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Franco Montini per "la Repubblica"
CRISTINA COMENCINI E RICCARDO TOZZI
Cresce il numero dei film prodotti, diminuiscono gli investimenti. Sono i dati contraddittori che emergono dall’indagine 2014 svolta dal Ministero dei Beni Culturali e dall’Anica sul cinema italiano, esposta ieri alla presenza del ministro Dario Franceschini. Sono stati 201, contro i 167 del 2013, i film realizzati lo scorso anno nel nostro paese; numeri che farebbero pensare ad una cinematografia in ottima salute, ma l’investimento complessivo, già modesto, è sceso da 334 milioni di euro a 323.
Insomma si realizzano film con budget sempre più ridotti e poiché, come ha rilevato il presidente dell’Anica Riccardo Tozzi, i risultati al box office sono allineati alla linea dei costi, è fatale che i film italiani incassino sempre meno.
Non è un caso che il maggior successo nazionale dello scorso anno, Un boss in salotto , abbia rastrellato 12,3 milioni di euro, mentre nel 2013 Sole a catinelle arrivò a 51,8 milioni e nel 2012 Benvenuti al Nord superò quota 27 milioni. Inoltre ben 69 dei 201 film realizzati nel 2014 sono stati prodotti con un budget inferiore a 200mila euro, lavori che non riescono ad arrivare in sala o escono in pochissime copie con teniture brevissime. I titoli italiani che nel 2014 hanno potuto contare su una distribuzione soddisfacente non sono più di un’ottantina.
Del resto il numero dei film realizzati è eccessivo rispetto alle dimensioni del mercato italiano, che da anni è bloccato attorno ai 100 milioni di biglietti. Così la quota della produzione nazionale è scesa dal 30,5% del 2013, al 27,2% dello scorso anno. Per ciò che riguarda gli investimenti diminuisce il contributo diretto dello stato, che rappresenta ormai poco più del 5% del totale delle risorse del settore, anche se i progetti assistiti continuano ad essere troppi.
Sole a catinelle checco zalone
Nel 2014, sono stati 65 i film che hanno ottenuto il riconoscimento di interesse culturale nazionale e contributi pubblici, tanto che da parte del ministero si è annunciato una revisione del meccanismo. Cresce invece il contributo delle Film Commission e soprattutto del tax credit interno ed esterno.
Insomma nonostante la prestigiosa presenza del nostro cinema al Festival di Cannes i problemi da risolvere sono tanti a cominciare dalla brevità della stagione, fenomeno esclusivamente italiano.
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