Maurizio Belpietro per “La Verità”
ROBERTO SPERANZA
Esiste ancora un ministro della Salute in Italia? La domanda potrà sembrarvi provocatoria, ma è semplicemente legittima, in quanto da giorni attendiamo che il responsabile della sanità si pronunci e chiarisca il giallo del rapporto sul nostro Paese redatto e poi censurato dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Scoprire che cosa sia accaduto, quali fossero i giudizi dei funzionari dell'Oms contenuti nel documento scomparso e le ragioni per cui a un certo punto il report sia stato insabbiato, dovrebbero essere questioni che stanno a cuore allo stesso Roberto Speranza, il quale però latita, quasi che non ritenga di alcun rilievo la faccenda.
maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1)
E dire che in quella relazione ci potrebbe essere la chiave per capire che cosa sia successo in Italia da quando si è diffuso il coronavirus. Perché il nostro Paese sia stato colpito più di altri e come mai si siano registrati più decessi che nel resto d'Europa.
Sì, il rapporto sarebbe fondamentale, così come sarebbe decisivo comprendere chi abbia deciso di farlo sparire, se non addirittura correggere, per presentare agli italiani una realtà edulcorata.
le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico
Anche i magistrati pare siano curiosi di leggere ciò che è stato scritto lì dentro e per questo da giorni vorrebbero poter interrogare i personaggi coinvolti ma, a quando pare, l'Oms ha intenzione di opporre l'immunità diplomatica per tutti i suoi dipendenti, così da impedire che qualcuno squarci il velo sul mistero.
Finora tutti hanno tenuto la bocca tappata, quasi che attorno al caso ci fosse la consegna del silenzio. L'unico che ufficialmente ha commentato è stato il direttore aggiunto dell'Oms, quel Ranieri Guerra che in precedenza è stato dirigente del ministero della Salute, il quale ha consegnato alle agenzie di stampa una versione light del caso.
le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico
Nessuno scandalo, nessuna manipolazione del report: semplicemente la relazione avrebbe contenuto alcune inesattezze e per tale motivo l'ufficio di Copenhagen, dove è dislocata la sede europea dell'organizzazione, avrebbe deciso di ritirarlo, per poi ripubblicare il tutto in una nuova versione migliorata, non senza che un paio di esperti dell'Istituto superiore di sanità vi avessero messo mano.
Tutto chiaro? Tutto trasparente come l'acqua? Neanche per sogno, in quanto l'andirivieni del rapporto ha destato l'attenzione della Procura di Bergamo che indaga su errori e omissioni nel periodo della pandemia.
I pm martedì hanno chiamato Francesco Zambon, il ricercatore autore dello studio oggetto di tanta attenzione, e lo hanno ascoltato. A quanto pare, per settimane l'Oms avrebbe impedito all'esperto di farsi sentire dai magistrati, al punto che era perfino stato sollecitato a intervenire il ministero degli Esteri, che però non pare essere riuscito a togliere il bavaglio con cui si è tappata la bocca allo studioso.
FRANCESCO ZAMBON
Alla fine però Zambon, a dispetto di tutti i divieti, ha comunque deciso di presentarsi dagli investigatori, raccontando la sua versione dei fatti e, a quanto risulta alla Verità, confermando il tentativo di manipolazione del report.
Ai magistrati, il ricercatore avrebbe confermato che la relazione era stata approvata dalla catena di controllo dell'Oms già a metà maggio, ma poi, dopo il via libera dei vertici, a Zambon sarebbe giunta la richiesta di cambiare la data del piano pandemico italiano, correggendo il 2006 con il 2016.
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Tuttavia, nonostante l'invito a falsificare un riferimento importante, il documento il 13 maggio viene pubblicato, anche se la sua circolazione ha vita brevissima. Il giorno dopo, infatti, la relazione viene ritirata. Ufficialmente per un box dedicato alla Repubblica popolare cinese, che nel contesto però era marginale. Il problema è che nonostante i ricercatori abbiano dato via libera alla rimozione del box dal resto della relazione, questa non è stata più pubblicata.
ranieri guerra 2
E qui, dopo che la vicenda è stata denunciata in tv durante una puntata di Report, iniziano le giustificazioni. Secondo l'Oms, il rapporto conteneva «inesattezze fattuali», ma nessuno sa dire con certezza quali siano questi errori grossolani che sarebbero stati commessi. Al momento si sa solo che il documento è in finito in una specie di limbo: c'è, ma l'Oms non lo pubblica.
A questo punto, una sola cosa è certa: Ranieri Guerra, ex dirigente del ministero e direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, aveva chiesto di scrivere che il piano pandemico risaliva al 2016, quando in realtà era di 10 anni prima e nessuno si era ricordato di aggiornarlo.
La faccenda non sembra cosa da poco, perché smentirebbe tutte le tesi circa la preparazione ad affrontare il Covid che il governo ha sempre sostenuto fin da gennaio. Dunque, Roberto Speranza non può continuare a trincerarsi dietro la linea del silenzio. Ci sono decine di migliaia di famiglie che vogliono sapere. Hanno perso i loro cari e hanno il diritto di essere informate. Capisco che il ministro si voglia sottrarre alle domande, ma ci sono 65.000 morti che esigono una risposta.