DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Chiara Ugolini per www.repubblica.it
Al primo incontro della giuria del maestro spagnolo Pedro Almodovar esplode la questione Netflix. Il braccio di ferro con la piattaforma digitale culminata con la decisione del festival di bandire, dal prossimo anno, i film che non avranno distribuzione francese in sala, tiene banco fin dal primo giorno di un festival che arrivato alla sua settantesima edizione lotta per la sua posizione in un panorama di mezzi sempre più complesso.
Almodovar è preparato: lo schermo non può essere più piccolo di una poltrona.
Il Presidente di giuria (che in mente ha tre Palme d'oro Viridiana, La dolce vita e Apocalypse now) da casa ha portato un foglietto perché vuol essere chiaro sulla questione: "Sarebbe un paradosso una Palma d'oro ad un film non destinato alla sala. Le piattaforme digitali in sé sono principio giusto e positivo ma questo non dovrebbe sostituire la forma esistente come la sala cinematografica e non dovrebbe alterare le abitudini degli spettatori.
Per me la soluzione è semplice: le nuove piattaforme devono accettare le regole attuali del gioco, l’unica strada per sopravvivere. Credo fermamente che almeno la prima volta che qualcuno vede un film sia necessario che lo schermo sul quale lo vede non sia più piccolo della propria sedia. Sono convinto che noi spettatori dobbiamo essere più piccoli per entrare nell’immagine e nella storia".
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I figli di Will Smith al cinema e su Netflix.
Nel dibattito interviene anche Will Smith, per la prima volta a Cannes come giurato: "Io ho tre figli di 24, 18 e 16 anni. Vanno al cinema due volte la settimana e scaricano i film da Netflix. Non so cosa accade nelle altre case ma nella mia l'arrivo di Netflix non ha avuto nessun effetto: sono due tipi di fruizione diverse, quando vogliono sentirsi umili di fronte a certe immagini vanno al cinema, altre volte le vedono sul piccolo schermo. Netiflix, a casa mia non ha fatto altro che ingrandire l'offerta; ha permesso loro di vedere film che altrimenti non avrebbero mai visto e metterli in contatto con questo mondo underground di storie a 8000 chilometri da loro".
Agnes Jaoui, giurata francese: "Il mondo va avanti".
Piuttosto diplomatica ed equilibrata l'attrice e regista francese Agnes Jaoui che interviene anche lei sul tema: "Netflix è una questione essenziale per il cinema ma il mondo va avanti e non si può fare nulla contro la tecnologia. Certo abbiamo dei diritti ma anche dei doveri, dobbiamo rivedere la cronologia con cui i film vanno in sala e poi in televisione. E' un problema molto francese ma sarebbe completamente assurdo penalilzzare i grandi registi che noi avremo la possibilità di vedere sul grande schermo ma è ugualmente un peccato gli altri spettatori non abbiano questa occasione, va trovata una soluzione".
Franceschini: difendere il cinema ma non difensiva.
Sulla polemica tra il festival e Netflix, interviene da Cannes anche il ministro Dario Franceschini che ribadisce che si "deve difendere il cinema nelle sale, e questa legge lo dimostra, ma non si possono avere solo logiche difensive: anche sull'eccezione culturale ci siamo messi sulla difensiva, senza pensare al contrattacco". Infine, allargando il campo, Franceschini osserva come "tutte le paure di questo tempo vengono dalla mancanza di conoscenza, tanto che accomuniamo gli extracomunitari, gli africani. Viceversa, la multiculturalità è valorizzazione dell'identità, noi non dobbiamo costruire muri ma ponti".
I film Netflix in concorso. I titoli prodotti da Netflix che sono in corsa per la Palma d'oro sono il film di Noah Baumbach The Meyerowitz Stories con Dustin Hoffman e Adam Sandler e quello di Bong Joon Ho, Okja con Tilda Swinton.
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