angelina jolie kony

UNA TRAPPOLA MOLTO JOLIE: ANGELINA VOLEVA PORTARSI A CENA IL SIGNORE DELLA GUERRA UGANDESE KONY PER FARLO ARRESTARE DALLE FORZE SPECIALI USA. E AVEVA MESSO IN MEZZO PURE BRAD PITT. TE CREDO CHE POI DIVORZI - LE EMAIL CON LUIS MORENO OCAMPO, PROCURATORE GENERALE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE: ‘LEI È PRONTA’

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Luigi Ippolito per www.corriere.it

 

joseph kony

Più che una storia vera, sembra un film con Angelina Jolie: la diva americana che tende una trappola romantica al sanguinario signore della guerra africano, con lo scopo di arrestarlo e trascinarlo di fronte alla Corte penale internazionale. Solo che non è un film, ma quello che realmente emerge dalle email scambiate fra l’attrice Usa e Luis Moreno Ocampo, il procuratore generale del tribunale dell’Aja. La documentazione è stata ottenuta dal sito investigativo francese Mediapart e visionata dal Sunday Times, che ieri ha raccontato la storia.

 

L’obiettivo dell’operazione, a metà tra Lara Croft e Mr&Mrs Smith, era il famigerato Kony, capo dell’Esercito di Resistenza del Signore, una milizia cristiana ugandese responsabile di uccisione, stupri e arruolamento di bambini-soldato. Kony era stato accusato di crimini di guerra dal Tribunale internazionale già nel 2005 e nel 2012 era diventato improvvisamente noto a tutti dopo che un video con le sue nefandezze aveva fatto il giro del web, raggiungendo 100 milioni di visualizzazioni in una settimana.

JOLIE PITT

 

Ed è proprio nel 2012 che Moreno Ocampo accarezza il progetto di arruolare Angelina Jolie per portare Kony davanti alla giustizia. In una delle email, il procuratore scrive che l’attrice «ha avuto l’idea di invitare Kony a cena e poi arrestarlo». È quella che gli inglesi chiamano honeytrap, una trappola al miele. «Adorerebbe arrestare Kony — scrive Moreno Ocampo in un’altra email —. Lei è pronta. Probabilmente andrà anche Brad (Pitt)».

 

L’obiettivo era aggregare Angelina e suo marito alle truppe speciali americane che davano la caccia a Kony: e poi lasciare la missione al fascino della Jolie. «Brad ci sostiene — risponde l’attrice via email —. Discutiamo la logistica. Tanti baci». Non sembra però che l’operazione sia andata in porto. Ma l’entusiasmo di Angelina a fare da esca non stupisce: l’attrice era da tempo impegnata in cause umanitarie e aveva sostenuto per anni il lavoro della Corte penale internazionale. Nel 2009 aveva anche presenziato al processo a Thomas Lubanga, il signore della guerra congolese condannato per arruolamento di bambini-soldato.

jolie pitt

 

Già dal 2001 Angelina era Ambasciatrice di buona volontà dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati: e in questa veste nel corso degli anni ha visitato i campi profughi in tutto il mondo, dal Pakistan alla Siria, dalla Turchia all’Iraq all’Africa. Ha finanziato e organizzazioni umanitarie come Medici senza frontiere e ha ricevuto numerosi premi per il suo impegno, fino a essere ammessa come membro del Council on Foreign Relations, uno dei più importanti think tank diplomatici.

angelina jolie brad pitt by the sea 9

 

Ma in particolare il procuratore Moreno Ocampo sembrava incline a ottenere la collaborazione di Angelina. Dalle email emerge che il magistrato chiede all’attrice di darle il suo parere sulle indagini riguardo ai crimini di guerra nei Territori palestinesi e a un certo punto le offre di diventare sua consulente: «Vedo per lei un ruolo nell’aiutarci a costruire ponti col campo umanitario e con i cittadini impegnati in tutto il mondo».

JOSEPH KONY

 

Non sembra che Angelina abbia accettato l’offerta, ma quando nel 2011 la diva stava promuovendo il suo film sulla guerra di Bosnia («Nella terra del sangue e miele»), lei scrive al magistrato per chiedere la sua opinione. Moreno Ocampo si spertica in lodi e Angelina risponde: «Vorrei che tu potessi vedere il sorriso sul mio volto. Tu rappresenti col tuo lavoro tutto ciò che io considero importante».

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