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ARIDANGHETE! A UNA SETTIMANA DAL GAROFANI-GATE, “LA VERITÀ” SI INVENTA UN ALTRO “COMPLOTTO” DEL QUIRINALE (QUESTA VOLTA LO CHIAMA "SGAMBETTO") – A ECCITARE BELPIETRO È UNA PRESUNTA FRASE CARPITA DA GIANFRANCO ROTONDI A MATTARELLA (“NON PERMETTERÒ CHE SI FACCIA UNA LEGGE ELETTORALE A RIDOSSO DEL VOTO”), SMENTITA DAL COLLE – IL DIRETTORE DEL QUOTIDIANO: “PERCHÉ INTERESSA TANTO UN SISTEMA PIUTTOSTO CHE UN ALTRO? NON SOLO PERCHÉ UN MELONELLUM AL POSTO DI UN ROSATELLUM PUÒ SPOSTARE GLI EQUILIBRI DEL PROSSIMO PARLAMENTO, MA ANCHE PERCHÉ LA MAGGIORANZA CHE SCATURIRÀ DALLE ELEZIONI DEL 2027 POI, NEL 2029, DECIDERÀ IL SUCCESSORE DI MATTARELLA...”
IL QUIRINALE PREPARA UN ALTRO SGAMBETTO
Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per “La Verità” – 29 novembre 2025
LA VERITA - PRIMA PAGINA 29 NOVEMBRE 2025
Augusto Minzolini riferisce una voce raccolta da Gianfranco Rotondi. Durante un incontro tenuto con l’associazione che raggruppa gli ex parlamentari, Sergio Mattarella si sarebbe lasciato andare a un giudizio tranchant: «Non permetterò che si faccia una legge elettorale a ridosso del voto. Abbiamo avuto l’esperienza del Mattarellum, che fu approvato poco prima delle elezioni, e diversi partiti arrivarono alle urne impreparati. Bisogna dare il tempo alle forze politiche di organizzarsi e prepararsi alle nuove elezioni».
[...] Se confermate, le parole di Mattarella dimostrerebbero che il prossimo scontro a cui assisteremo tra maggioranza e opposizione, con il Colle a sovrintendere e indirizzare, sarà proprio a proposito del sistema elettorale con cui si voterà nel 2027. Ho chiesto all’ex ministro per l’Applicazione del programma del governo Berlusconi se l’intervento fosse testuale e Rotondi mi ha rassicurato, dicendo, fra l’altro di condividere il pensiero del presidente.
Ma perché tanta attenzione alla legge che regolerà il prossimo appuntamento con le urne? La risposta è semplice. Nonostante il centrodestra sia avanti, con Fratelli d’Italia oltre il 31 per cento, Forza Italia e la Lega vicine all’8, per effetto dei collegi uninominali le elezioni potrebbero chiudersi con un pari e patta, cioè senza una maggioranza chiara, con la possibilità di dover ricorrere a quelle formule tipicamente italiane come il governo istituzionale.
In altre parole, se non fosse chiaro chi ha vinto, la palla tornerebbe nelle mani di Mattarella, che potrebbe affidare il mandato di guidare l’esecutivo a un nuovo Mario Monti o a un altro Mario Draghi [...]. Dunque, per scongiurare trappole quali il governo tecnico [...], sorge la necessità di cambiare la legge elettorale. Ma a Mattarella, a quanto pare, l’idea di una riforma a ridosso del voto non piace e sarebbe pronto a mettersi di traverso.
IL PIANO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI - LA VERITA - 18 NOVEMBRE 2025
Secondo il capo dello Stato (versione Rotondi) i partiti rischierebbero di arrivare impreparati, perché non avrebbero il tempo di organizzarsi. Il presidente a tal proposito avrebbe citato l’esperienza del Mattarellum, ovvero della legge che porta il suo nome, approvata dal Parlamento all’inizio di agosto di 32 anni fa ed entrata in vigore sei mesi prima del voto, consentendo a Silvio Berlusconi di sconfiggere, sorprendendo tutti, forse anche l’autore della riforma, la «gioiosa macchina da guerra» di Achille Occhetto.
Secondo Rotondi, il presidente avrebbe citato come esempio negativo proprio il Mattarellum. Tuttavia, sfogliando gli annali della politica si scopre che anche altre leggi elettorali sono state varate a ridosso del voto. Qualche volta addirittura pochissimi mesi prima.
SERGIO MATTARELLA - Assemblea generale delle Province italiane
È il caso del Porcellum, il sistema tenuto a battesimo da Roberto Calderoli che, votato poco prima di Natale del 2005, venne impiegato per la prima volta alle elezioni del 9 e 10 di aprile 2006.
Però il sistema più interessante per l’esercizio del voto è il cosiddetto Rosatellum, dal nome dell’esponente del Pd Ettore Rosato. Bisogna tornare all’autunno del 2017, quando Matteo Renzi (non più premier, ma ancora segretario del Pd) si preparava alle elezioni con la convinzione di vincere e di tornare a Palazzo Chigi. E la legge elettorale doveva servire proprio a quello.
Votato dal Parlamento in lettura definitiva il 26 ottobre del 2017, il Rosatellum fu usato per la prima volta il 4 marzo del 2018, ovvero quattro mesi dopo la sua approvazione [...]
giorgia meloni gianfranco rotondi foto di bacco (1)
Vi chiedete perché interessi tanto un sistema piuttosto che un altro? Non solo perché un Melonellum al posto di un Rosatellum può spostare gli equilibri del prossimo Parlamento, ma anche perché la maggioranza che scaturirà dalle elezioni del 2027 poi, nel 2029, deciderà il successore di Mattarella. Tutto chiaro? A me sembra chiarissimo.
RE SERGIO NEGA LE TRAME, MA LO SCONTRO C’È
Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per “La Verità”
Mattarella smentisce. Con una nota dell’ufficio stampa, il Quirinale ha negato che il capo dello Stato sia intenzionato a «non permettere che si faccia una nuova legge elettorale a ridosso del voto». Gianfranco Rotondi, ex ministro per l’Attuazione del programma e oggi parlamentare di Fratelli d’Italia, aveva dato per certa l’opposizione del presidente della Repubblica, il quale si sarebbe espresso in tal senso durante un incontro con l’associazione degli ex onorevoli. La frase attribuita a Mattarella, ha precisato l’ufficio stampa del Colle con una nota inviata al Giornale, che per primo ne aveva parlato, è «totalmente priva di fondamento». Bene.
LA PAGINA DELLA VERITA CON I DUE ARTICOLI SUL PRESUNTO PIANO DEL COLLE CONTRO GIORGIA MELONI
Significa che una nuova legge elettorale, anche se si avvicinano le elezioni, si può fare. Era bastato un accenno all’intenzione di mettere mano al sistema di voto perché le opposizioni si mettessero di traverso, decise a opporsi alla modifica del Rosatellum.
[...] Dunque, fossero state vere le parole riferite da Gianfranco Rotondi, sarebbe stato ben strano. Infatti, ci sarebbe stato da chiedersi perché il Quirinale fosse deciso a impedire una riforma del sistema a un anno e mezzo dalle elezioni, quando otto anni fa lo stesso presidente della Repubblica non aveva avuto nulla da eccepire di fronte a una modifica del sistema a pochi mesi dalle elezioni.
[...]
Come a una cena con alcuni sconosciuti ha ben spiegato Francesco Saverio Garofani, ovvero il collaboratore di Mattarella segretario del Consiglio supremo di difesa, per battere la Meloni non serve soltanto una leadership acchiappavoti, c’è bisogno anche della modifica alla legge elettorale. Ovviamente, essendo un ex Pd, Garofani, vorrebbe un sistema che favorisca la sua parte politica.
Ma siccome è molto difficile che Giorgia Meloni faccia un regalo al centrosinistra, predisponendo un sistema che agevoli i compagni, l’opposizione rema contro e forse anche in alcuni uffici dei vertici della Repubblica c’è qualcuno che guarda con sospetto alle modifiche della legge elettorale.
Le ragioni del fuoco di sbarramento sono tutte qui. Se si stoppa un nuovo sistema che ridisegni i collegi e consenta agli italiani di scegliere da chi farsi governare, la sinistra ha qualche speranza non di vincere, ma di ingolfare il sistema, ovvero di impedire che le elezioni diano una maggioranza precisa alla coalizione in vantaggio.
SERGIO MATTARELLA AL PARLAMENTO TEDESCO - 2
Sapendo di non avere molte possibilità di sconfiggere Giorgia Meloni in quanto la maggioranza degli italiani vota centrodestra, qualcuno fra i compagni sogna un pareggio, così da consentire al capo dello Stato di scegliere un tecnico a cui affidare la guida di un esecutivo di unità nazionale. Sono decisioni che abbiamo già visto in passato e, come è noto, non ne è venuto nulla di buono, ma soltanto tasse e declino economico.
Le leggi elettorali degli ultimi 30 anni sono sempre state a ridosso del voto. Per cui sarebbe sembrato strano che solo ora il capo dello Stato le volesse impedire. [...
IL VIDEO CON CUI GIORGIA MELONI, NEL 2018, CHIEDEVA LA MESSA IN STATO D'ACCUSA DI SERGIO MATTARELLA
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