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    ITALIANI, UN POPOLO DI SANTI, POETI E TELE-MORENTI – MAURO MASI ANALIZZA IL RAPPORTO SULLA SITUAZIONE SOCIALE DEL PAESE DEL CENSIS: “NEL 2021, IN PIENA PANDEMIA, GLI ITALIANI HANNO VIRATO FORTEMENTE SU INTERNET SENZA PERÒ ABBANDONARE, ANZI, IL VECCHIO AMORE PER LA TV, PERALTRO BADANDO ANCOR MENO CHE IN PASSATO ALLA QUALITÀ E ALLO STILE DEI CONTENUTI” – I NUMERI TRAGICI DELLA STAMPA


     
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    Mauro Masi per “Milano Finanza”

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    L'annuale Rapporto sulla situazione sociale del Paese (2021) da parte del Censis è sempre fonte di interessanti interpretazioni dei fenomeni sociali nonché di rigorosa raccolta di dati.

     

    Per quanto riguarda le rilevazioni che qui più interessano, quelle sui consumi mediatici, l'anno è stato, ovviamente, caratterizzato anche nel Paese dai riflessi dell'andamento della pandemia.

     

    Lo testimonia molto chiaramente l'incremento della percentuale di italiani che è collegata in Rete, incremento passato da + 0,9% del 2017/18 a + 4,2% del 2021; così l'83,5% degli italiani oggi usa internet (e tra questi il 76,6% è utente dei social network: + 6,7%).

     

    Nello specifico dei media, la fruizione della televisione ha conosciuto significativi incrementi sia nella componente tradizionale (+0,5% nel digitale terrestre), sia nella satellitare (+0,6%) sia soprattutto in quella via internet (+ 7,4%).

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    La radio resta su livelli di ascolto molto elevati (è utilizzata dal 79,6% degli italiani) ma stabile in termini di valori incrementali in quanto la riduzione dell'ascolto registrata attraverso gli strumenti tradizionali è compensata dell'aumento dei consumi via Rete.

     

    La stampa tradizionale ha accentuato invece la propria crisi, ormai endemica: per i quotidiani -8,2% rispetto al 2019; -6,3% per i settimanali; -7,8% per i mensili. Crescono di poco (+1,9%) le edizioni on line dei giornali forse frenati dall'esteso utilizzo dei pay wall cioè la necessità di abbonarsi per accedere ai siti.

     

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    Si arresta invece l'emorragia di lettori di libri sia cartacei (+1,7%) sia in forma e-book (+2,6%). A mio avviso la considerazione più rilevante che si può evincere da tutto ciò è che gli italiani continuano a essere -anche in parziale controtendenza rispetto al resto del mondo occidentale- dei "televisionari" davvero accaniti.

     

    Grandi fruitori, tra l'altro di una televisione generalista che pure certo non brilla per capacità innovativa e per qualità tecnica o tematica esempio ne sia il profluvio di talk show tutti più o meno uguali, largamente ripetitivi e autoreferenziali. Allo zoccolo duro di utenti televisivi per così dire tradizionali e tradizionalisti, si è aggiunta poi (complice la pandemia) una significativa fascia d'ascolto di programmi audiovisivi trasmessi attraverso Internet.

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    Ma questo, come si osserva nelle stessa ricerca Censis, non deve essere inteso come uno scontro tra vecchio e nuovo quanto come una sovrapposizione tra i bisogni di socialità e «i desideri di personalizzazione che tendenzialmente convivono in ciascun utente». Quindi nel 2021, in piena pandemia, gli italiani hanno - come tutti nel mondo - virato fortemente su Internet senza però abbandonare, anzi, il vecchio amore per la tv (che sia digitale, satellitare o on line) peraltro badando ancor meno che in passato alla qualità e allo stile dei contenuti.

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