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1. LA TV DI CAIRO È TORNATA “LA7 NANA”
DAGOREPORT
La rete di Cairo dopo un anno e mezzo è già tornata “La7 nana”? Era marzo 2013 quando l’editore piemontese ha rilevato il canale - pieno di debiti - da Telecom Italia, e l’effetto della nuova gestione si è sentito soprattutto sui conti: a forza di tagliare da tutte le parti, Urbanetto è riuscito a riportare le spese a un livello sostenibile.
Ma sul fronte degli ascolti, è stata un’emorragia continua. I programmi e i volti di punta che ha ereditato da Giovanni Stella, ex amministratore ‘canaro’ della rete, hanno perso per strada molti punti di share.
Santoro e il suo “Servizio Pubblico”, quando nella stagione 2012-2013 passò a La7, veleggiava sempre sopra il 12%, con il noto picco del 30% quando venne Berlusconi a spolverare sedie in trasmissione. Invece durante la scorsa stagione non ha mai visto la doppia cifra, e anche la sua sotto-creatura “AnnoUno” con Giulia Innocenzi, dopo un debutto brillante (10%) si è ripiegata verso percentuali medio-basse (5-6%).
Chicco Mentana, che tra la crisi del governo Berlusconi e l’arrivo di Rigor Montis (autunno 2011) portava a casa ascolti stupefacenti (mai sotto l’11%, con punte del 13-14%), da qualche mese fatica ad arrivare al 6%, e spesso scende sotto il 5%.
Corrado Formigli, Maurizio Crozza, Daria Bignardi, altri personaggi “ereditati”, hanno tutti subito dei cali, sebbene non marcati come Santoro-Mentana.
Le new entry volute da Cairo non sono andate meglio. Salvo Sottile ha dovuto chiudere il suo “Linea Gialla” dopo pochi mesi, per insufficienza di share, e Gianluigi Paragone lotta con gran determinazione (nonostante la rete lo sposti continuamente da una sera all’altra), ma oscilla sempre tra il 2,5 e il 4%. Rita Dalla Chiesa, che ha mollato Mediaset con la promessa di gestire il pomeriggio de La7, non è mai neanche andata in onda, e ha mandato all’indirizzo di Cairo ogni sorta di maledizione.
Il disastro totale si è avuto però con l’arrivo di Floris. Per lui Cairo ha sganciato 4 milioni e si è legato mani e piedi con un contratto triennale. Alla presentazione dei palinsesti, lo scorso luglio, immaginava che la sua striscia quotidiana portasse al tg di Mentana “un traino del 6% invece del 3% attuale”. Non l’avesse mai detto: a malapena “Flopis” è riuscito ad arrivare al 2%, e ha addirittura abbassato la media del canale. Ieri sera, con “DiMartedì” che ha debuttato con un misero 3,46%, si è capita l’entità dell’errore strategico.
Con Miss Italia è andata un po’ meglio (7,3%), anche se Cairo sperava che l’arrivo della Ventura portasse gli ascolti verso il 10%.
L’unica consolazione al momento sono tre donne: Myrta Merlino con “L’aria che tira” è andata sempre crescendo; Lilli Gruber ha mantenuto una buona media sopra il 5%, con picchi intorno al 7. La terza è Cristina Parodi: Cairo al suo arrivo non l’ha riconfermata, e questa scelta, visti gli ascolti tragici di questa stagione de “La vita in diretta”, si è rivelata azzeccata.
ENRICO MENTANA GIANLUIGI PARAGONE E SALVO SOTTILE AL BAR
Che succederebbe però se la Gruber, dopo la protesta anti-Floris che ha messo in piedi due sere fa, decidesse di mollare la rete?
2. LILLI GRUBER NON È ANDATA IN ONDA PER PROTESTA CONTRO CAIRO-FLORIS
Da "il Foglio"
Al direttore - Vedo che la grande stampa, chiamiamola così, liquida con una “breve” l’improvviso malore che ha impedito a Lilli Gruber di andare in onda lunedì sera con il suo “Otto e mezzo”, fiore all’occhiello de La7. Un uccellino solitamente bene informato mi dice che le cose sarebbero andate diversamente. Lilli non è andata in onda per protesta contro l’invadenza di Giovanni Floris.
BARBARA D URSO LUCA SOFRI E DARIA BIGNARDI
Il neo acquisto di Urbano Cairo aveva invitato in studio alle 19,40 (orario che è anche il titolo del suo programmino serale) la ministra Stefania Giannini per commentare l’apertura dell’anno scolastico. Di fatto, con quell’invito, Floris aveva bruciato “Otto e mezzo” che, alle 20,30 avrebbe voluto affrontare lo stesso tema, cioè la riforma della scuola. Questo grave affronto la Gruber non lo ha sopportato. E ha dato forfait.
crozza in versione landini e camusso dimartedi
Non solo. In un colloquio avuto a caldo con l’editore avrebbe fatto pesare la forza dei suoi ascolti (viaggia sopra il 5 per cento, mentre Floris, nella fascia quotidiana, non riesce a scavalcare il 2) e avrebbe anche paventato la possibilità di trasferirsi, con armi e bagagli, a Rai3 il cui direttore, a quanto si dice, la corteggia da tempo. Sembra che, nel corso della telefonata con Cairo, sarebbe stata sottolineata la dabbenaggine di avere chiamato il programma “19.40”, ricalcando in maniera pigra e ripetitiva, il modulo di “Otto e mezzo”.
Ma il programma della Gruber era stato chiamato così, mi pare da lei, al debutto, perché richiamava il grande Fellini, orario a parte. E questo Floris avrebbe dovuto saperlo.
Vittorio De Dominicis
RISPOSTA DI GIULIANO FERRARA: In bocca al lupo a Lilli, a Giovanni e a Urbano. D’altra parte, lo diceva mi pare Leo Longanesi, la colleganza è “odio vigilante”.
selfie giulia innocenzi daria bignardi myrta merlino
MYRTA MERLINO E BERLUSCONI jpeg
la prima puntata di dimartedi di floris
floris la7 19 e 40 6
dimartedi floris
cristina parodi e maria elena boschi
santoro berlusconi
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