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“NON NE POSSO PIÙ DEI PROGRAMMI DI CUCINA CHE SI VEDONO IN TV, HANNO COMBINATO DISASTRI IRREPARABILI” – ALDO GRASSO SI CUCINA GLI CHEF CHE IMPERVERSANO NEI PALINSESTI TELEVISIVI: “PER UN CERTO PERIODO, LA TV HA ANCHE INSEGNATO AGLI ITALIANI COME MANGIARE MEGLIO. POI SONO ARRIVATI GLI ‘SPADELLATORI’ CHE CI HANNO TRASCINATO IN UNA DERIVA: SPETTACOLARIZZAZIONE DEL CIBO E DEL LINGUAGGIO CHE PARLA DI CIBO, CUOCHI DIVENTATI ALL’IMPROVVISO MAÎTRE À PENSER, SEMPRE IN TV A FARE SOLDI CON I PROGRAMMI PER PAGARE I DEBITI DEI LORO RISTORANTI STELLATI. MA QUEL CHE È PEGGIO, HANNO DISEDUCATO IL PUBBLICO, LO HANNO RESO SACCENTE E BORIOSO…”
Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
alessandro borghese cacio e pepe
Fino a poco tempo fa eravamo dei «morti di fame» (metafora) adesso siamo diventati così pretenziosi da storcere il naso per l’impiattamento. Sono sincero, non ne posso più dei programmi di cucina che si vedono in tv, convinto come sono che abbiano combinato disastri irreparabili.
Per un certo periodo della sua storia, la tv ha anche insegnato agli italiani come mangiare meglio, come diversificare i cibi […]
antonino cannavacciuolo giorgio locatelli bruno barbieri
Poi sono arrivati gli «spadellatori» che ci hanno trascinato in una deriva: spettacolarizzazione del cibo e del linguaggio che parla di cibo, cuochi diventati all’improvviso maître à penser, sempre in tv a fare soldi con i programmi per pagare i debiti dei loro ristoranti stellati. Ma quel che è peggio, hanno diseducato il pubblico, lo hanno reso saccente e borioso.
L’altra sera, ho seguito un programma di cucina, non importa quale: era una gara fra ristoranti italiani a Lisbona. L’aspetto più sconsolante erano i tre italiani (due donne e un maschio) che tifavano per il loro ristorante preferito, come fosse una seconda casa, un nido materno dove l’emigrato si consola con i sapori di casa. Ma avreste dovuto sentire come discutevano di cibo!
Capirei se uno desiderasse mangiare una pietanza (buona) contenuta in un piatto normale e non in una forma oblunga e artistica; […] capirei se volesse un tovagliolo di lino; capirei se volesse pane casareccio senza semi di qualcosa, ma mangiare cacio e pepe a Lisbona e discutere degli aspetti estetici mi è parso il segno del ridicolo in cui siamo sprofondati.
È colpa della tv se il cameriere ti versa il vino quando il bicchiere è ancora mezzo pieno (Montanelli teneva il fiasco sotto il tavolo), è colpa della tv se sono sparite le trattorie, è colpa della tv se ti devi sorbire lo storytelling del piatto e se ogni portata dev’essere instagrammata per far sapere che esisti. Viva i cuochi che vanno poco in video e si dedicano alla cucina.
carlo cracco e Iginio Massari
Carlo Cracco
antonino cannavacciuolo
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