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FREMITI E FRÉMAUX - BARBERA PRENDERÀ IL SUO POSTO A CANNES? ''RIDICOLO, È PIÙ FACILE CHE ALBERTO E IO CI SPOSIAMO, LE PRIME NOZZE GAY TRA DIRETTORI DI FESTIVAL''. THIERRY È A ROMA E PARLA DI NETFLIX E SIMILI: LUI HA BANDITO LO STREAMING DALLA CROISETTE, MA ADESSO APRE APRE UNA PORTICINA: ''DEVONO CONVIVERE CON LE SALE''. LA SUA POLTRONA DIPENDE PROPRIO DA COME LE AFFRONTERÀ…

THIERRY FREMAUX CANNES

Gloria Satta per il Messaggero

 

«Roma, il bellissimo film di Alfonso Cuaròn, l’avevo invitato a Cannes. Ma quando è stato venduto a Netflix ho dovuto rinunciarci e così l’ha preso Venezia ». E’ la rivelazione che Thierry Frémaux, il delegato generale del festival più importante del mondo, lancia nel corso di un affollato “Incontro ravvicinato” moderato da Antonio Monda. «Tant’è vero che Cate Blanchett, da me incontrata al Lido alla proiezione di Roma, mi ha detto: sono venuta a vedere il 22mo film del concorso di Cannes».

 

alberto barbera

E quando Cuaròn ha vinto il Leone d’oro cosa ha pensato? «Sono stato contento per lui. L’irruzione delle piattaforme nella produzione segna una fase chiave nella storia del cinema. Magari tra cinque anni tutto si sarà normalizzato, ma la situazione è ancora complicata e io, che non ho potuto avere in concorso i titoli prodotti dai giganti dello streaming a causa delle proteste degli esercenti, fortissimi nel Cda del Festival, sto ascoltando le ragioni di tutti. Non sono né pro né contro le piattaforme: il mio lavoro è mostrare lo stato del cinema. E il capitolo Cannes 2019 è ancora da scrivere». Sottinteso: la porta non è chiusa.

 

CAMBIAMENTO EPOCALE

ROMA ALFONSO CUARON

L’intervento di Frémaux ha introdotto alla Festa di Roma il tema “caldo” del momento: la presenza sempre più massiccia dei film prodotti dalle piattaforme e, di conseguenza, il cambiamento epocale, ma non indolore, in atto nella fruizione dei film che non si vedono più solo in salamaanche sul pc, sul tablet, sul cellulare. Il direttore di Cannes ha parlato inoltre del Festival da lui diretto e, senza peli sulla lingua, del rapporto con Venezia.

 

cuaron roma

«Le sale vanno difese, tant’è vero che ne ho comprate tre a Lione, la mia città. Ma devono coesistere con le nuove abitudini degli spettatori», ha spiegato. «Dovremmo piuttosto riflettere sul fatto che grandi registi come Cuaròn o Martin Scorsese si facciano finanziare dalle piattaformeperché gli studios rifiutano certi film d’autore. Invece i capi Netflix sono cinefili, intelligenti e ricchi».

 

LIDO E CROISETTE

Quanto a Venezia, «sono amico del direttore Alberto Barbera e mi felicito sempre dei suoi successi, ma non si può giudicare la riuscita di una Mostra solo in base alla presenza dei film americani che poi andranno all’Oscar», ha detto. «Me ne frego dell’Oscar, sulla Croisette io porto il cinema di tutti i Paesi del mondo». Guerra dei festival? «Diverse volte Venezia ha preso i film che noi avevamo rifiutato e poi li ha premiati. Maa Cannes non avrebbero avuto riconoscimenti perché la stampa e l’opinione pubblica sono molto più esigenti e violente: noi siamo obbligati a mostrare due capolavori al giorno».

Thierry Fremaux

 

Ma è vero, come ha scritto il sito Dagospia, che è pronto a lasciare il suo posto proprio a Barbera? «Ridicolo», insorge Frémaux, «è più facile che Alberto e io ci sposiamo, celebrando le prime nozze gay tra direttori di festival».

 

L’interessante intervento di Frémaux è avvenuto in una giornata in cui la musica ha fatto la parte del leone. Dopo la proiezione del toccante film Jan Palanch di Robert Sedlacèk sullo studente che nel 1969 si diede fuoco per protesta contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, all’Auditorium Manuel Agnelli veniva inseguito dai fans a caccia di selfie e autografi: il musicista e giudice di XFactor è il protagonista del documentario di Giorgio Testi Noi siamo Afterhours e ieri sera, prima della proiezione, la band ha tenuto un piccolo concerto acustico scatenando l’entusiasmo.

netflix on tv 4

 

Applaudito anche il film di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu Il flauto magico di Piazza Vittorio sui musicisti della famosa Orchestra multietnica. E le note di Rachmaninov, sprigionate da un pianoforte appoggiato sul red carpet, hanno accompagnato ad Alice nella città la proiezione del film francese Nelle tue mani diretto da Ludovic Bernard. Il protagonista è Lambert Wilson nel ruolo del direttore di conservatorio che scopre il talento di un giovanissimo musicista di strada. Una storia delicata, irresistibile in attesa dei protagonisti di oggi: Sigourney Weaver, il biopic Stan & Ollie su Oliver e Hardy, Viggo Mortensen in Green Book, Millennium: quello che non uccide con Claire Foy.

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