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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
In un momentaccio come questo, dal presidente del Consiglio ci aspetteremmo consigli pratici per uscire dalla crisi e rivedere il sole. Invece è intento ad altro. A dare buoni consigli ai suoi per come comportarsi nei talk, come apparire in tv, come soverchiare l'avversario politico.
Tra l'altro, sono pessimi consigli, capaci di scatenare un effetto perverso, indesiderato.
Dunque ieri Silvio Berlusconi, riunendo il gruppo parlamentare pdl alla Camera, dopo essersi lagnato per i soliti attacchi subiti, dopo aver annunciato il cambio del nome al Pdl («Non comunica niente, non emoziona, non commuove», è vero), dopo aver elogiato Beppe Grillo («che toglie voti al Pd»), si è prodotto in una lezione sulla comunicazione politica, consigliando ai suoi alcune regole per chi va ospite nei talk show.
Prima regola: evitare di dare del tu all'avversario in video, perché la troppa confidenza potrebbe dar luogo all'effetto teatrino. Se mai, la troppa confidenza dà luogo all'effetto casta. In tv bisognerebbe darsi del lei, sempre e comunque. Non per sconfiggere l'avversario ma per una elementare regola di buona educazione. Molti in video ostentano il «tu» come un trofeo di caccia: quando lo danno ai potenti è segno di vanteria, quando lo porgono ai più sempliciotti è una carezza paternalistica.
Dare del «tu» agli ospiti in studio è segno di malagrazia nei confronti dello spettatore. à come mandargli a dire: noi facciamo parte di una cerchia di favoriti che invece di vedersi in un salotto privato approfittano di uno studio tv per raccontarsi le loro cose.
Seconda regola: usare il linguaggio del corpo per contraddire l'avversario, per esempio scuotendo la testa. In verità , anni di studi sulla prossemica, sulla cinesica, sul body language ci dicono che alcune nostre espressioni facciali governano solo marginalmente la nostra comunicazione, specie fra persone abituate ad andare sovente in video. Contano due cose in maniera determinante: la fisiognomica («la verità è scritta sul nostro volto») e i contenuti. à molto più importante proporre cose concrete che scuotere la testa. E la faccia nessuno te la cambia, nemmeno il chirurgo plastico.
Terza regola. Non sorridere mai davanti a un comico. Errore fondamentale. Si rischia di passare per malmostosi, risentiti e, peggio ancora, per persone con scarso senso dell'umorismo.
Quarta regola (ma questa Berlusconi non l'ha detta): mai sonnecchiare in cerimonie ufficiali, specie a fianco di vispi ottantenni. L'effetto è devastante.
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