DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Raffaella De Santis per repubblica.it - Estratti
Il giorno dopo è quello della bilancia. Si prendono le parole di Innocenzo Cipolletta nell’intervista di ieri a Repubblica e si pesano: le scuse del presidente dell’Associazione italiana editori agli scrittori per l’affaire Saviano-Buchmesse, pesano molto. Così come pesa la presa di distanza di Cipolletta da Mauro Mazza, il commissario governativo, improvvido nel giudizio sull’esclusione di Saviano.
Basterà? Molti autori aspettavano un segnale, ora apprezzano. A questo punto la pedina mancante è proprio Mazza, ci si aspetta che parli. Sandro Veronesi, via Whattsapp è sintetico e inequivocabile: «Mazza dovrebbe dimettersi, altro che spiegare. Spiegare si è spiegato benissimo. Per quanto mi riguarda la questione è chiusa».
Tra gli scrittori in queste ore è ripresa la catena dei messaggi. C’è chi ha valutato positivamente la mossa di Cipolletta, rimangono certo alcune riserve, ma è da qui che si deve ripartire: «È un passo molto importante perché le nostre ragioni sono state riconosciute», dice Viola Ardone.
La Fiera del libro di Francoforte si avvicina – mancano quattro mesi – e rischiamo di arrivare stremati. L’Aie finalmente sembra aver preso atto del disagio degli scrittori. Il dialogo potrebbe riprendere? Molto probabile. Francesco Piccolo pragmaticamente aspetta di vedere se Mauro Mazza risponde al suo appello. Durante Repubblica delle Idee lo scrittore aveva sollecitato il commissario perché spiegasse la sua uscita poco felice su Saviano, tacciato di fronte alla stampa straniera di essere poco originale. Oggi Piccolo è in attesa, prima di decidere se andare a Francoforte, che Mazza dica qualcosa: «Un giudizio così sprezzante su Saviano, il commissario lo deve spiegare, non è una questione di gusto personale, è un rappresentante delle istituzioni».
francesco piccolo sandro veronesi foto di bacco
Più scettico Paolo Giordano, coordinatore della lettera polemica all’Aie firmata da 41 scrittori tra i 100 invitati, che ha gestito queste ultime fasi del confronto con l’Associazione editori da una nave Ong, dove è per un reportage. Comunica attraverso messaggini, ammette la stanchezza: «Ho fatto raffreddare un attimo la testa, e confesso che qui dalla nave è difficile avere lucidità, o forse se ne ha di più?».
Non è piaciuto a Giordano, e ad altri, l’esempio fatto da Cipolletta per spiegare l’assenza di Saviano, quell’aver citato Domenico Starnone come altro caso di grande autore escluso oltre Saviano: «Esempio falso, perché è stato a Lipsia nello stesso programma francofortese». Quel riferimento è “impreciso” anche per Viola Ardone, perché Starnone fa comunque parte di un progetto chiamato Destinazione Francoforte: «È sembrato un modo per minimizzare la questione Saviano».
sandro veronesi foto di baccoMAURO MAZZA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE
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