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Antonello Guerrera per “la Repubblica”
LUCA GUADAGNINO E ANDRE ACIMAN
André Aciman, scrittore italo-americano nato ad Alessandria d' Egitto, lo sa che lei a 67 anni, per la prima volta in carriera, è entrato nella classifica dei dieci libri più venduti in Italia? E questo grazie a Chiamami col tuo nome (Guanda), il suo romanzo ora film di Luca Guadagnino in odore di Oscar.
«Non lo sapevo, è fantastico! Ma con chi sarei in classifica? Sa, di solito sono libri di cucina, per famiglie».
Ci sono Fred Vargas, Dan Brown, John Grisham È finalmente il successo che il suo drammatico romance omosessuale inseguiva da tempo?
«Il libro è uscito nel 2007, ma le vendite non sono mai state eccezionali. Anche il film ha subito tanti ritardi e contrattempi, diversi produttori e registi si sono tirati indietro perché presi da altro. Poi qualche anno fa Guadagnino volle incontrarmi con lo sceneggiatore James Ivory e mi disse di voler puntare sulla mia storia. Io ho accettato e ho deciso di non mettere becco nella sceneggiatura: a me piace la prosa, non i dialoghi. Comunque sapevo che Chiamami col tuo nome avrebbe avuto lunga vita. Ora ricevo una marea di lettere, soprattutto da ragazze e ragazzine».
Come se lo spiega?
«Non me lo spiego. Dieci anni fa mi scrivevano soprattutto uomini di una certa età: mi confessavano di aver pianto leggendo del padre di Elio nel romanzo, così comprensivo verso l' more gay del figlio. Alla loro epoca questo era impossibile».
E invece le ragazze che cosa le scrivono?
«Che il mio romanzo gli ha cambiato la vita. Lo adorano perché si immedesimano in un amore abbandonato per scarso coraggio - come spesso accade - ma che rimane dentro di loro. Chiamami col tuo nome tocca un nervo sentimentale e nascosto».
È forse quel nostro limbo emotivo e passionale che lei scuote in molte sue opere, da "Notti bianche" a "Città d' ombra"?
ANDRE ACIMAN - CHIAMAMI CON IL TUO NOME
«Può essere. Evidentemente, in Chiamami col tuo nome i miei lettori ritrovano vecchi sentimenti che non erano riusciti a spiegare né a capire prima perché non avevano le parole giuste per farlo. Credo che l'uso della narrazione in prima persona nel libro sia stata fondamentale, perché così un protagonista chiuso, complesso e insicuro come Elio può illustrare la straziante gestione dei suoi sentimenti: coi monologhi il suo animo e i suoi - i nostri - errori diventano accessibili, condivisibili. Il desiderio e l'amore sono sempre accompagnati dal turbamento ma soprattutto dalla vergogna».
Però il film di Guadagnino non è narrato in prima persona.
«Già. Ma Timothée Chamalet impersona così bene Elio che sul suo volto si leggono chiaramente i sentimenti e i tormenti che lui esprime nel romanzo. Tutti gli attori sono bravissimi, anche il suo amato Oliver impersonato da Armie Hammer: espressioni di pochi secondi sanno riassumere cinque pagine del libro».
Lei è eterosessuale, ha moglie e figli. È stato difficile raccontare un amore gay?
«No. Quando ero molto giovane - avrò avuto 10 anni - ero attratto da un altro ragazzo 16enne, un po' come Elio. Tra noi non c' è stato niente, ma i sentimenti erano lì, vivi, e li ho recuperati quasi cinquant' anni dopo quando ho scritto Chiamami col tuo nome ».
Perché?
luca guadagnino chiamami con il tuo nome
«Più di dieci anni fa io e la mia famiglia dovevamo partire per la mia amata Italia, come ogni anno. ma non siamo riusciti a trovare una sistemazione in Toscana. Allora la nostalgia mi ha avvinghiato e ho cominciato a scrivere pensando alla casa di Bordighera dipinta da Monet. Adesso ne faccio un romanzo, mi dissi, ma non gay. Poi però ho deciso di ripercorrere quell' amore che avevo intravisto a dieci anni. Ma era davvero amore?
Non lo so».
Quindi "Chiamami col tuo nome", dove lei ha un cameo con un personaggio omosessuale, è il rimpianto di non aver vissuto quel sentimento per un altro adolescente?
«No, per niente. Nessuna nostalgia. Ma certo non ho mai dimenticato quel turbamento vis- à- vis che ho provato per quel ragazzo e poi per altre persone negli anni successivi».
luca guadagnino chiamami con il tuo nome
La sua scrittura è una energica oscillazione tra desiderio, materialità e osceno, come la scena della pèsca.
«Ho sempre considerato la mia prosa casta, elegante, lirica ma allo stesso tempo nuda, ruvida e concreta. Il lirismo deve mescolarsi all' esplicito, le emozioni al fisico: mi piace accordare le voci dell' amore e dei corpi. Nel film Guadagnino ha fatto lo stesso, meravigliosamente».
Come ha reagito quando ha saputo che il regista lo aveva ambientato a Crema e non al mare o in Liguria, come nel libro?
«All' inizio mi era sembrata una scelta bizzarra, come la colonna sonora: avevo molti dubbi su Sufjan Stevens, ora candidato all' Oscar, preferivo Bach e Haydn. E quel finale così diverso dal mio romanzo... poi però l' ho apprezzato molto, come il resto. L' ultima scena del film è un capolavoro estetico, tra le più belle della storia del cinema. Non sono come Bassani che ripudiò Il Giardino dei Finzi- Contini di De Sica (poi premio Oscar nel 1972, n. d.r.): il regista va rispettato».
Elio e Oliver vivono in una famiglia multiculturale come la sua, parlano molte lingue, (italiano incluso) come lei. Sono ebrei, come lei, e questo li lega.
«Quando ero piccolo, a casa parlavamo francese, italiano, greco, arabo e andavo alle scuole inglesi. Vivevamo ad Alessandria, nell' Egitto coloniale di Nasser, eravamo benestanti prima di essere perseguitati, prima diventare profughi e vivere in povertà a Roma con mia madre sordomuta, per poi trasferirmi a New York, dove vivo e insegno. In Egitto ero un ebreo in un paese antisemita, Elio e Oliver sono due ragazzi ebrei in un paese cattolico.
ARMIE HAMMER CALL ME BY YOUR NAME
Ma in realtà lo scopo della mia scelta "religiosa" era un altro: sin dall' inizio della storia tra Elio e Oliver, prima dell' attrazione, serviva un punto di congiunzione oltre la loro volontà, qualcosa che potessero condividere. Per me la religione è una metafora del rapporto sessuale, e questo l' ho imparato da Proust che paragonava ebraismo e sessualità: sono entrambi modi di esistere in una società, ma di nascosto».
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