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Caterina Soffici per "Il Fatto Quotidiano"
Alla Bbc sapevano che l'ex dj Jimmy Savile era un pedofilo? Come mai l'inchiesta sui presunti abusi sessuali che doveva andare in onda durante il programma di approfondimento Newsnight fu stoppata dai vertici aziendali nell'ottobre 2011? E se qualcuno sapeva, come e perché ha coperto il presunto pedofilo?
La commissione d'indagine interna istituita dopo la tempesta perfetta che ha scosso la tv di Stato britannica ha partorito tremila pagine di interrogatori, email, testimonianze e riflessioni. Il cosiddetto "Pollard Report" è una massiccia "operazione trasparenza" che ha coinvolto dipendenti, giornalisti e management ma che rischia di lasciare aperti molti dubbi e di non chiarire fino in fondo come è stato possibile che un personaggio come Jimmy Savile abbia condotto un programma di successo e dentro gli studi della Bbc abbia molestato centinaia di giovani, maschi e femmine e anche bambini e bambine, nell'arco di 50 anni senza che nessuno abbia visto né sentito niente.
La Bbc mette online il materiale, ma delle migliaia di pagine di informazioni e testimonianze raccolte solo il 3 per cento è stato trascritto e reso pubblico per motivi legali. Spiegano infatti sul sito che molti documenti sono "coperti" per evitare denunce di diffamazione e per coprire la riservatezza delle fonti e della vittime di Savile (ci sono decine di indagini in corso). Quindi mentre il direttore generale Tim Davie fa un atto di pubblica ammenda e si cosparge il capo di cenere con frasi tipo "la Bbc è stata aperta e trasparente nel gestire questo capitolo infelice della sua storia e adesso è importante imparare dagli errori e andare avanti per riconquistare la fiducia del pubblico", dall'altra ci sono le affermazioni di chi accusa l'emittente di Stato di aver fatto solo una pulizia di facciata e di aver censurato la verità con la scusa della riservatezza.
Tra le dichiarazioni rese pubbliche ci sono anche quelle del presentatore di Newsnight Jeremy Paxman, una sorta di mito del giornalismo autorevole e indipendente in stile inglese, il quale ha definito "patetica" la decisione di non mandare in onda il reportage su Savile.
Una "sentenza politica" ha detto, aggiungendo che "era un gossip noto a tutti che al dj piacevano le persone giovani" ("io pensavo fossero solo ragazze", ha aggiunto). Lord Patten, il presidente del trust che governa la Bbc, accusa invece la gestione "di stile cinese" dell'ex direttore generale Mark Thompson e del suo successore Entwistle (entrambe le teste sono rotolate) e dice che su Savile si è menato troppo il can per l'aia. Ma c'è anche chi sostiene di non aver mai sentito dire niente di strano sul dj e di essere caduto dalle nuvole alla notizia della pedofilia. Mentre Lord Mc Alpine, ingiustamente tirato in ballo durante un programma sulla pedofilia, accusa la Bbc di comportarsi come i servizi segreti.
Insomma, un guazzabuglio che forse si dipanerà nei prossimi giorni, quando le carte saranno lette con più chiarezza e quando si saprà qualcosa dall'altra indagine, quella aperta in seno alla polizia per indagare su presunti aiuti e complicità da parte della stessa polizia. Secondo il Guardian infatti, sarebbe stato un ex ispettore della polizia ad aiutare Savile e a coprire le sue violenze sessuali. Intanto all'Alta Corte di Londra sono arrivate le prime trentuno richieste di risarcimento da parte delle vittime contro gli eredi di Savile.
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