DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
1. CHE VERGOGNA LA «QUOTA CICCIOTTELLA» A MISS ITALIA
Annalisa Chirico per “il Giornale”
Eccovi servita la Miss Italia all' insegna del politicamente corretto. La rete di Urbano Cairo, che ha avuto il merito di salvare il format dopo lo sfratto Rai per consentire che pure l' Italia avesse il suo concorso di bellezza come tutti i paesi liberi occidentali, ha trasmesso uno show timido e incerto. Del resto, è difficile che la celebrazione della bellezza possa risultare convincente se della bellezza ci si vergogna.
Il Grande Pedagogo, ben interpretato dal conduttore Francesco Facchinetti, ha spiegato alla plebe degli spettatori che la nuova Miss Italia «deve celebrare la bellezza a 360 gradi, inclusa quella delle curve, perchè non esistono canoni da rispettare»,e via con il festival delle banalità.
La bellezza, in ogni epoca storica, ha i suoi canoni e le sue regole che non si decidono a tavolino, secondo un piano di ingegneria sociale, ma promanano dal costume, dalla società spontaneamente organizzata. Moda e pubblicità ne sono i massimi interpreti. Allora, se consentite, l' immagine delle finaliste, con la concorrente «curvy», come si dice, orgogliosamente taglia 46, compressa in un improbabile body inguinale, è sgradevole agli occhi.
Ci dispiace deludere Mr. Facchinetti (se fosse tua sorella, le suggeriresti di indossare quel body?), ma la pedagogia d' accatto, l' ipocrisia di chi promuove un concorso di bellezza vergognandosi della bellezza, sono destinati a fallire.
Da una parte, abbiamo assistito all' eterno tentativo di far apparire intelligenti e colte ragazze che partecipano a un concorso di bellezza, non al certamen di latino classico. Con questo non s' intende dire che non possano essere pure intelligenti e colte, ma rivolgere loro sciocche domande, mentre indossano un costume da bagno e un numero sul petto, è il modo perfetto per farle apparire delle utili idiote. Invece sono donne determinate che cercano di farsi strada nel mondo dello spettacolo.
Lasciate che si esibiscano nell' effimero, lasciate che mettano in mostra la loro esteriorità, Miss Italia è questo, show dell' apparenza e apoteosi estetica. Dall' altra parte, avendo degradato la magrezza a indice di malattia, Miss Italia ha deciso che le curvy, taglia 46, debbano piacere al pubblico e ai mass media. Come se fosse possibile, con un atto d' imperio, spostare indietro le lancette dell' orologio per tornare a quel fatidico 1950 quando lo stesso concorso incoronava la formosa Sophia Loren Miss Eleganza.
A quel tempo le curve andavano di moda, si usciva dalla guerra e dalla fame, pulsava il desiderio di opulenza e fecondità, indizio di ripresa. Oggi la donna è filiforme, proiettata verso la carriera, leggera e autosufficiente, il suo dovere è vivere, non procreare. Si può essere belle e seducenti anche con qualche chilo in eccesso, certamente, ma Miss Italia non è la ragazza della porta accanto.
PAOLA TORRENTE RACHELE RISALITI
Miss Italia deve far sognare, la più bella dello stivale incarna un ideale estetico nell' immaginario nazionalpopolare. Il sindacalismo pro curvy, che ha indotto alla diabolica scelta di far sfilare corpi longilinei accanto a graziose ragazze con coscione e rotolini di ciccia, soddisfa forse l' istinto pedagogico di qualcuno, ma lascia lo spettatore con un enorme, irrisolvibile, interrogativo: se quei glutei debordanti in un body troppo succinto non mi piacciono, devo confessarlo allo psicologo? O magari al prete? L' ipocrisia genera il ridicolo. Perciò giù le mani da Miss Italia: le vogliamo belle da impazzire, e senza sensi di colpa.
2. LA RIVINCITA DELLA BELLEZZA FORMOSA
Maria Corbi per “la Stampa”
Chiamatela curvy se volete, ma Paola Torrente è in realtà soltanto bella, «tanto» bella. Un metro e ottanta, taglia 46, quinta misura di seno, fianchi che ricordano quelli delle dive Anni 40.
Arrivata seconda a miss Italia, vincitrice morale, per lei e per quell' esercito di ragazzine che fino ad oggi sono state ossessionate dalla moda, dalle sue taglie anoressiche, da canoni impossibili se si vuole non saltare un pasto. È così dal concorso di bellezza nazional popolare arriva una certezza: i canoni della bellezza stanno cambiando.
Non è una assoluta novità, ma un lungo percorso che ha portato a un rigetto delle taglie anoressiche, donne le cui cosce misurano come un avambraccio. Un cambiamento fotografato anche da Peter Lindbergh, il grande fotografo considerato il padre delle super top model, che dal prossimo calendario Pirelli lancia un messaggio: bellezza naturale, senza canoni imposti dalle esigenze commerciali.
Dal palco di miss Italia la mamma della miss magra scalzata dalla curvy protesta: ci vuole una categoria apposta per le curvy. Come quando in Sudafrica i bianchi non si arrendevano alla condivisione degli autobus, o delle scuole. Perché fino ad oggi ha imperato la supremazia dei magri. E delle magre, soprattutto. A iniziare dalla scuola, passando per le boutique dove odiose commesse ti squadravano con occhio perfido per dirti: qui non c' è niente per lei. Qualche casa di moda aveva iniziato anche a non fare più le taglie 46.
E diciamolo senza ipocrisia: non era neanche tanto facile fare amicizia se non avevi le misure giuste come racconta nel saggio «La giungla di Park Avenue» l' antropologa Wesnesday Martin. La gerarchia tribale dell' Upper East Side di New York dove le donne si confrontano sull' estetica e le mamme vanno addirittura in estasi per la magrezza di un bambino e lo esaltano se ha le gambe lunghe. Il peso come conferma del proprio ruolo, di appartenenza a una certa classe.
Anche gli uomini si erano convinti che le donne dovevano essere eteree, capaci di entrare in una taglia 38-40. Mentre di notte sognavano Marilyn e le altre, donne vere, con tutte le forme giuste. Perché l' assurdo dei diktat che hanno imperato fino ad oggi è che non solo dovevi essere magrissima, ma dovevi anche avere le curve. Un controsenso a cui può porre rimedio solo il chirurgo plastico. Una ricerca dell' Università di Westminster conferma che per gli uomini, soprattutto quello stressati dalla carriera, le donne floride sono un antidoto allo stress.
Così piano piano è iniziata la resistenza, una rivoluzione silenziosa, complice la rete dove i ragazzi si confrontano e acquisiscono modelli, più che nella vita reale. E nel web da tempo si erano affermati esempi diversi dalle ragazzine «giunco».
A iniziare dalle sorelle Kardashian, trash, sicuramente, ma anche portatrici sane di grasso. La cantante Adele. La stessa Laura Pausini. Quando Karl Lagerfeld disse che Adele aveva una voce divina «ma era un po' troppo grassa» il web insorse. E la diretta interessata rispose: «Non ho mai voluto essere come le modelle che ci sono sulle riviste. Rappresento la maggioranza delle donne e ne sono molto orgogliosa».
Ecco la maggioranza delle donne. È questo il punto. Dalla oligarchia di poche si sta tornando a una sana democrazia.
Sono tante le donne, stufe di dover essere madri, mogli, amanti, figlie, in carriera e anche filiformi. Non solo costrette a fare il triplo delle fatica di un uomo, ma anche a farlo con poche calorie in corpo. E adesso a liberarle dalle catene estetiche è arrivata anche miss Italia Paola Torrente, orgogliosa della sua taglia 46.
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