
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Antonio D’Orrico per “La Lettura - il Corriere della Sera”
Passeggeri notturni - Gianrico Carofiglio
Questo non è un libro ma un reato. Forse circonvenzione di incapaci (i lettori che abboccano e lo comprano ritenendo che si tratti di un libro; ci sarebbero gli estremi per una class action). O abuso di posizione (bestselleristica) dominante, figlia di una certa spocchia editoriale. Se no traffico di influenze (letterarie) illecite.
Più in generale, è ravvisabile la lesa maestà della lettura (e della scrittura). Il corpo del reato è costituito da trenta raccontini o elzeviri o corsivi o bozzetti di tre pagine ciascuno contenenti ricordi, sogni, incontri, microsaggi, più un paio di leggende metropolitane (l’ultima spiaggia di uno scrittore prima di essere colpito dalla sindrome della pagina bianca).
I trenta pezzi facili sono introdotti dalle parole di Thomas Mann (ma escluderei una complicità): «Lo scrittore è un uomo che più di chiunque ha difficoltà a scrivere». Sembra una citazione, ma a leggerla bene suona come una confessione (si potrebbero richiedere le attenuanti generiche) oppure come un avvertimento in stile dantesco: lasciate ogni speranza, voi ch’entrate (in questo caso si richiedono le attenuanti generiche per l’autore ma non per l’editore).
Cosa succede in questi racconti? Succede che l’autore trovandosi: 1) all’inaugurazione di una galleria d’arte; 2) in un treno di notte; 3) alla presentazione di un libro; 4) su una terrazza romana durante un party; viene avvicinato da una persona oppure ascolta una conversazione, situazioni che innescano una storiella di gusto zen. Lo spunto più promettente era quello delle castronerie degli avvocati americani durante gli interrogatori ai processi.
Un esempio. «AVVOCATO Si ricorda l’ora in cui ha esaminato il corpo? PERITO L’autopsia è iniziata attorno alle 20.30. AVVOCATO E il signor Dennington era morto? PERITO No, era sdraiato sul tavolo desideroso di sapere perché gli stavo facendo un’autopsia». Ma questa meglio non metterla a verbale perché se no per l’autore sarà ancora più dura trovare un difensore.
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