DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Lo scorsa settimana è nata ”Good2Go”, la applicazione di consenso che dimostra la volontà dei due partner di fare sesso. E’ gratuita su “iTunes” e “Google Play”. Dopo aver scelto il partner tramite smartphone, sullo schermo appare la domanda: “Are We Good2Go?” e la risposta “No, grazie,” “Sì, ma dobbiamo parlare”, “Sì, sono pronto/a”. Se si digita la prima opzione appare la scritta: «Ricorda, no è no. Solo sì è sì, ma può trasformarsi in un no in qualsiasi momento».
Se l’opzione digitata è la seconda, si vuole una conversazione prima di accettare. Se l’opzione è la terza, appare un’altra scritta sullo schermo di chi accetta: «Sei sobrio/a? Un po’ ubriaco/a o drogato/a? Ubriaco o drogato perso?».
Se la risposta è l’ultima, la app nega automaticamente il consenso. Se invece vengono digitate le altre risposte, lo schermo rimanda a una terza pagina, dove si specifica l’età e si accede al servizio per soli maggiorenni. Le info sono inoltrate all’altro partrner e l’affare è fatto. Per completare i livello si impiegano circa 4 minuti. Facile, no? Fin troppo, peraltro nessuna domanda viene fatta a chi fa la proposta di sesso. Nessuno domanda al richiedente se è sobrio o ubriaco.
L’ideatrice della app Lee Ann Allman, è convinta che il sistema funzioni, incoraggi la comunicazione fra persone, e rammenti l’importanza del consenso e dello stato fisico e mentale in cui si dà. Ricorda che può essere revocato in qualsiasi momento. Ma l’espressione “Good2Go” non è chiara.
Ovviamente è un eufemismo per indicare la attività sessuale, ma non specifica di quale tipo di sesso si tratta, se orale, vaginale, anale, con o senza protezione. Inoltre, tutti gli accordi privati sono registrati nel sistema “Good2Go”, con tanto di numero personale dell’utente. I dati sono conservati per motivi legali, possono essere rilasciati in particolari circostanze giudiziarie.
Nei casi di denunce di stupro, molti accusati sono innocenti. La memoria di “Good2Go” può aiutarli a dimostrare la loro innocenza. Contemporaneamente però questa cronologia non è d’aiuto alla vittima, che può anche aver scritto “sì”, ma poi averci ripensato. Di questo non c’è tratta sul sistema della app. In confronto a un simile scenario, parlare di sesso dal vivo invece che al cellulare, non è poi così spaventoso.
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