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“SONO SEMPRE STATA UN PO' PARTICOLARE, FUORI DAGLI SCHEMI E SONO FINITA NEL MIRINO DEI BULLI” – ARISA SI RACCONTA, DALLE PRESE IN GIRO A SCUOLA AGLI INSULTI DEGLI ODIATORI DA TASTIERA: “SUI SOCIAL SE MI VA DI MOSTRARMI, LO FACCIO SENZA FRENI. ME NE FREGO E VADO PER LA MIA STRADA. NELL’AMBIENTE DELLA MUSICA C'È CHI PREDICA BENE E RAZZOLA MALISSIMO. LA REALTÀ È CHE SE PER LA DISCOGRAFIA NON HAI UN VALORE ECONOMICO LA TUA DIVERSITÀ NON È ACCOLTA COSÌ COME SI DOVREBBE…”

Luca Dondoni per “la Stampa” - Estratti

 

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«Il bullismo è una ferita profonda. Bisogna insegnare ai giovani l'importanza della gentilezza e la musica può fare molto». Sincerità, Arisa la canta e la pratica abitualmente, anche quando le attira critiche o peggio ancora insulti. Dal bullismo a scuola agli haters alla tastiera, lei negli anni ha saputo costruirsi una corazza e ora si sente chiamata a dare forza ai ragazzi.

 

Canta ancora è il titolo della sua canzone che sarà nella colonna sonora del film Il ragazzo dai pantaloni rosa ispirato alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena che nel 2012 si tolse la vita dopo gli atti di bullismo subiti a scuola. E che stasera canterà alla cerimonia per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Cagliari, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (diretta su Rai 1 dalle 16,30).

 

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Anche lei ha raccontato di essere stata vittima dei bulli.

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«Sono sempre stata un po' particolare, fuori dagli schemi, sapevo di non essere parte del gruppo, protetta. Il bullismo è una ferita profonda e non la si può ignorare ma al di là del mio vissuto, come artista e come donna sento il dovere di sensibilizzare il pubblico che incontro. Bisogna insegnare ai giovani l'importanza della gentilezza e la musica può fare molto. Non possiamo delegare il compito della divulgazione sociale solo agli organi proposti. Bisogna agire in prima persona, dare l'esempio».

 

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Lei anche online dice sempre quello che pensa ed è bravissima a rispondere alle provocazioni. Come si fa? È una reazione spontanea o una grammatica social che bisogna imparare?

«Noi tutti siamo un palloncino in un mondo d'aghi. Bisogna stabilire delle priorità, iniziando dalla famiglia, dalle persone a cui dare credito e a cui non darne. Ho fortificato la mia rete di conoscenze e sono sempre a posto con me stessa qualsiasi foto o commento posti online per cui me ne frego e vado per la mia strada».

 

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Sincerità e spontaneità sono il segreto per stare bene nell'ambiente artistico?

«Camilleri aveva detto: «La verità ha una vibrazione diversa". Ebbene credo che noi siamo organismi vibranti e se riusciamo a ottenere sempre la stessa vibrazione, sinceri con noi stessi, il gioco è fatto. Se qualcuno mi chiede qualcosa dico sempre quello che penso perché farei più fatica a inventarmela. Scelgo la via più facile e, sui social, se mi va di mostrarmi lo faccio senza freni. Chi non gradisce vada pur via. Non bisogna aver paura di difendere i propri gusti e quello che si è. Non fingere mai di essere qualcun altro».

 

A proposito di giovani e giovanissimi, quest'anno sarà tra i giudici di "The Voice Kids": sente il peso della responsabilità?

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«Il programma ha un messaggio molto potente, inclusivo e autentico. Non vediamo gli artisti che vengono a farsi provinare e perciò non siamo influenzati dall'estetica, ma da quello che cantano. Il focus del talent è su quello che fai e non sul come ti presenti. Sarò con Gigi D'Alessio, Clementino e spero ci sia Loredana Berté (che ora ha problemi di salute, ndr) perché quella passata è stata una grande edizione».

 

Sabato scorso è stata applauditissima a un concerto tributo per Giuni Russo a 20 anni dalla morte. Una donna mobbizzata, discriminata, messa da parte. La conosceva?

«Ho letto la sua biografia e mi ha colpito tantissimo la sua forza, la determinazione dell'essere sé stessa. Che grande dignità, Giuni. Non è mai stata in vendita, ha detto sempre no alle forzature in nome dell'apparenza o dei soldi; questo mi fa pensare che se oggi fosse stata fra noi avrebbe avuto di più».

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Oggi le cose vanno meglio?

«Vero è che nel mio ambiente c'è chi predica bene e razzola malissimo. La realtà è che se per la discografia non hai un valore economico la tua diversità non è accolta così come dovrebbe, ma meno male che nei ragazzi d'oggi vedo grande sensibilità. Molti di loro non sono lobotomizzati dai cellulari come ce li mostrano, anzi sono sicura che le prossime generazioni ci daranno grandi soddisfazioni».

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