new york porn festival

1. ANCHE GLI HIPSTER SI ARRAPANO! BENVENUTI AL PRIMO "NEW YORK PORN FILM FESTIVAL", CHE SI È SVOLTO A BROOKLYN, TRA FROCERIE DI JAMES FRANCO E PORNHUB COME SPONSOR 2. TRE GIORNI DI PROIEZIONI, DAL SEX TAPE DELLA STELLA DEI REALITY TILA TEQUILA A UN UOMO CHE SI STROFINA I CAPEZZOLI PER 7 MINUTI E HA UN ORGASMO (IL PUBBLICO APPLAUDE) 3. ECCO UNA DONNA CON LA MASCHERA DI ANGELA MERKEL CHE FA UN POMPINO A UNO CON LA MASCHERA DI VLADIMIR PUTIN, UN'ALTRA CHE ESPELLE UN UOVO SODO DALLA VAGINA E LO MANGIA - VIDEO

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VIDEO - IL PRIMO "NEW YORK CITY PORN FILM FESTIVAL"

 

 

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Yohana Desta per “Mashable”

 

Dal 28 febbraio al 1 marzo a Brooklyn si è tenuto il primo “Porn Film Festival”, sponsorizzato da “PornHub” e curato dall’artista Simon Leahy nello spazio d’avanguardia “Secret Project Robot”. Si è trattato di una rassegna di cinema sperimentale, con lezioni tenute da storici ed esperti, davanti a un pubblico di giovani fanatici d’arte desiderosi di partecipare alla più audace delle feste. Non tutti i film avevano contenuti porno, alcuni erano divertenti, altri scioccanti, ma ho visto una quantità di peni e vagine decisamente superiore al necessario. Dopo tre giorni ero più viziosa e illuminata.

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Entri in questo enorme magazzino decorato, dove l’aria odora di marijuana e birra, e vai nella sala proiezioni. Qui guardi: un angelico ragazzo che si masturba davanti alla telecamera e piange, un giovane bianco coi dreadlock che fa sesso orale con una ragazza coperta in volto dalla maschera di Guy Fawkes, il “sex tape” della stella dei reality Tila Tequila, la lezione di Cindy Gallop (co-fondatrice del sito “Make Love Not Porn”) su come fare soldi nell’industria del porno, il film di una coppia scambista di settantenni, il video di un uomo che si strofina i capezzoli per sette minuti e ha un orgasmo (il pubblico applaude l’insolito trionfo), un video “yaoi” (genere anime erotico dove uomini fanno sesso), creato da autrici donne per spettatrici donne.

porn hubporn hub

 

Il sito gay “CockyBoys” ha presentato inoltre il mini-documentario “Fuck Yeah” sulla stella del porno maschile Levi Karter, che fa twerking allo specchio, si lascia col fidanzato, lotta con sua madre, si ubriaca e ingoia diversi cazzi.

 

Il secondo giorno ero già affaticata da tutto quel porno. Hanno proiettato “Interior” di James Franco, il video di un uomo nudo che corre nelle foreste innevate, il filmato aereo fatto da un drone che, nella scansione dei panorami, intercetta coppie che fanno sesso ovunque, un film dove una coppia si infila di tutto nel buco anale.

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Il terzo giorno ho visto: il video di un ragazzo che urina quasi due minuti, una donna con la maschera di Angela Merkel che procura una fellatio a un uomo con la maschera di Vladimir Putin, una donna che espelle un uovo sodo dalla vagina e lo mangia (è parte del documentario sul burlesque a New York intitolato “Exposed”), una serie di film “horror porn”, fra vagine demoniache e pompini multidentati. Lo spazio BDSM farebbe frignare Christian Grey. In “Graphic Sexual Horror” si racconta la storia di “Insex”, il sito sadomaso che conta molti devoti e che mostra terrificanti immagini di torture.

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Lux Alptraum per “The Verge”

 

La domanda che mi tormenta è: perché le persone non sono disposte a pagare il porno quando sono da sole a casa davanti al computer, ma pagano per vederlo in pubblico? Gli spettatori presenti al “NYC Porn Film Festival” erano giovani hipster che sembravano usciti da una serie tv alla “Girls”. Fuori dal “Secret Project Robot” si teneva una protesta. I manifestanti accusavano “PornHub” di misoginia, patriarcato, e pirateria.

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Volevo immergermi in un’esperienza porno e mi sono ritrovato a guardare “Interior. Leather Bar” di James Franco, così brutto che sembra la parodia dei peggiori istinti, incredibilmente non sexy e estremamente intellettualizzato. Dovevano essere 40 minuti di scene censurate dal film "Cruising", invece sono stati due minuti di sesso gaio e un’ora di uomini etero che muoiono dalla voglia di fare sesso omosessuale, con Franco che è davvero arrabbiato per avere la sfortuna di essere nato eterosessuale. New York era sotto la neve eppure sono arrivati in massa per vedere una carrellata di film “porno-indie” in una struttura artistica. A pagamento, per una eccitazione collettiva in tempo reale. 

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