Igor Greganti per l'ANSA
maroni
Nessun aumento di pena come aveva chiesto la Procura generale, ma nemmeno uno sconto, né l'assoluzione richiesta dal legale di Roberto Maroni che nella scorsa udienza si era anche difeso di persona con dichiarazioni spontanee. E' stata confermata, infatti, la condanna ad un anno, con sospensione della pena, e a 450 euro di multa per l'ex Governatore lombardo, tra gli imputati nel processo di secondo grado con al centro presunte pressioni per favorire, quando era alla guida del Pirellone, due sue ex collaboratrici di quando era ministro dell'Interno.
"Con una sentenza di condanna di sicuro non è felice. Questo perché è un processo dove chiunque si aspetta di essere assolto", è stato il commento a caldo dell'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex numero uno della Regione. La terza sezione penale della Corte d'Appello milanese, presieduta da Piero Gamacchio, ha solamente riqualificato, come richiesto anche dalla Procura generale, uno dei due reati rimasto in piedi dopo la sentenza di primo grado del giugno 2018, quello di "turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente" in "turbata libertà degli incanti".
bossi salvini maroni
Una riqualificazione, ha aggiunto il legale Aiello, che "necessita di una lettura delle motivazioni. Certamente impugneremo, perché non siamo d'accordo". Quest'accusa, per la quale è stata comunque confermata la pena di un anno, riguardava un incarico in Eupolis, ente di ricerca della Regione Lombardia, "preconfezionato", secondo l'accusa, e con "reddito e termini concordati" con Mara Carluccio (confermata la condanna a 6 mesi) e da lei ottenuto anche grazie all'intervento di Andrea Gibelli, ai tempi segretario generale del Pirellone e ora presidente di Fnm spa.
MARIA GRAZIA PATURZO
Per lui anche in secondo grado una pena di 10 mesi e 20 giorni. Confermata anche la condanna, pure per lui ad un anno e a 450 euro di multa, per Giacomo Ciriello, all'epoca capo della segreteria di Maroni. Il sostituto pg Vincenzo Calia, però, coltivando i motivi d'appello del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, aveva chiesto per l'ex presidente della Lombardia 2 anni e mezzo di reclusione (e per Ciriello 2 anni e 2 mesi), chiedendo che fosse dichiarato colpevole anche dell'altra imputazione di "induzione indebita".
Una contestazione che riguardava il tentativo di fare inserire, a spese di Expo, Maria Grazia Paturzo, altra sua ex collaboratrice, nella delegazione che, nell'ambito del World Expo Tour, tra il 30 maggio e il 2 giugno 2014, aveva come meta Tokyo. Ipotesi che non ha retto nemmeno in secondo grado.
mara carluccio
"Tutto l'entourage di Maroni era consapevole della necessità di trovare un posto alle due ragazze", aveva sostenuto il sostituto procuratore generale nelle conclusioni della sua requisitoria incentrata sul capitolo Carluccio, poiché su quello che vedeva al centro Paturzo si era riportato al ricorso depositato dal pubblico ministero.
Maroni, invece, leggendo un foglio scritto a mano in aula aveva detto: "Nella mia lunga attività politica e istituzionale non ho mai preteso né imposto niente a nessuno. In questo caso non ho mai preteso né imposto di assumere la Carluccio. Non ho mai richiesto a nessuno di violare una norma di legge, anche secondaria, per mio conto. Mai! Figuriamoci una norma penale". Oggi non era presente per il verdetto.
MARIA GRAZIA PATURZO