Ugo Magri per “la Stampa”
CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA
Dove altri fanno di tutto per allargare gli strappi con l' Europa, e cercano pretesti di nuove lacerazioni, Sergio Mattarella invece fa il possibile per ricucire. Ieri si è armato due volte di ago e filo: prima sulla Sea Watch, facendo sapere all' Europa che la sorte di Carola Rackete dipende non da Salvini ma dai magistrati di Agrigento; e poi, animato da carità di patria, sulla procedura di infrazione.
Qui il presidente ha speso parole che qualcuno a Roma erroneamente legge come un sostegno al governo, ma vanno intese al massimo come un incoraggiamento alle posizioni più responsabili dell' esecutivo, un assist a quanti si sforzano di colloquiare con l' Europa anziché farci a testate.
giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1
Due trend positivi La scena si svolge durante la visita di Stato in Austria, concepita d' intesa col presidente Alexander Van der Bellen per spegnere un anno di tensioni tra gli opposti sovranismi dei due Paesi. Nella sala dell'ex palazzo imperiale asburgico, Mattarella invita l'Europa a lasciar perdere la flat tax e le altre sparate propagandistiche, valutando piuttosto i dati di bilancio presentati da Conte e da Tria.
Quei numeri attestano come «il disavanzo in Italia sia passato dal 2,4 al 2,1 tra il 2017 e il 2018», registrando dunque un progresso; e poi misurano l' avanzo primario, cresciuto nello stesso lasso di tempo dall' 1,4 all' 1,6. Il che «indica due trend positivi dei nostri conti pubblici», senza contare che siamo la terza economia dell' Unione e la seconda potenza manifatturiera d' Europa. Per Mattarella, insomma, «la condizione di base è di grande solidità». Il presidente si aspetta che la Commissione Ue sospenda quantomeno il giudizio, evitando di infliggere all' Italia sanzioni disastrose, e lo dichiara espressamente: «Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta».
CAROLA IN BUONE MANI
CAROLA RACKETE
Ma per rendere un'idea dello scetticismo che regna su di noi, basti dire che un attimo dopo Van der Bellen ha obiettato: sì, magari sul deficit state facendo progressi, però l' economia italiana è ferma, cresce molto meno di come dovrebbe, ed è questo che più ci allarma. Non è stato l' unico controcanto del presidente austriaco. Anche sulla Sea Watch ha manifestato giudizi piuttosto severi, indice di come la vicenda viene percepita all' estero. «Se una barca rischiasse di affondare in un lago austriaco», ragiona a voce alta Van der Bellen, «io verrei punito se mi astenessi dal dare soccorso, ma certamente non per averlo dato». Il comportamento dell' Italia gli risulta incomprensibile.
CAROLA RACKETE
È quanto aveva già argomentato domenica il suo pari grado tedesco, Frank-Walter Steinmeier, scatenando la secca replica di Conte e di Salvini. Mattarella sceglie un' altra strada. Invece della reazione piccata, cerca di far comprendere l' abc delle nostre regole: «L'Italia ha una Costituzione che separa nettamente i poteri. La questione Sea Watch è nelle mani della magistratura che gode di indipendenza assoluta». Cosa ne sarà della Capitana, accusata di aver violato il codice della navigazione, saranno i giudici a deciderlo e non i politici.
Nella fattispecie l' inchiesta è nelle mani di Luigi Patronaggio, che nei confronti del ministro dell' Interno non ha fin qui mostrato alcuna sudditanza (addirittura dopo il caso Diciotti l'aveva indagato per sequestro di persona).
steinmeier carola rackete 6
ABBASSARE IL VOLUME
A quattr' occhi col suo ospite, Mattarella ha fatto pure notare che «la giovane comandante della nave» non è stata sbattuta in carcere ma viene civilmente trattenuta agli arresti domiciliari, il che non è la stessa cosa; e nonostante il pugno di ferro governativo, accompagnato da tanta retorica sovranista, gli sbarchi a Lampedusa proseguono. Negli ultimi giorni se ne contano almeno 200, segno di un' accoglienza italiana mai venuta meno.
Insomma, sarebbe il caso di darsi tutti quanti una bella calmata, anche perché un «abbassamento generale dei toni consentirebbe di affrontare con maggiore serenità e concretezza ogni questione». Quanto alle critiche piovute dalla Germania, patria di Carola Rackete, il presidente non se ne compiace affatto. Però evita di gettare altra benzina sul fuoco. «Il nostro rapporto con la Germania è talmente solido che non può essere messo in discussione da alcunché», dà una lezione di stile a Steinmeier.
CAROLA RACKETE