Mauro Masi* per Italia Oggi
*Delegato italiano alla Proprietà intellettuale
MAURO MASI
L'andamento precario dell'economia mondiale e (a mio avviso), soprattutto il cambiamento dei modelli di business, stanno provocando ampi licenziamenti di personale in tutto il settore hi-tech. È la prima volta che accade nella storia della rete e ha le caratteristiche di un fenomeno non contingente tant' è che da pochi giorni ha toccato (e, pesantemente, si parla di licenziamenti fino al 3% dei dipendenti) anche Amazon. La società che era uscita molto rafforzata dalla pandemia con un fortissimo incremento di valore (la capitalizzazione di Borsa ha toccato nel 2020 1.250 miliardi di dollari, ora è circa 968 miliardi) e soprattutto con un modello di business vincente e dominante.
Questo ruolo Amazon lo aveva conquistato sul mercato intercettando una domanda inespressa, ma assolutamente autentica, attraverso la realizzazione di un servizio di vendita «globale» a domicilio estremamente efficace e, sostanzialmente, a basso costo. Un modello di business, fortemente voluto da Bezos fin da quando, agli albori della sua storia (nella metà degli Anni 90), Amazon era solo una libreria online.
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In un suo recente saggio (pubblicato in Italia dalla rivista Aspenia) il politologo americano Ian Bremmer sottolinea come le due più grandi tech-company del mondo, Amazon e Apple, abbiano una visione strategica molto diversa, addirittura opposta. Apple vuole essere, e restare, il campione globale dell'elettronica di alta gamma (prodotti dal design esclusivo: difesa ad oltranza della privacy e della sicurezza del «cloud» costi quel che costi); insomma Apple punta alle élite (qualunque cosa esse siano) che non badano al prezzo del prodotto.
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Amazon invece punta a dominare i dati e la logistica necessari a gestire il commercio al dettaglio di beni a basso costo. Insomma, il suo target è il consumo di massa di beni economici, puntando su una classe media e medio bassa che prima la crisi economica dello scorso decennio e poi la devastante pandemia ha sempre più allargato, impoverito e reso fragile. Questi due modelli di business tenderanno ad accentuarsi sia per motivi tecnici (il passaggio dal web «classico» all'internet delle cose) sia per motivi economici (l'ampliarsi - causa pandemia e non solo - dei settori sussidiati dall'intervento pubblico).
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Insomma, al crescere delle diseguaglianze socioeconomiche, il modello di Apple si rivolge sempre più direttamente ai pochi privilegiati, quello di Amazon va verso i molti sussidiati; «nella recessione geopolitica che ci attende», conclude Bremmer, «il modello vincente sembra sicuramente quello di Amazon, non certo quello di Apple».
DIPENDENTI AMAZON
Ora apprendiamo che anche il modello più vincente, per rimanere tale, deve rinunciare a una parte importante della sua forza lavoro. Parlando infine di social, ora tutti ritengono che la mossa di Musk di far pagare i servizi di qualità di Twitter «segni la fine di internet gratuito» e questo «cambierà la rete». Nel nostro piccolo lo scriviamo da tempo. Meglio tardi che mai: capire come cambia internet significa afferrare un pezzo del nostro futuro.