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1 - SERIE A, DAZN RILEVA DA SOLA I PROPRI ASCOLTI E COMUNICA NUMERI RECORD
Giuliano Balestreri per "La Stampa"
DILETTA LEOTTA TRA FEDERICA ZILLE E GIORGIA ROSSI DI DAZN
Dalla rivoluzione della Serie A in streaming all’anomalia dei dati d’ascolto che per la prima volta non sono rilevati da un soggetto terzo, ma dall’editore stesso delle partite.
Secondo Dazn, la prima giornata di serie A sarebbe stata seguita da 4,3 milioni di spettatori e la seconda da 4,7 milioni di persone: numeri diffusi dalla piattaforma online e che si riferiscono alle persone collegate attraverso smart tv, tablet, mobile phone, console di gioco e Dazn Channel.
Per la società si tratta di una nuova metodologia di rilevazione che «per la prima volta, fornisce un dato puntuale e verificato dell’audience Ott». Gli esperti, invece, lamentano mancanza di trasparenza: «L’Agcom dovrebbe intervenire perché è chiamata per legge a vigilare sui dati degli ascolti. Di certo non può permettersi di restare immobile» dice Francesco Siliato secondo cui l’assenza di un soggetto terzo è un unicum.
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Anche perché i dati non sono ancora puntuali, basti pensare che nella nota della società si legge: «La partita più seguita Juve-Empoli, esclusiva Dazn, giocata alle 20.45 di sabato 28 agosto e vista da oltre un milione di spettatori con tre diverse fonti».
Un numero dal quale emergerebbe un sorpasso delle app ai danni delle tv: se gli spettatori “tradizionali” sono stati 440mila, gli altri device dovrebbero aver superato quota 600mila, un’inversione mai registrata nella storia della televisione italiana.
Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa, l’associazione degli investitori pubblicitari, guarda con interesse e attenzione alla trasformazione del mercato con il passaggio della Serie A da un broadcaster tradizionale a un servizio in streaming, ma allo stesso tempo insiste sull’importanza di una ricerca omogenea: «Entro settembre, come Upa, daremo indicazioni molto precise».
D’altra parte a luglio, Sassoli de Bianchi aveva già anticipato che le imprese per investire hanno bisogno di «negoziazioni trasparenti. Il mercato chiede che le audience siano misurate in maniera univoca, con metriche omogenee. C’è la necessità di dati raccolti con modalità corrette e funzionali alla descrizione dell’esperienza dei consumatori. Tutto questo nel rispetto delle indicazioni contenute nella recente delibera dell’Agcom».
Un passaggio fondamentale anche perché gli imprese vogliono essere sicure del ritorno del loro investimenti e il fatto che gli ascolti non siano certificati preoccupa: «E’ un’anomalia del settore – ragiona un imprenditore – serve tempo per trovare una quadra, certo, ma non possiamo accontentarci di dati forniti dalla parte interessata”.
Motivo per cui sono nate negli anni le varie audi. Anche perché uno spazio su Dazn – a rotazione – costa 159mila euro per 30 secondi, contro i 130mila del Tg5: a rigor di logica, quindi, perché l’investimento sia sensato gli ascolti delle partite dovrebbe essere superiori a quelli del Tg5.
Dazn per tranquillizzare il mercato ha deciso di farsi certificare i dati da Nielsen, ma la società di ricerca elaborerà numero forniti dalla società e non da soggetti terzi. A complicare ulteriormente il quadro sono i numeri dell’audience complessiva. Le 6 milioni di persone che hanno seguito la seconda giornata del campionato di Serie A - di cui l'80% sintonizzato su Dazn – sarebbero state ripartite in questo modo: 1,3 milioni su Sky, 2 milioni attraverso Timvision e 2,7 milioni via app.
2 - IL CALCIO SECONDO DAZN, UN ABBONATO SU QUATTRO LO GUARDA SUL CELLULARE
Estratto dell'articolo di Franco Vanni per “la Repubblica”
Più di un quarto dei tifosi connessi a Dazn ha visto le partite sul piccolo schermo di uno smartphone. Lo dicono i dati di ascolto delle prime due giornate di Serie A resi noti dal broadcaster, che testimoniano come la fruizione del calcio stia cambiando. Da un lato c'è il calo netto del pubblico televisivo, come anticipato ieri da Repubblica (da 6,7 miloni di spettatori tradizionali a 3,4 milioni a distanza di una stagione).
Dall'altra c'è la migrazione verso altri device. Via dal piccolo schermo per sceglierne uno ancora più piccolo: quello dello smartphone. Analizzando gli accessi alla piattaforma nelle 20 partite fin qui disputate, Dazn, che ha i diritti per trasmetterle tutte, rileva una percentuale fra il 27 e il 30 di connessioni tramite telefono.
Una quota fra il 65 e il 68 per cento ha scelto una smart tv o un televisore connesso con set top box o fire stick. Gli altri, circa il 5 per cento, hanno scelto tablet e pc. Dazn parla di «svolta rivoluzionaria premiata dal pubblico che ha avuto la possibilità di seguire, ovunque si trovasse, la propria squadra».
Quanto ai dati assoluti, rilevati da Nielsen tenendo conto di tutti i dispositivi, sono 4,3 milioni gli italiani che fra il 21 e il 23 agosto hanno seguito su Dazn le gare della prima giornata di campionato. Per la seconda, fra il 27 e il 29 agosto, l'audience è salita a 4,7 milioni.
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