FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
Renato Franco per il Corriere della Sera
La capacità di raccontare — spesso di anticipare — la realtà facendo intrattenimento: è questa capacità di surfare tra realtà e finzione la chiave di molti successi seriali. Homeland (ogni lunedì su Fox) aveva centrato l’obiettivo con la sua idea di partenza che era già un colpo di scena: il marine Usa che dopo 8 anni di prigionia in Iraq torna in patria, celebrato come eroe di guerra ma in realtà convertito all’Islam e infiltrato di al-Qaidaa.
Sei stagioni dopo gli scenari sono cambiati: la protagonista Carrie Mathison (Claire Danes) è di nuovo a New York a ricordarci che il nemico è in casa, nella homeland (patria in inglese) del titolo. Ora si occupa di diritti civili e difende gli americani musulmani ingiustamente «presi di mira» dal governo — un tema diventato cruciale con la presidenza Trump.
Quando si imbatte nel caso di un ragazzo arrestato dall’Fbi per aver pubblicato online un video in cui sembra esaltare i militanti islamici, la domanda è inevitabile: è un potenziale terrorista o è solo vittima della paranoia dei servizi di sicurezza Usa? Tra realtà e finzione è anche facile supporre che gli autori fossero convinti dell’elezione di Hillary Clinton e per questo hanno affidato la carica più alta a una donna, la Presidente interpretata da Elizabeth Marvel, famosa in tv come rivale di Frank Underwood in House of Cards, in un gioco di specchi tra fiction.
Se al terrorismo preferite il Russiagate, sempre nella stessa serata c’è la quinta stagione di The Americans, meno mediatica, ma altrettanto notevole (per Stephen King «con serie così, il cinema è diventato un po’ datato»). L’incrocio tra realtà e finzione ora ha stupito i suoi stessi creatori: «Pensavamo di far conoscere meglio il nostro ex nemico, non certo il nostro nemico attuale». The Americans si muove nella cornice degli anni 80 di Reagan con la storia del matrimonio di Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth (Keri Russell) — nomi veri: Misha e Nadezhda —, agenti segreti al servizio dell’Urss sotto copertura a Washington, sposati e genitori di due figli.
HOMELAND SBANCA AI GOLDEN GLOBES
Un matrimonio combinato che nel corso degli anni è diventato «vero » (vero anche fuori dallo schermo: i due attori sono fidanzati da anni) e dove relazioni familiari e geopolitica si mescolano. La forza sta anche nella mancanza della classica dicotomia (americani) buoni/ (russi) cattivi che contraddistingue molte storie di spionaggio ambientate durante la Guerra Fredda. Una serie senza eroi, dove nessuno è completamente nel giusto e tutti sembrano interessanti in quanto fragili e imperfetti.
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