BRAVI, SPORCHI E CATTIVI: COSI' I SITI DI GOSSIP HANNO SCHIANTATO I TABLOID (E’ IL DAGO-GIORNALISMO, BELLEZZA!)

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Stefano Pistolini per "il Foglio"

"Tutto quanto fa spettacolo" era lo slogan di un programma Rai, antesignano di un'idea che avrebbe fatto strada: la trasversalità dell'informazione, il superamento dei generi novecenteschi - politica, cronaca, cultura, etc - in un mash-up intrattenimento- notizie. La cronaca invade la politica: i suoi protagonisti fanno cose più interessanti nel tempo libero che sul posto di lavoro.

E un politico può soppiantare le star di Hollywood nella maniacalità con cui fan e detrattori ne seguono le gesta. Per esempio Anthony Weiner, candidato (ancora per poco) alla poltrona di sindaco di New York, con le sue goffe prodezze di esibizionismo online e le messinscene nel tentativo di salvare una presentabilità decotta. Chi è Weiner oggi? E' ancora un personaggio politico o è un divo istantaneo del gossip, o è un'altra cosa ancora, una celebrity tout court, in un'orbita d'informazione- reality dove il rumore viene conteggiato per quantità e non per qualità?

Un mondo nel quale notizie gravi - un terremoto, un colpo di stato - convivono, senza gerarchie moralistiche, con storie di tutt'altra pasta, per esempio quelle di un tipo come Weiner, fissato con l'immortalare online le sue erezioni. Se, superando le resistenze di chi difende lo status quo del lignaggio giornalistico, si accetta come "informazione" questa ondeggiante marea di notizie geneticamente modificate, se ci si tuffa senza distinguo nel magma, ciò che s'intravede è sorprendente.

Ad esempio si prende atto della disfatta dei tabloid e dei rotocalchi, invariabilmente umiliati dai siti web di gossip. Non è un caso che, mettendo alla gogna Weiner, i tabloid newyorchesi abbiano brillato per piattezza in quella titolazione di prima pagina che è il loro pezzo forte: lo squallido "Beat It!" del Daily News e lo statico "Meet Carlos Danger" del NY Post impallidiscono di fronte ai piccanti servizietti, in aggiornamento continuo, della rete pettegola e iperconfidenziale.

Ma ciò che conta di più è da dove il secondo scandalo Weiner ha preso le mosse. Per risalire alla fonte, bisogna infatti rassegnarsi a visitare il sito di TheDirty.com e archiviare chi ancora avanza i distinguo tra il giornalismo-Dagospia e quello vero. Appellarsi all'informazione a doppio binario, a un giornalismo buono e a uno cattivo, ha ancora senso, o è una difesa di un Fort Alamo abbandonato, se è vero che il pubblico ha ormai capito come destreggiarsi nel proprio consumo di notizie?

Ma andiamo a conoscere TheDirty. Questa è la terza generazione del giornalismo gossip, se la prima è stata quella dei saltuari scoop di Drudge e Gawker (una specie di giornalismo investigativo d'assalto), la seconda è quella trash e tutta visuale di Perez Hilton, Radar e Tmz (il gioco era quello acido e vendicativo d'esporre il lato vergognoso del vippaio) e la terza ondata, quella appunto di TheDirty, convoglia in un unico calderone indistinti livelli di fama, successo e prestigio, mescolando scene locali, nazionali o internazionali (la maggiore attenzione Dirty l'ha fin qui avuta per la sua raggiera di cronache-gossip provinciali, messe in piedi con una capillare rete di occhiuti collaboratori). "Scandalo" è l'unica parola d'ordine: cogliere il famosissimo o il famosino in tutta la sua prevedibile sconvenienza.

Scoprire il trucchetto, il punto debole, il cono d'ombra, l'angolo della vergogna. Lo sporco, appunto. Per riuscirci ci vuole tempo, pazienza, buone mance, informatori e disinvoltura. Dietro Dirty e lo scoop su Weiner c'è Hooman Karamian, 35enne del New Jersey con trascorsi nell'industria musicale. Si proclama il primo "reality blogger" e dice che nella società in cui tutti invocano la moralità, pochi la praticano: "Se vuoi essere un modello, come politico o come sportivo, non puoi andartene in giro a drogarti o a dormire con tutti" è il suo statement.

Oppure aspettati che lui e la sua rete di "osservatori" finiscano per scoprirlo. E' il lato oscuro del successo: qualcosa di fastidioso e attraente. Hooman ha già scritto un libro di memorie, "Sex, Lies and the Dirty" e lo ha dedicato a se stesso. Sulla copertina campeggia una frase di Anderson Cooper: "Dice che fa luce sulle persone, ma non è vero. Le risbatte nelle tenebre".

Hooman ora non rilascia interviste, ma l'effetto del suo scoop è impressionante. L'effetto collaterale, la lezione, è che i gossip oggi incidano più in profondo nella realtà, la condizionino. Vogliamo continuare a considerare gli specialisti di settore come miserabili clandestini infiltrati, privi perfino di regolare tesserino del venerabile ordine professionale?

 

IL PISELLO DI WEINER NON CENSURATO huma abedin e anthony weiner sul new york times magazine o ANTHONY WEINER NEW YORK TIMES facebook ANTHONY WEINERdagospiaMEET CARLOS DANGER