
FLASH! - DOPO IL GRAN CASINO DEI NUMERI DI TELEFONO DEI VERTICI DELLO STATO SBATTUTI SUL WEB, DA…
ATTENTO CAIRO! LE DONNE DEL “CORRIERE DELLA SERA” NON TI LASCIANO DORMIRE SONNI TRANQUILLI. TRENT’ANNI FA, AL “CORRIERE”, PER CONTARE LE DONNE TI BASTAVANO LE DITA DELLE MANI. RADDOPPIATE, TRIPLICATE E QUADRUPLICATE INCESSANTEMENTE NELL’ULTIMO DECENNIO, ORA HANNO INIZIATO A CONTESTARE ANCHE LA MINIMA NOMINA CHE NON LE VEDE PROTAGONISTE. MA UNA SAGACE GIORNALISTA SCIVOLA SUL GREEN PASS: “SI TRATTA DI DOCUMENTO PRIVATO. PERCHÉ DEVO INVIARLO?’’
DAGONEWS
Attento Cairo! Le donne del “Corriere della Sera” non ti lasciano dormire sonni tranquilli. Trent’anni fa, al “Corriere”, per contare le donne ti bastavano le dita delle mani.
Raddoppiate, triplicate e quadruplicate incessantemente nell’ultimo decennio, anche grazie a diverse mogli di giornalisti, talvolta vicedirettori, critici e inviati, talvolta grazie a figlie di ex giornalisti o parlamentari, talvolta mogli di ex presidenti del Consiglio…, costituiscono un corpus agguerritissimo della redazione.
La loro qualità ha spinto il giornale a sostenere il blog femminista con borsetta Prada “La 27ma ora”, l’iniziativa “Il tempo delle donne”, ricorrere a una donna per l’ultima nomina in direzione, avere una condirettrice che è anche direttrice di “Sette”, diverse capiredattrici di importanti settori, giovani “scrittrici” tra le collaboratrici, commentatrici di economia, quattro dei cinque membri del comitato sindacale… il tutto in cinque o sei anni.
E’ grazie a loro che giunge forte il favore verso la trasformazione dell’informazione, ad esempio il favore verso lo “smart-working”, che altrimenti quei pitecantropi di maschi resterebbero ancora legati alla vecchia logica di andare in redazione a lavorare.
La loro spiccata capacità critica (anche autocritica?) sta trasformando il paludato giornale borghese e forse “maschilista” e per questo non risparmia la coppia Cairo-Fontana a ogni decisione “non inclusiva”. Prendiamo quelle dell’ultima settimana. A causa dello spostamento di un caporedattore, il direttore ha operato nel modo più tradizionale delle logiche aziendali: il vice è diventato capo, il sottovice vicecapo…
Nessuna nuova iniziativa, niente di particolare: tre uomini spostati di un gradino. Ma le attente giornaliste, non l’hanno mica fatta passare liscia eh! Per una sera intera hanno inondata di email la redazione e il Cdr sottolineando l’assenza di personale femminile in questa operazione, che riguarda, in sostanza, la chiusura notturna al desk.
Poi, causa l’entrata in vigore del Decreto-Legge 7 gennaio 2022 n.1, che prevede l’obbligo per i datori di lavoro di verificare che il personale acceda nei luoghi di lavoro solamente se in possesso di un Green Pass Rafforzato, l’azienda ha chiesto ai giornalisti di trasmettere a un indirizzo di verifica il proprio Green pass.
“Si tratta di documento privato. Perché devo inviarlo? Sono disponibile a mostrarlo a chi di competenza, a entrare in una lista di over 50 con super green pass, ma non mando un mio documento privato”, ha subito attaccato via email la sagace giornalista a tutta la redazione. La stessa che aveva fatto lo sciopero della fame perché la “iniqua” azienda non la assumeva. “Non lo faccio vedere a nessuno”. Cioè, faceva vedere la bilancia, ma non il green pass.
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