BOB DARK - NELL’ULTIMO LAVORO DEL BARDO DYLAN, “TEMPEST” TUTTO FA PENSARE ALLA MORTE - USCIRÀ NEI NEGOZI L’11 SETTEMBRE, C’È UN BRANO DI 14 MINUTI SULL’AFFONDAMENTO DEL TITANIC, CE N’È UN ALTRO CHE RACCONTA GLI ULTIMI RESPIRI DEL SUO AMICO JOHN LENNON PRIMA DI ESSERE AMMAZZATO - E IL TITOLO, CHE RICORDA QUELLO DELL’ULTIMA OPERA DI SHAKESPEARE, ALLARMA I FAN, CHE PENSANO A UN SUO RITIRO…

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Marinella Venegoni per "la Stampa"

Cinquant'anni dopo il primo lavoro, Bob Dylan ancora una volta ci lascia stupefatti per la vivacità dell'ispirazione. Già gli ultimi album usciti dal giro del Millennio resteranno fra i must della sua immane discografia; si arriva a 35 titoli da studio con questo Tempest, in uscita nel fatidico 11 settembre, imperdibile almeno per gli accoliti.

Intanto c'è una qualità imaginifica e mai così dark dei testi delle dieci canzoni, che seguono nella musica l'impronta maestra tradizionale di blues, rock, country, folk; ma poi Tempest è stato imprevedibilmente preceduto da alcune rivelazioni personali (a Rolling Stone nei giorni scorsi) del riservatissimo personaggio, che allontanano il sospetto subito creato dal titolo.

La Tempesta fu l'ultima opera di Shakespeare, sarà Tempest l'ultimo lavoro del Vate di Duluth? Si sa, in questo mondo i simbolismi sono interpretati al limite della nevrosi, e tutti ci stanno attenti. Bob ha ribattuto con una precisazione rassicurante: «No, i titoli sono diversi. Quello di Shakespeare era The Tempest, il mio è Tempest, senza l'articolo».

E pare comunque impossibile che un bardo di questa taglia, perennemente sulle strade della musica, dia un taglio netto ad una vita da felice trituraconcerti. Sembra anzi più determinato del solito, nei brani. La pronuncia non smangiucchiata, un velo di humour, uno spirito carico che esce dalla voce e asseconda le mille tinte di sentimenti mai così copiosi, come se avesse aperto un baule magico da cui attingere inesausta energia: e parliamo soprattutto della title-track.

Tempest è 14 minuti epici di narrazione pura sulla tragedia del Titanic, 45 versi su una musica ispirata da The Titanic della Carter Family incisa nei ‘50. Puro folk d'epoca che asseconda un racconto su più piani, non trascurando il versante hollywoodiano con una citazione di Di Caprio ma concentrandosi poi soprattutto sulle dinamiche nella tragedia, fra chi pensava o per sé e l'eroismo di altri: una gigantesca metafora dell'umanità, fino al «titanico affondamento».

Un altro brano di cui si parlerà a lungo è Roll On John, ballad carica di pathos che ritorna sull'assassinio di John Lennon e il suo ultimo respiro. Dei due si conosceva l'amicizia, c'è un filmato famoso di una gita in Limo visibilmente rallegrata da qualche sostanza: «You burned so bright/Roll on John».

Anche l'ascolto degli altri brani offre momenti piacevolissimi. A partire da Duquesne Whistle, sferragliante brano al fischio di un treno old time, per proseguire con Soon After Midnight con inquiete relazioni femminili che si confondono per incontrare morti tremende; Early Roman Kings è un bluesone che canta le stravaganze degli antichi romani. Significativamente, Dylan ha permesso fosse usato come colonna sonora di un trailer di HBO TV per una serie sul terrorismo contemporaneo. Grande comunità d'intenti con la band.

 

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