DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL…
Barbara Costa per Dagospia
james ellroy american tabloid ed. 2022
Ci sarà l’assassinio di Kennedy. Qualunque cosa accada. Chi sa la verità della storia? E la Storia, quella che ci scorre davanti, e quella che leggiamo sui libri – quella che ci fanno sapere – ha una sua chiave? Una sola? O quante? Esce una nuova edizione di "American Tabloid", di James Ellroy (Einaudi ed., dal 5 luglio), e allora: dov’è morto Kennedy, a Dallas, o a Miami? A Dallas, il 22 novembre 1963, data che chiude American Tabloid, pochi istanti prima di quello sparo… o quattro, sei, quanti…??? Se la testa di John Kennedy è scoppiata a Dallas, poteva in Ellroy scoppiare prima, a Miami, e per volere di chi? Mafia, CIA, servizi segreti deviati, Cuba, il Cremlino, Johnson, Hoover? E tu da che parte stai? A chi credi? Tifi per il cecchino solitario nel magazzino di libri, o sei per il team del complotto dietro la collinetta erbosa?
Stai con James Ellroy: piglia tutto, mischia tutto, mixa, shakera, servi: non è stata la mafia, non è stata solo la mafia. Non è stata la CIA, non è stata solo la CIA. Non è stato il governo, o solo il governo, o i servizi segreti infedeli, o non solo loro… hai capito, sì o no? Ogni persona vale la busta dei soldi sporchi che si intasca.
Sono i soldi, che fanno la Storia e muovono le azioni di ognuno di noi, grande o piccolo, a ogni modo corrotto. Sudori, bestemmie, e manovre di traditori, sbirri, spie, killer, giornalisti, alcolizzati, e miliardari paranoici, codeina sparata in vena, tassisti “con, sul sedile, una calibro 45 automatica”, politici, corrieri, mafiosi amici dei Castro, e su tutti “quel Kennedy, ch’è peggio di Castro”, quel Kennedy, deve morire, ricattato da chi, da Hoover, sì, no, anche, e dai mafiosi ex soci del padre, il vecchio Joe, “come credi che vi sia stato messo, il suo ragazzo, alla Casa Bianca?”.
I Kennedy li inguai con le donne. E le donne, in Ellroy, chiacchierine, mantidi a letto, sono rosse “un intrico di grosse vene che pulsano fra la peluria rossa, e le lentiggini”. Sono come sua madre: ammazzata, violentata, strangolata, e Ellroy era un bambino decenne.
Se in ogni libro di Ellroy a un certo punto c’è Dio, in American Tabloid Dio è in Kennedy che appare a Barb, la rossa, in uno dei party di Peter Lawford. All’improvviso John Kennedy è davanti a Barb, e… “Gesù!”, “Non proprio, ma grazie lo stesso”, “Che ne dice di: buonasera, signor presidente?”, “E tu, che ne dici di: ciao, Jack?”.
john kennedy frank sinatra (2)
Jack è il presidente degli Stati Uniti, e non perde tempo: con le donne sa come si fa. È stato educato così. John “2 minuti” Kennedy, e in American Tabloid è il tempo che JFK ci mette a mettertelo e a venirti dentro. James Ellroy si proclama “etero, di destra, cristiano, nazionalista, militarista, e capitalista”. Per lui JFK è stato uno statista di serie B, poi un martire. È suo fratello Bobby, l’eroe di Ellroy, e in American Tabloid Bobby è freddo, spietato, nei suoi sguardi, e nella sua guerra al crimine. Mafioso.
john kennedy j. edgar hoover robert kennedy
Fino a che è il crimine, mafioso, a venire da lui. Tu, lettore, non scordarlo: ci sarà l’omicidio di Kennedy. Qualunque cosa accada. E se Ellroy ci tartassa per farlo a Miami, per quella partita di eroina, dei Castro, alla mafia, della Florida, è eroina rubata, da due che se non voglion finirci loro, secchi, che secchino Kennedy, ora con Castro d’accordo (“no, tu e i tuoi amici cubani non potete assassinarlo…”).
Se Kennedy Cuba non la invade più, i casinò, e i bordelli, la mafia, come se li ripiglia? “Senti... digli pure addio… Sinatra non ci è servito a un caz*o! I Kennedy l’hanno cacciato a calci dalla Casa Bianca… li odio, qualcuno dovrebbe farli fuori… no, Bobby no… Jack capirebbe… Jack voleva la testa di Castro, la voleva anche la CIA… ora non la vuole più? Prima invade, poi si ritira… Jack è una f*ca, non riesce a decidersi. La vera f*ca è Fidel, gran puto…”) Ti sei perso, eh? Non te la sto intorbidendo, neppure un poco… Con Ellroy, la lettura balla in cerchi di LSD. Con Ellroy, ti basta sbattere le palpebre per perdere il filo. Ecco che Bobby ha a sé i registri coi movimenti dei soldi della mafia. Ha la prove. E le sbatte al muro. Tra quei nomi c’è suo padre…
Tu apri American Tabloid, e parti da qui: Kennedy deve morire. Come, ammazzato, dove, se si può, si faccia a Dallas, per mano di chi… Di uno, più d’uno, manovrato da tanti, su più livelli, e da nessuno. In mezzo, la fogna la più fogna d’America. Vale a dire la indistruttibile forza degli Stati Uniti. “L’America non è mai stata innocente”: è l’incipit di American Tabloid.
L’imene se ce l’aveva se l’è spezzato nella traversata, “sulla nave durante il viaggio di andata, e ci siamo guardati indietro senza alcun rimpianto”. E avete fatto bene!!! Noi non avremo mai un Italian Tabloid. O un France Tabloid, né un qualsiasi altro Paese del Caz*o Tabloid… Perché non c’è nessuno col fegato pari a James Ellroy in grado di cogliere la m*rda, la sua, più quella rinsecchita che ha concimato e permesso la sua. Ellroy è in questo, perdutamente, fin nelle più fonde viscere, patriota americano.
E ama senza secondi fini il suo Paese da mangiarsela, la m*rda che produce e ammorba, per così farne oro noir letterario. Fictionalized. No, da noi… solo piscia sotto. Che vuoi farci, noi non abbiamo avuto, né avremo mai, un Kennedy, uomo, politico, da letterariamente martoriare accecati dai suoi segreti, e dalla sua testa saltata. Sta in larga parte qui, la nostra irriformabile e insopprimibile mollezza.
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