SALVINI CONTRO L EURO
1. BCE:SALVINI,SCELTE LAGARDE FALLIMENTARI PER ITALIA E UE
(ANSA) - "Le scelte della Bce sono fallimentari in Italia e in Europa e le stanno pagando le famiglie e le imprese, non lo dice Salvini ma lo dicono i fatti.".Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Radio Anch'io su Radio 1. "Speriamo che la signora Lagarde interrompa il suo furore aumentistico altrimenti per una impresa o una famiglia chiedere un mutuo diventerà impossibile", ha sottolineato il ministro.
2. GOVERNO CONTRARIO: CURA ESAGERATA, COSÌ SI RISCHIA DI FRENARE LA CRESCITA
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
christine lagarde 3
Il primo che si schiera apertamente contro è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ha più libertà di movimento di altri membri del governo e non ha remore nel bocciare la decisione della Bce: «Secondo me l’Europa della moneta, mi riferisco alla Bce, non si sta muovendo nella giusta direzione e anche se oggi c’è stato l’inizio di un ripensamento, a nostro giudizio non è un buon modo di affrontare l’inflazione».
Tajani dice quello che tutti pensano dentro il governo. […] Nello staff del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non fanno un dramma dell’ennesimo aumento dei tassi, era una mossa prevista […].
CHRISTINE LAGARDE IGNAZIO VISCO
Eppure, nonostante il rispetto dovuto all’indipendenza della Banca centrale di Francoforte, al Mef non hanno problemi a ribadire la posizione diffusa nel nostro governo e più in generale nel sistema istituzionale economico italiano: «Si tratta in gran parte di inflazione da offerta, combatterla soltanto con il rialzo dei tassi non ci convince, riteniamo sia un errore, è una cura eccessiva che rischia di produrre effetti negativi sulla crescita».
È una posizione che è condivisa dalla Banca d’Italia: Visco lo ha messo nero su bianco, convinto che […] la Bce debba contemperare, oltre ai numeri dell’inflazione, anche la stabilità finanziaria e i possibili effetti negativi su una ripresa che è ancora fragile.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Ma nonostante il giudizio negativo […] ci si rende conto che il passo di Francoforte era annunciato e dunque quasi scontato, che l’inflazione core è ancora più che doppia rispetto ai target, dato che non si può ignorare, e ci si consola anche «con il nostro tessuto economico, le nostre piccole e medie aziende — dicono ancora al Mef — sono più resilienti agli aumenti dei tassi delle grandi imprese francesi e tedesche, perché meno dipendenti dal credito».
[…] Insomma la preoccupazione se esiste è di natura moderata. Anche i riflessi sul nostro debito pubblico […] vengono per questo considerati minimi. O almeno questo è l’auspicio.
christine lagarde 2 MATTEO SALVINI