Dagonota
DRAGHI MERKEL RENZI
Angela Merkel è terrorizzata dal referendum di Renzi. Teme che se lo perdesse, la conseguente instabilità finanziaria potrebbe coglierla proprio all'inizio della campagna elettorale. I sondaggi non le sono amici. Ed un primo assaggio di come potrà andare il voto del prossimo anno si scoprirà in questo fine settimana nella Regione della Pomerania e nel prossimo, quando si vota a Berlino.
Angelona sa bene che, in qualunque caso, il prossimo sarà un governo di coalizione. Ma bisogna vedere chi sarà a dare le carte: ancora il suo Cdu od il Csu (partito cugino della Baviera), guidato da Horst Seehofer. Od i socialisti?
Horst Seehofer
Per queste ragioni, domani a Maranello - fuori dall'ufficialità - la Cancelliera proverà a chiedere a Renzi cosa può fare per fargli vincere il referendum. A Palazzo Chigi la lista è pronta. A margine del vertice bilaterale, Padoan e Schauble proveranno a verificare - in via riservata - la possibilità di mettere giù uno schema per modificare l'equazione matematica alla base del deficit strutturale. In modo tale da presentare le soluzioni al Consiglio europeo informale di Bratislava.
RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015 VI
Il deficit strutturale è (fuori dai denti) una sega mentale per nerd sessualmente insoddisfatti. E' un parametro che, finquando vale la regola del 3%, non conta niente. Ma che se contasse un po' di più, l'Italia potrebbe migliorare le condizioni e l'immagine dei propri conti pubblici. Sembra che Schauble, proprio per le paure della Merkel sul referendum, abbia fatto minime aperture agli sherpa di Padoan sul peso specifico da assegnare al deficit strutturale.
wolfgang schaeuble schauble 4
Inutile dire che - terremoto o non terremoto - il prossimo anno Renzi non potrà rispettare l'impegno per un deficit all'1,8%, come promesso. Al momento al ministero dell'Economia si sta ragionando sul 2,4/2,5%. Insomma, sugli stessi livelli con cui il governo conta di chiudere quest'anno. La prossima manovra, che prenderà il nome di "Legge di Bilancio" e non più "Legge di Stabilità" (ma sempre della Finanziaria stiamo parlando), quindi infrangerà la prima regola del Patto di Stabilità: riduzione del deficit dello 0,5% all'anno.
fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan
Non conterrà la riduzione dell'Irpef. Forse troverà spazio una sforbiciata del cuneo fiscale (meno tasse per lavoratori ed imprese) per circa 3 miliardi. E, si dice, anche una revisione del modello contrattuale, favorendo il rinnovo decentrato (a livello aziendale) dei contratti. I sindacati protesteranno un po', ma lasceranno correre. Resta sempre da capire come verranno coperti i 15 miliardi necessari per evitare l'aumento dell'Iva, conseguente alle clausole di salvaguardia.
squadre di aiuto ad aamtrice
Poi c'è il capitolo "Casa Italia". All'Economia non hanno ancora ben capito cosa vuol fare Renzi. Da Bruxelles non sono pronti alle barricate. In fin dei conti, se mettere in sicurezza gli edifici delle zone più a rischio costa 36 miliardi, si può sempre fare una legge pluriennale (10 anni). E 3,6 miliardi all'anno si possono sempre "nascondere" nel bilancio.