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Lucy Draper per “Broadly”
leanne elliott ditta di pulizie forensi
In tv, nella serie “Spotless”, si vede lo specialista Jean Bastière che insieme alla sua squadra ripulisce le scene del crimine, ed è un orgasmo per i maniaci dell’ordine e della pulizia. Ma c’è chi questo lavoro lo fa davvero, e allora com’è togliere il sangue dal tappeto o annusare un corpo che giace esanime da tempo?
Leanne Elliott ha messo su un un’impresa di famiglia. Lei, il marito, i figli e il nipote, sono tutti arruolati nella “Traumatic Clean Ups”, che accorre quando ci sono suicidi, incidenti stradali, o anche solo accumulatori compulsivi. Lo stress c’è e la puzza si sente anche sotto la maschera, quando entri in una casa con il latte scaduto da 18 mesi o dove è steso un corpo da 18 settimane, con tanto di riscaldamento acceso e fluidi corporei filtrati nel pavimento poroso.
L’odore pungente ti fa avere una reazione fisica, ti prende alla gola, ma devi considerarlo un giorno come un altro in ufficio. Quando c’è un incidente stradale, la cosa si complica, perché oltre alle vittime, c’è il pubblico ficcanaso, un sacco di gente sulla scena e devi concentrarti: «Non puoi lasciare un pezzettino di corpo sull’asfalto, devi guardare bene e a fondo. Inoltre devi capire di che tipo di incidente si è trattato: una caduta, uno schianto, una decapitazione. Se è una decapitazione, la testa è rimbalzata e quindi il sangue lo devi cercare in più posti».
Da un po’ di tempo però Elliott ha smesso, lasciando l’azienda al resto della famiglia. E’ stato troppo ripulire le tracce di un bambino investito da un camion sulle strisce pedonali: «Ho fatto l’errore di vedere il telegiornale e seguire la storia. Ho appreso il nome del bambino e altri dettagli, e non sono più riuscita a lavorare».
Donna Nayler ha 30 anni e fa la parrucchiera part-time. Lavora come pulizia forense da sette anni, ispirata dal reality “How Clean is Your Crime Scene?”, che seguiva proprio la vita degli operatori del settore: «Ricordo ogni scena che ho ripulito ma una in particolare. Un uomo era tornato dal lavoro e aveva trovato una specie di olio sulla panca. Lo aveva tolto e se ne era andato a dormire. La mattina dopo la panca era coperta di sangue, caduto dal soffitto. Prima di arrivare lassù, già sentivo la puzza. Aperta la porta, non potevo crederci: un raggio di 20 metri di fluidi corporei, dal divano alla cucina, lungo il corridoio fino al piano di sotto. Il ragazzo era andato in overdose di crack e per due settimane era rimasto nell’appartamento».
Le dinamiche della morte a volte fanno più senso di un corpo senza vita, vedi la volta che la Nayler ha scoperto una donna che si era sparata alla testa al piano di sopra, lasciando al piano di sotto le due figlie di 4 e 6 anni. La cosa più triste? L’hanno trovata loro e coperta con della carta. Un’altra volta una ragazza era stata presa a randellate dal fidanzato, poi lui le aveva infilato la testa nel muro. La vittima aveva la stessa età, statura, peso, della Nayler, il che la fece immedesimare non poco.
SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA
Entrambe le operatrici del settore raccontano che il lavoro ti mostra quanta solitudine ci sia: spesso i coinquilini non si accorgono che c’è qualcosa di strano prima di una settimana. E’ un lavoro per chi ha stomaco forte e sensibilità. Se non altro si guadagna bene, fino al 2013 circa 38000 euro l’anno da dipendente. Ma una volta diventato esperto, se ti metti in proprio, incassi molto di più.
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