Giulio De Santis per www.corriere.it
massacro del circeo andrea ghira
Dopo quarantadue anni si chiude per sempre a livello giudiziario la tragedia del massacro del Circeo, avvenuta la notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975. L’ultimo capitolo ancora aperto riguardava l’appoggio goduto da Andrea Ghira per fuggire in Spagna, cambiare identità e cosi sottrarsi all’esecuzione della condanna all’ergastolo.
Ma i nomi delle persone che aiutarono fin dal 1976 il giovane 22enne a rendersi latitante fino al giorno della morte consumatasi nel 1994 - secondo il pm Nicola Maiorano – rimarranno un mistero impossibile da sciogliere, anche a distanza di quasi mezzo secolo.
andrea ghira
Ghira aveva legami stretti con l’estrema destra romana, come ricorda il pm. Se però siano stati proprio loro a concedergli il via libera per arruolarsi nella legione straniera – sostiene il pm - è impossibile stabilirlo. Tesi cui la procura è giunta dopo un lungo lavoro investigativo, arrivando a concludere che non esisteva una strada per fare luci su quegli anni.
E di conseguenza ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, ora concessa dal gip. Spiega il pm come “non si sono raccolti nuovi elementi in ordine agli aiuti che il Ghira ricevette” per evitare il carcere. Un’indagine capillare, però viziata, come spiega la procura, dal decorso del tempo e dalle conseguenze della prescrizione iniziata a maturare il giorno in cui Ghira - figlio di un noto imprenditore edile, Aldo Ghira, campione olimpionico di pallanuoto - fu seppellito con il falso nome Massimo Testa De Andres nel cimitero comunale di Melilla, enclave spagnola in Marocco, il 2 settembre di ventitre anni fa. Considerazioni accolte dal gip nel provvedimento di archiviazione.
andrea ghira
L’inchiesta era nata da un esposto di Letizia Lopez, sorella della prima vittima del massacro, Rosaria, uccisa nel 1975, determinata a sapere se i resti nella bara fossero proprio quelli di Ghira, datosi alla fuga al contrario degli altri due responsabili del massacro Angelo Izzo e Gianni Guido, condannati e finiti in carcere.
Dubbi sorti quando nel 2005 – lo stesso anno in cui mori Donatella Colasanti, l’altra vittima della notte del Circeo - la consulenza della procura non aveva dato risposte esaustive: le spoglie potevano considerarsi solo con buona approssimazione di Ghira. Esito che aveva lasciato troppi punti in sospeso.
angelo izzo
La nuova consulenza, sollecitata dall’avvocato Stefano Chiriatti, depositata il 10 giugno dello scorso anno, ha diradato ogni incertezza: i resti nella tomba sono di Ghira, come conferma la comparazione tra il codice genetico di Paolo, fratello del carnefice, con quello dell’uomo che visse diciotto anni sotto falso nome, morendo per un’overdose.
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