, per lo più costretta a letto, gli ultimi 13 anni della sua vita.

     

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    La mostra, che arriva per la prima volta negli Stati Uniti, è una selezione delle duemila fotografie della Dietrich raccolte dal collezionista Pierre Passebon [...]

     

    Osservando le fotografie di Marlene-persona pubblica al centro di Play the Part, non sfugge come la star nata a Berlino nel 1901 avesse sempre curato la sua immagine in modo meticoloso.

     

    [...] All'Ipc troviamo, per esempio, gli scatti di Irving Penn, Edward Steichen e di alcuni dei più noti fotografi di Hollywood e assidui frequentatori di set, come William Walling Jr. che Paramount aveva assunto negli anni Trenta nella doppia veste di attore e fotografo. Oltre a quelli di Cecil Beaton, di cui parlavamo prima, che resta comunque l'autore di uno dei ritratti più celebri: quello con il viso della Dietrich che appare quasi ritagliato su uno sfondo nerissimo e un'orchidea in primo piano. Lo fece perché voleva enfatizzare una bellezza che, quando non era inquadrata – scrisse questa volta nei suoi diari – appariva «meno classica, più esotica e ancora più straordinaria».

     

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    [...] Qual era, dunque, il segreto di Marlene? Il fatto è che era già allora una donna contemporanea. «La modernità di Marlene sta nel modo in cui ha vissuto la sua vita e la sua carriera. Era una donna libera, tollerante, con un forte senso etico e profondamente umana», ha scritto Passebon per spiegare una delle ragioni della sua passione per Dietrich. Una donna che ha saputo cambiare, sulla scena e nel privato, i codici estetici ma anche morali dell'epoca.

     

    [...] Nel suo concedersi di passare dall'immaginario della femme fatale che ha incarnato fin dal suo esordio in L'angelo azzurro (1930), a look allora ancora scandalosamente androgini: pantaloni, completi maschili, con tanto di gilet e cravatta. E, in testa, centinaia di cappelli diversi. [...]

    Bisessuale, amava le avventure amorose a cui non rinunciò mai pur restando sempre sposata con Rudolf Sieber, dal 1923 fino alla morte di lui nel 1976. Il loro fu un rapporto libero e fu lei a mantenere entrambi, ma questo al tempo avvenne all'insaputa dell'opinione pubblica, anche se la diva non ebbe mai paura di prendere posizioni – anche scomode – pubblicamente.

    il primo bacio lesbo nella storia del cinema marlene dietrich in morocco 3 il primo bacio lesbo nella storia del cinema marlene dietrich in morocco 3

     

    Nel 1930, l'anno stesso dell'uscita di L'angelo azzurro, dopo aver criticato l'ascesa del regime nazista, emigrò in America e, durante la seconda guerra mondiale, fu una delle celebrity più impegnate nei tour di spettacoli per i soldati americani. La medaglia presidenziale della Libertà che ricevette nel 1947 ufficializzò il suo status di patriota.[...]

     

    2. MARLENE DIETRICH E LA STORIA DEL PRIMO BACIO LESBICO DEL CINEMA

    Marinella Cervia per www.robadadonne.it - articolo del 17 dicembre 2019

     

    [...] Nessun’altra avrebbe potuto sfidare la morale dei primi decenni del Novecento come fece lei, dando il primo bacio lesbico della storia del grande schermo.

     

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    Era il 1930 [...] Vestita da uomo, con cilindro e smoking, nella pellicola Marocco fece quello che un’attrice non aveva mai “osato” fare prima di lei. In una scena di canto, all’interno di un locale, si chinò su una spettatrice e la baciò. [...] il suo essere femme fatale fu qualcosa di incidentale, almeno nell’accezione del tempo.

     

    Nell’intervista all’Observer nel 1960, riportata dal Guardian, Marlene Dietrich confessò infatti qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato dall’icona di stile che ancora oggi influenza la moda. “Se mi vestissi solo per me stessa, non ci metterei alcun impegno. Gli abiti mi annoiano. Indosserei i jeans”.

    [...]

     

    Dopo una lunga gavetta, il suo ruolo nell’Angelo azzurro la rese famosa e attirò l’attenzione di Hollywood. Ricevuta un’offerta dagli studios, si imbarcò su un transatlantico, verso la sua nuova vita. Durante il viaggio conobbe Travis Banton, il costumista che creò il look androgino e con cui collaborò per il resto della sua carriera. Fu proprio lui a scattarle delle foto con un completo pantaloni in stile marinaro, che convinsero persino la Paramount a permetterle di indossare abiti maschili.

     

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    Contrapposta alla “rivale del tempo”, Greta Garbo, Marlene Dietrich girò solo con registi che lei approvava. Era una clausola che aveva riuscito a strappare eccezionalmente alla casa di produzione e che nessuna era riuscita a ottenere. A proposito della Garbo, anche lei protagonista di un bacio saffico al cinema qualche anno dopo, pare che nel 1925 le due si siano frequentate, come la stessa Dietrich raccontò nei suoi diari e nelle sue riflessioni, oggi raccolte nel libro Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri. [...]

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