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    MAURO CORONA, POSA ER FIASCO! "5 ANNI FA HO SMESSO CON L'ALCOL PESANTE PERÒ POI QUALCHE MESE FA MI SONO DETTO: HO 72 ANNI, PERCHÉ DEVO MORIRE INFELICE? ALLORA HO RICOMINCIATO A BERE CON MODERAZIONE ESAGERATA - QUALCUNO INSINUA CHE I MIEI ROMANZI NON LI SCRIVO IO. I PARRUCCONI DELLA LETTERATURA ME LI MANGIO. UNA VOLTA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO HO STESO PURE ASOR ROSA SULLA LETTERATURA RUSSA – QUANDO HA DETTO GALLINA ALLA BERLINGUER? “AVEVO BEVUTO UN PO’. COMUNQUE QUELLA STORIA È STATA UNA MONTATURA, MA NON CONTRO DI ME, CONTRO BIANCHINA…" 


     
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    Estratto dell’articolo di Roberta Scorranese per corriere.it

     

    mauro corona mauro corona

    Mauro Corona, come sta?

    «Sobrio da cinque anni».

    Sobrio del tutto?

    «No. Cinque anni fa ho smesso con l’alcol pesante, però poi qualche mese fa mi sono detto: ho 72 anni, perché devo morire infelice? Allora ho ricominciato a bere, ma con moderazione. Per essere precisi: con moderazione esagerata».

     

    Ancora oggi lei arrampica, scala le montagne. Perché pensa alla morte?

    «Perché ne ho paura, anzi, ho paura della vita che piano piano scivola nella morte e allora sono sempre sveglio, sempre all’erta. Non dormo quasi mai, la notte scolpisco e poi scrivo. Dormo qualche ora al mattino».

     

    (...)

     

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    «Mia madre se n’era andata ma ci aveva lasciato una libreria piena di romanzi come Don Chisciotte I Miserabili. Cominciai a leggere: mi sembrava, così, di averla ancora con me. Quando poi ci mandarono in collegio, a me e al Felice (uno dei fratelli di Corona, ndr) a Pordenone, al Don Bosco, ci chiamavano i selvatici, perché non avevamo mai visto una città. Sotto ai tavoli ci rifugiavamo. Ma io sapevo leggere, i preti lo capirono subito. Mi passavano romanzi, mi incoraggiavano a scrivere. Mi sono fatto da solo. E anche oggi lo sa qual è la cosa che ancora mi ferisce fino a farmi sanguinare? Quando qualcuno insinua che i miei romanzi non li scrivo io».

     

    Come accadeva a Faletti.

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    «Proprio così. Ma io i parrucconi della letteratura me li mangio, perché io ho letto migliaia di libri. Vogliamo parlare di Francisco Coloane? O di Nicolás Gómez Dávila? O di Jack London? Accomodatevi, signori. Una volta al Salone del Libro di Torino ho steso pure Asor Rosa sulla letteratura russa. Mia madre mi ha lasciato solo questo, l’amore per i libri. L’unica fotografia in cui lei ride è quella che sta al cimitero. Ma fino all’ultimo quella donna ha speso qualcosa come 400 euro al mese in libri, quotidiani e riviste».

     

    E suo padre come prese questa sua inclinazione?

    «Una volta mi spedì all’Enel per lavorare. Arrivai, il capo mi disse che mi sarei dovuto abituare a stare sotto terra perché quello sarebbe stato il mio destino fino ai 60 anni. Me ne andai subito. Quel posto di lavoro durò sedici minuti. Gli dissi: “Papà, io voglio fare lo scrittore”. Gli portai una copia de Il volo della martora, il mio primo libro importante. Lo gettò nel fuoco: “Va’ a lavurar, cretino”, mi disse. Un milione e mezzo di copie, fece quel libro. Ma per lui era niente».

     

    (..)

    Quando è stata l’ultima volta che ha rischiato la vita in montagna?

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    «Pochi mesi fa. Non ho messo il chiodo e sono andato giù per cinquanta metri. Meno male che c’era mio figlio Matteo».

    Tutti i suoi figli arrampicano?

    «Sì, ma sono più prudenti. Io ne ho fatte di tutti i colori: sono finito in una valanga sul monte Lódina, un’altra volta sono scivolato su una cascata ghiacciata con tre balzi verticali».

    Comunque l’abbiamo vista in tv con il gesso al braccio.

    «Cara la Bianchina (Bianca Berlinguer, conduttrice di Cartabianca, dove Corona è ospite, ndr.). Le voglio bene».

     

    Sì ma in tv lei le ha detto «stai zitta gallina», prima di essere sospeso dal programma.

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    «Rivelo qui per la prima volta una cosa: quando mi hanno riammesso, gliel’ho detto di nuovo ma nessuno se n’è accorto, perché in diretta dissi “passata è la tempesta, odo augelli far festa”. Lei lo sa come continua? Fa così: “...e la gallina, tornata in su la via...”. Non continuai con la poesia leopardiana ma nessuno colse la citazione. Questo per dire che mai avrei offeso una donna, io sono un ubriacone attaccabrighe e in tv faccio questo, d’altra parte se mi chiamano un motivo ci sarà. E comunque quella storia è stata tutta una montatura, ma non contro di me, contro la Berlinguer. Una scusa per attaccare lei».

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    Resta il fatto che «stai zitta gallina» è pesante, anche per un eccentrico come lei, Mauro.

    «Avevo bevuto un po’, quella sera. Questa è la verità. Dovevo delle scuse pubbliche a un albergatore e lei non mi faceva parlare. Ho sbagliato, ho chiesto scusa. Non ci sto, però, a passare come uno che disprezza le donne».

    Anche perché lei ha tre figlie femmine...

    IL RITORNO DI MAURO CORONA A CARTABIANCA IL RITORNO DI MAURO CORONA A CARTABIANCA

    «Marianna, Melissa e Martina. L’ultimo anno è stato il più bello della mia vita e sa perché? Perché le mie ragazze hanno affrontato e superato alcuni problemi. E poi ho imparato a vivere per sottrazione. Cerco di togliere il superfluo per apprezzare la vita. Circondarsi di orpelli e oggetti inutili crea dipendenza e schiavitù. E cerco di valorizzare i giovani. È la lezione di Cechov: non siate egoisti, aprite la strada agli altri».

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