DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Matteo Persivale per il Corriere della Sera
Si era seduta su alcune rocce che alle Hawaii ritengono sacre, mentre stava girando Hunger Games, il film che l' ha resa famosain tutto il mondo. Jennifer Lawrence, una delle nuove regine di Hollywood, ha raccontato l' episodio, avvenuto nel 2012, duranteuna trasmissione televisiva.
Subito l' attrice è stata sommersa dalle critiche sul web e ha chiesto scusa. a pagina 31 Quando i massmediologi del futuro cercheranno di ricostruire che cosa fosse il fenomeno dei social media nell' anno 2016 in cui il presidente degli Stati Uniti cominciò a fare mini-comizi su Twitter, faranno bene a analizzare il caso di Jennifer Lawrence e delle scuse agli hawaiani.
Lawrence, 26enne del Kentucky, è l' attrice più pagata del mondo (grazie alla serie di Hunger Games ), una delle modelle più pagate (grazie a Dior), ha vinto un Oscar e ha avuto altre tre nomination prima di compiere 25 anni (Meryl Streep alla sua età era a zero). I suoi film hanno, per ora, incassato oltre 5 miliardi di dollari al botteghino globale. Eppure è finita anche lei nel tritacarne della gogna digitale dei social media. Tutto per un aneddoto raccontato a un talk show televisivo inglese.
Eccolo: Lawrence nel salotto tv di Graham Norton (astutamente serve alcolici agli ospiti famosi, che finiscono per essere più ciarlieri del normale) racconta una cosa successa sul set di un suo film alle Hawaii. C' erano delle pietre - considerate sacre dalla popolazione dell' isola - sulle quali, le avevano detto, non ci si poteva sedere: questione di rispetto. Lei si sedette ugualmente perché voleva grattarsi il fondoschiena, ma una pietra rotolò giù dalla montagna, quasi investì un tecnico e tutti dissero in coro: «È la maledizione!». «No, la maledizione ero io», ha raccontato ridendo Lawrence, bicchierone di vino bianco pericolante tra le mani, a Norton e ai suoi spettatori.
Aneddoto innocuo e stupidino ma trasformato in breve clip, diventato «virale» e rimbalzato ovunque su Facebook e Twitter.
Scatenando una di quelle reazioni tristemente note a chi passa un po' di tempo su Internet: lo sdegno generale. Al punto che Lawrence, che non è su Twitter né su Instagram, ha usato Facebook (non lo fa mai) per scrivere un messaggio di scuse: «Da Jen, a Internet: non avevo la benché minima intenzione di mancare di rispetto agli hawaiani. Sinceramente pensavo di prendere in giro me stessa sottolineando come pensassi di essere io la "maledizione", ma capisco che l' aneddoto sia stato considerato non divertente, e per questo chiedo scusa se ho offeso qualcuno».
È evidente che, per esempio, se un turista - famoso o non famoso - di un altro continente e di un' altra religione si sedesse sull' altare di una chiesa ci parrebbe un atteggiamento poco rispettoso, e non ci sarebbe nulla di male a farlo notare. Ma l' ondata di iracondi che si è abbattuta sull' attrice con toni molto sgradevoli è l' ultimo esempio di una tendenza che nell' ultimo decennio ha fatto molti danni e continuerà presumibilmente a farne.
Non sarà un' emergenza democratica come quella delle «fake news», le notizie false spacciate per vere che ha messo in croce via social media Hillary Clinton (su Facebook si leggeva che l' avversaria di Donald Trump uccideva e violentava bambini in una pizzeria, che Yoko Ono ha confessato di essere stata la sua amante, che il Papa la disprezza a tal punto da aver dato l' endorsement a Trump, e così via in un cliccatissimo delirio mai fermato da Facebook in nome di una libertà di parola - e calunnia - senza limiti). Ma certo è assai brutto: con contorno tanto immancabile quanto molto poco gradevole di misoginia.
jennifer lawrence sale sul palco a ritirare un premiojennifer lawrence ospite in tvla lawrence alle prese coi seni sguscianti
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