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LA MODELLA ITALIANA AMBRA BATTILANA GUTIERREZ VUOLE FAR RIAPRIRE IL CASO WEINSTEIN: “DIECI ANNI FA LA POLIZIA DI NEW YORK INSABBIÒ LA MIA DENUNCIA PER MOLESTIE CONTRO IL PRODUTTORE. SO CHE ERA PRONTO UN MANDATO D’ARRESTO: MA QUALCUNO INTERVENNE DALL’ALTO. MISERO IN DUBBIO LA MIA REPUTAZIONE, DISSERO CHE ERO UNA PAZZA, UNA PROSTITUTA, UNA RICATTATRICE. LA VICENDA VENNE CHIUSA, LA MIA CARRIERA DISTRUTTA. UN SISTEMA D’AMICIZIE PROTESSE WEINSTEIN, UNA VERA MACCHINA DI COLLUSIONI” - SOTTO ACCUSA PURE L’EX SINDACO DELLA "GRANDE MELA" RUDY GIULIANI CHE...

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Anna Lombardi per repubblica.it - Estratti

 

«Dieci anni fa la polizia di New York insabbiò la mia denuncia di molestie contro Harvey Weinstein, nonostante ci fossero prove concrete. Le aveva raccolte Michael Osgood, allora a capo della Special Victims Division, la divisione che si occupa di vittime di reati sessuali.

 

Lui aveva creduto al mio racconto sul tentativo di violenza subito mentre ero nell’ufficio newyorchese del produttore. E mi aveva mandata il giorno dopo a incontrarlo di nuovo con un registratore nascosto addosso. Quello reiterò le sue avances aggressive e noi incidemmo su nastro ogni parola.

 

So che era pronto un mandato d’arresto: ma qualcuno intervenne dall’alto. Misero in dubbio la mia reputazione, dissero che ero una prostituta, una ricattatrice. Il caso venne chiuso, la mia carriera distrutta». Dieci anni dopo Ambra Battilana Gutierrez cerca ancora giustizia. La modella italiana, oggi 32enne, è l’ex Miss Piemonte che nel 2010 testimoniò pure contro Silvio Berlusconi al Ruby bis, il processo sulle cene “eleganti” di Arcore dove l’avevano portata poche ore dopo aver ottenuto la fascia.

ambra battilana rodriguez harvey weinstein

 

Nel 2015, fu la prima a denunciare Weinstein alla polizia, che, appunto, la convinse a rincontrarlo con un registratore in tasca. Ma il caso venne misteriosamente chiuso. Se ne riparlò solo nel 2018, quando contro di lui si accumularono le denunce del movimento #MeToo. Ora, aiutata dall’avvocatessa Sarena Townsend e da quell’Osgood che all’epoca tentò di aiutarla (salvo essere assegnato a nuovo compito) ha depositato una memoria dove si chiede un indagine sul perché il caso venne insabbiato.

 

harvey weinstein

Lo ha raccontato lei stessa nel corso di una conferenza stampa organizzata davanti al tribunale di New York, dove ha risposto pure ad alcune domande de La Repubblica. Accuse sono rivolte pure all’ex sindaco della Grande Mela, Rudy Giuliani, che all’epoca rappresentava Weinstein: avrebbe usato la sua influenza sull'allora commissario di polizia Bill Bratton e sul capo degli investigatori Robert Boyce per chiudere il caso.

 

La registrazione delle avances di Weinstein a Battilana è nota da tempo. Il perché Weinstein non venne arrestato non è mai stato chiarito.

ambra battilana rodriguez

 

Cosa la spinge ad agire proprio ora?

«La constatazione che per la giustizia di New York sono un fantasma. Qui Weinstein è di nuovo a processo: ma mentre sono stata chiamata a testimoniare nel processo di Los Angeles, nella città dove sono accaduti i fatti che mi riguardano non vengo considerata. La mia denuncia, la mia registrazione non vengono usate. Denuncio un sistema che va oltre Weinstein».

HARVEY WEINSTEIN

 

Agiva impunemente perché si sentiva protetto?

«Se ha fatto quel che ha fatto tanto a lungo è perché c’erano persone disposte a coprirlo e a compiacerlo che lo proteggeva. Una vera macchina di collusioni. Voglio metterla allo scoperto affinché quel che è accaduto a me non si ripeta in futuro. Ebbi il coraggio di denunciare e mi diffamarono. Dissero cose terribili. Oggi voglio che le donne come me si sentano sicure di poter parlare. Possano credere nel sistema».

 

Cosa accadde all’epoca?

«Non dimentico il modo in cui venni trattata nel 2015. Alla polizia mi dissero che sprecavo tempo e contro gente così potente non si poteva fare niente. Mi chiamarono pazza. Mitomane. Approfittatrice. Finii per accettare un accordo, è vero, ma fu una specie di trappola. La sentenza di qualche anno fa dimostra che dicevo la verità. Tutte noi accusatrici di Weinstein dicevamo la verità».

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(…)

 

Cosa la spinge, 10 anni dopo, a cercare ancora giustizia?

«Devo chiudere un cerchio. Ho subito troppo. È tempo di ottenere giustizia, tanto più che i tempi stanno cambiando e l’attitudine verso Weinstein è oggi diversa da quella degli anni del #MeToo».

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