BUSI E ABUSI - L’ALDISSIMO FURIBONDO PER UNA MAIL CHE LO ACCUSA DI ESSERE UN “PRIVILEGIATO” GRAZIE ALLO SCONTO DEL 25% FORFETTARIO SUL DIRITTO D’AUTORE - “LA MAIL DI QUELL’ANONIMO INCIVILE ANALFABETA SULLE MIE TASSE ”PRIVILEGIATE”, È TALMENTE STUPIDA E INSENSATA CHE POTEVA APPARIRE SOLO LÌ NELLE TUE LETTERE A COMMENTO, CHE POI COSTITUISCONO IL VERO, IMPERDIBILE APPUNTAMENTO CAFONAL DI DAGOSPIA.COM”…

1- Lettera a Dagospia
Certo, Busi paga tutte le tasse. Peccato che forse non sa che uno scrittore ha uno sconto del 25% forfettario, e non paga contributi previdenziali, su tutta la parte inerente cessione di diritto d'autore. e quando qualcuno ha provato a toccare questo regime favorevole, anni fa, apriti cielo!

Qui ognuno ha il suo orticello, e giustamente e legittimamente lo coltiva e lo difende dalle aggressioni. Il brutto e' poi dire agli altri "Guai a voi....". E' lo stesso comportamento della chiesa cattolica , che ha dei privilegi e poi considera peccato non pagare le tasse. Magari se molti dei comuni mortali avessero i privilegi di Busi e degli altri scrittori, le tasse le pagherebbero pure loro! un conto e' il 30%, un conto e' il 70%. Non trova, dr. Busi?

2- Risposta di Aldo Busi
La mail di quell'anonimo incivile analfabeta, di certo un furbastro che si dà delle pezze giustificative, sulle mie tasse"privilegiate" perché defalcate del diritto d'autore forfettario, è talmente stupida e insensata che poteva apparire solo lì nelle tue lettere a commento, che poi costituiscono il vero, imperdibile appuntamento cafonal di dagospia.com: il mio reddito è formato dal 20% di diritti d'autore e per il resto da altre attività - notamente fare televisione fino a due anni fa -, su cui quello che esborso tra tasse e contributi vari, da calcoli fattimi dal commercialista, è del 63%, cui vanno aggiunte anche le spese inerenti non rimborsate.

Io ho pagato milioni di euro in tasse e pizzi legittimati da ogni sorta di acronimo, Enpals e Inps sono solo i principali, ho recuperato persino gli anni universitari ai fini pensionistici e, a sessantaquattro anni suonati, non sono nemmeno parlamentare o assessore ai lavori pubblici, non ho la benché minima prebenda statale e neppure una pensione minima, poiché non ho alcuna tessera, né di giornalista né di pubblicista né di venduto né di cretino italiota come quello al quale permetti di parlare a vanvera sulle tasse che pago io, allorché sarebbe più costruttivo che ci dicesse, con nome e cognome, qualcosa su quelle che evade e sulla quantità di lavoro in nero che attiva o al quale si presta lui, anche se penso, dal birignao donnesco con cui scrive, che sia una signora.
Aldo Busi

 

 

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