“ALTRO CHE TRASH DEMENZIALE, ‘ARRAPAHO’ ERA UN FILM DADAISTA” – CIRO IPPOLITO PARLA DEL FILM-CULT ANNI ’80 GIRATO CON GLI SQUALLOR, RESAURATO PER IL FESTIVAL “IL CINEMA RITROVATO” DI BOLOGNA: “LO PROPOSI ALLA TITANUS, MI PRESERO PER MATTO, NON MI DIEDERO UNA LIRA. ALLORA ME LO SONO FATTO DA SOLO, FACENDO RECITARE QUELLI DELLA TROUPE. FU UN TRIONFO” – “VOGLIO VEDERE SE DOPO PIÙ DI 40 ANNI QUALCUNO FINALMENTE SI ACCORGE CHE È UNA NUOVA VERSIONE DI GIULIETTA E ROMEO” – IL DOCUMENTARIO “C’ERA UNA VOLTA NAPOLI”, GIRATO CON MARCO GIUSTI: “È UN OMAGGIO ALLE MIE ORIGINI, IO QUEL CINEMA LO CONOSCO A MEMORIA”… - VIDEO

ciro ippolito

Estratto dell’articolo di SdC per “la Stampa”

«Lo proposi alla Titanus, mi presero per matto, non mi diedero una lira. Allora me lo sono fatto da solo, con le mie forze, più o meno 130 milioni, facendo recitare quelli della troupe. Anche i distributori non lo volevano. Trovai solo due uscite, a Viareggio e a Ischia, il 14 e 15 agosto 1984. Fu un trionfo, alle 3 di notte c'erano ancora le file per una replica improvvisata seduta stante».

arrapaho

Quando rievoca il suo grande successo demenziale, Ciro Ippolito ride e scuote i lunghi capelli bianchi. Arrapaho – è di questo film che stiamo parlando in occasione del restauro in anteprima al Cinema Ritrovato di Bologna – è stato un successo enorme quanto inatteso, tale da convincere la Titanus a tornare sui propri passi e a produrre Arrapaho 2 che poi cambierà il titolo in Uccelli d'Italia, sempre con il gruppo demenziale degli Squallor.

arrapaho.

[…] «Non c'era sceneggiatura, non c'era niente, improvvisavo tutto, facevamo la parodia delle pubblicità più note, anche Cesare Ragazzi era un imitatore ma nessuno se ne accorse. Ridevamo e giravamo, giravamo e ridevamo, la prima ripresa era sempre meglio delle altre perché gli Squallor sapevano soprattutto improvvisare, quando dovevano ripetere non erano capaci, del resto non erano attori».

marco giusti e ciro ippolito c'era una volta a napoli

Fu eletto come simbolo del cinema trash demenziale, ma Ippolito ride di fronte a questa definizione: «Per me è il film più bello del mondo. È un film dadaista». […] E pochi mesi fa è tornato a dirigere un grande documentario sul cinema napoletano: «Un omaggio alle mie origini, io quel cinema lo conosco a memoria».

[…] E il restauro del suo blockbuster personale Arrapaho è per lui fonte di grande gioia, po' una rivincita: «Voglio vedere se riproponendolo dopo più di 40 anni qualcuno finalmente si accorge che è una nuova versione di Giulietta e Romeo, altro che trash demenziale». Chissà?

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