DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
1. U2, CHE FAZIO CHE FA: TORNANO IN TV TENERI COME DEBUTTANTI
Marinella Venegoni per “la Stampa”
Questo fa diversi gli U2 da tutti gli altri: che si mettono in gioco, ancora, dopo trent’anni e passa di star-system, dopo aver stretto la mano a Nobel e capi di Stato, dopo aver riempito stadi su stadi, dopo aver venduto milioni di dischi. Vanno in tv per voce e chitarra come i più sfigati dei debuttanti, con la stessa volontà di spiegarsi e spiegare il proprio lavoro.
Sempre meno star si abbandonano ai rischi della tv: perché sì, la tv è rischiosa. Loro, no. E il tour promozionale di Son gs of Innocence, il nuovo e già fin troppo discusso album, è cominciato ieri sera dall’Italia perché l’Italia è il Paese che meglio risponde a ogni loro iniziativa artistica. Scelta obbligatoria Che tempo che fa: Fabio Fazio fu l’uomo che promosse l’operazione «Cancella il debito» in un Sanremo del 2000, con Bono (e Jovanotti) sul palco.
Molti complimenti a Fazio che è un tipo tranquillizzante: Bono lo ha definito «Valium» in senso positivo (si vede che non conosce il Rescue Remedy) e non si sa quanto a Fazio possa aver fatto piacere. Ricordo inevitabile di Luciano Pavarotti anche lui a Sanremo, che ieri avrebbe compiuto 79 anni, e meno male che ci hanno pensato perché l’Italia scorda spesso le sue glorie.
The Edge ha raccontato di una volta che era a casa sua e stava male, Big Luciano tirò fuori la borsa con gli strumenti e lo visitò. Incredibile. Altro e ultimo sfizio pettegolo, un tweet sulle nozze di George Clooney al quale Bono era invitato: «Una specie di matrimonio irlandese-arabo».
L’atmosfera era colloquiale, in studio. Bono e The Edge, le due facce dei Fab Four irlandesi, hanno raccontato di aver voluto per l’album tornare alle radici, ripercorrere il loro essere ragazzi, pensare (e si sente nell’album) alla musica che ascoltavano e che li ha influenzati. Hanno detto che i ragazzi che cominciano non si debbono spaventare: «Cantate qualunque canzone vi venga in mente». Hanno cantato anche loro, live (chitarra/voce, piano/voce)The Miracle (of Joey Ramone) e Every Breaking Wave. Come due debuttanti. Anche questa è grandezza.
In poco più di un mese, Son gs of Innocence, secondo Eddy Cue della Apple, è stato scaricato da 26 milioni di computer, mentre 81 milioni lo hanno ascoltato almeno in parte. Cifre notevolissime, con uno spaventoso ritorno mediatico nel mondo. Esperimento tramutato in realtà immediata, inedito nella storia del pop. E anche se i 26 milioni sono solo il 5 per cento dei clienti potenziali di Apple, se ne parlerà ancora a lunghissimo, nel bene e nel male: si pensi solo al dispositivo nato per rimuovere l’opera non desiderata.
C’è chi guarda al bicchiere mezzo pieno e chi a quello mezzo vuoto, nel dibattito internazionale che pare più viziato dai pregiudizi nei confronti della band più famosa e carismatica al mondo che non ispirato al reale valore dell’album. Molte recensioni, negative e anche brutali, si sono riempite di distinguo positivi tanto variabili da salvare in pratica tutto Son gs of Innocence.
Che è in effetti un album che guarda con testi e musica alle origini e alle memoria degli ormai ultracinquantenni, in un afflato di tenerezza verso la storia individuale di Bono e collettiva della band, cavalcando però sonorità contemporanee, con l’aiuto di una pletora di produttori che neanche Madonna. È vero che non c’è una «One» che resti per sempre, ma affermare, come si fa, che gli U2 vanno verso i Coldplay è ingeneroso.
Non trascuriamo alcune punte di fuga in territori non loro, come il trip hop di The Troubles con Lykke Li, o l’ottima Sleep Like a Baby Tonight con il falsetto assassino di Bono, brano che assumerà rilevanza. È un disco molto più onesto di troppi album usciti ultimamente. Arricchito, nell’edizione fisica che esce oggi, da sei versioni acustiche di altrettanti brani, più due versioni «alt» e due inediti: Lucifer’s Hands e The Crystal Ballroom.
2. “ORA UNA NUOVA TECNOLOGIA PER ASCOLTARE LA MUSICA”
Luca Dondoni per “la Stampa”
Poche ore prima di partecipare a Che tempo che fa Bono e The Edge hanno voluto raccontare la genesi di Son gs of Innocence nel ristorante della locanda alle spalle dell’Abbazia di Chiaravalle a pochi chilometri da Milano.
walter veltroni e amal alamuddin al matrimonio clooney
Bono, perché avete scelto l’Italia per la promozione di Son gs of Innocence? C’entra con la sua lettera al nostro premier Matteo Renzi?
«La lettera dove auguravo a Renzi di continuare a fare bene il suo lavoro l’ho scritta perché mi sembra un innovatore e io amo gli innovatori; certo se dovesse deludermi non riceverebbe più lettere d’amore né da me né dagli italiani. Ci sono molte ragioni per la scelta dell’Italia.
Le radio del vostro Paese hanno subito amato i singoli Invisible e Ordinary Love. Questo amore andava ricambiato e poi avete dei luoghi stupendi che ho conosciuto bene anche grazie al mio amico Luciano Pavarotti. Oggi (ieri per chi legge, ndr) avrebbe compiuto 79 anni e mi onoro di aver lavorato con lui. Tra l’altro, ho visto quello che è successo a Genova e sono dispiaciuto.
george clooney e amal il giorno dopo 29
Mi è venuto in mente quello che è successo a New Orleans e la reazione della gente. Infine sul disco vorrei chiarire: Son gs è scritto così volutamente («Son» in inglese significa figlio, ndr) perché in copertina c’è Larry Mullen Jr. abbracciato alle gambe di suo figlio di cui però non si vede il volto».
Torniamo all’evento Apple del 9 settembre. Chi ha avuto l’idea che ha rivoluzionato il marketing musicale?
«Sono stato io. La domanda che mi sono posto è stata: quando lavori con un big della tecnologia come Apple lo usi o rischi di essere usato? Ho scoperto che Apple è assolutamente al servizio della musica e le cose che potevamo fare insieme erano straordinarie. Così quando Tim Cook mi ha dato la possibilità di sviluppare la mia idea tutto è diventato straordinario.
Certo, qui non si è trattato di mettere il latte davanti alla porta di casa delle persone o addirittura metterglielo nel frigo. Gli abbiamo messo il latte direttamente nella tazza insieme ai cornflakes ed è stato un po’ forte, è vero. iTunes raggiunge 885 milioni di persone, ma noi speriamo di aiutarli ad arrivare al miliardo.
La Apple ha pagato per il disco una somma meno monumentale di quella finita sui giornali (100 milioni di dollari, ndr). Ora insieme agli ingegneri di Cupertino stiamo sviluppando una nuova tecnologia per ascoltare la musica che metterà in soffitta i file Mp3. Ascoltare una canzone tornerà a essere un’esperienza immersiva con suoni, immagini e informazioni che produrranno un flusso meraviglioso, ma non accadrà prima di due anni da oggi».
Avete già parlato di un nuovo disco che si intitolerà Songs of Experience. A che punto siete?
«Vicini alla fine della scrittura. Certo sono l’ultima persona che deve dire quando un disco sarà nei negozi perché scrivendo i testi arrivo sempre per ultimo. William Blake, che mi ha ispirato, ha usato spesso il sistema di unire concetti diversi in tempi diversi ebbene alcune canzoni di questo lavoro, come Volcano, saranno capite meglio se abbinate a brani inclusi in Songs of Experience.
C’è un pezzo del prossimo disco che si intitolerà Morning After Innocence e racconterà di un vecchio che chiede aiuto a un giovane. La vecchiaia impedisce di vedere con gli occhi dell’innocenza ed ecco che i due dischi si completano. In ogni caso Songs of Experience uscirà durante il tour mondiale che inizierà l’anno prossimo e andrà avanti sino al 2016».
Quando vi potremo vedere dal vivo e come sarà lo show? Partirete dall’Europa?
The Edge: «Non sappiamo ancora la data esatta e la notizia che ci vorrebbe esordire a Parigi a maggio 2015 è priva di fondamento. La vera anticipazione è che non faremo gli stadi, almeno nella prima parte. C’è chi dice che gli U2 si ascoltano meglio nei grandi spazi ma specialmente io credo che i palazzetti siano il luogo giusto per guardare la gente negli occhi e proporre le nuove canzoni».
Oggi i talent show sono la nuova chiave di volta del pop e inLucifer’s Handsne parlate.
«Guardare American Idol in Usa è diventato il nuovo modo per riunire la famiglia. Il nostro primo concerto lo abbiamo fatto proprio davanti alla giuria di un talent show sponsorizzato da una marca di birra: abbiamo vinto 500 sterline. Tuttavia ho l’impressione che gli U2 non avrebbero avuto fortuna a X-Factor. O no?».
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