DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
1.IL GELO DELL`AD: «RISENTITO CON VESPA»
M.A. per “Il Messaggero”
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Il bollino V. Inteso come Verdelli. E` il giornalista, Carlo Verdelli, che è stato chiamato nella nuova Rai di Antonio Campo Dall`Orto, per svolgere la carica di direttore editoriale dell`offerta informativa. Nel fuoco delle polemiche e degli attacchi politici, sindacali e istituzionali contro la partecipazione del figlio di Totò Riina a Porta a Porta, Verdelli ha visionato la puntata della trasmissione di Vespa e ha stampato il suo bollino di qualità. Per la messa in onda. Tutto facile e tutto risolto, dunque? Macchè. Dietro il via libera alla trasmissione, si sono consumati malumori e scontri.
LA RIUNIONE FIUME
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Innanzitutto una riunione fiume, lunghissima e travagliata, ieri pomeriggio, a Viale Mazzini. Riunione d`emergenza per cercare di capire come andava maneggiato questo caso scottante, che stava attirando e continua ad attirare polemiche contro la Rai. Così delicata la situazione da sbrogliare che - per partecipare a questa riunione con Verdelli e con il direttore di RaiUno, Fabiano - l`amministratore delegato Campo Dall`Orto ha rinunciato ad andare a Perugia, al festival del giornalismo di cui doveva essere guest star, proprio per parlare del rapporto tra cronaca nera e televisione.
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Insomma, in qualche modo, CDO - questo il soprannome derivante dalle iniziali del suo cognome - ha trattato il tema di Perugia restando a Roma, ossia applicandosi alla delicatezza del caso Rilna. Riunione fiume, Verdelli che tratta con Vespa, visiona la registrazione della puntata e dà il suo ok. Rivendicandolo così, nelle conversazioni ai piani alti di Viale Mazzini: «Ho visto la trasmissione, mi è sembrato che sia stata fatta in maniera corretta e ho dato il via libera».
E ancora: «Del resto, proprio per svolgere questo compito di valutazione dell`informazione che facciamo in Rai sono stato assunto qui». L`irritazione comunque è forte nel quartier generale della tivvù pubblica. CDO non ha avuto nessun contatto, durante la giornata, con Vespa, e lo descrivono «risentito» nei confronti del giornalista e conduttore di Porta a Porta.
CDO - spiega chi lo ha sentito in queste ore - aveva più di qualche dubbio sull`opportunità della partecipazione tivvù del figlio del capo dei capi. Tenendo anche conto del rischio che la puntata potesse diventare un trampolino di lancio pubblicitario per il libro di cui è autore RiMa junior, che non solo è figlio del super-boss ma a sua volta è stato condannato per mafia e ha trascorso otto anni in prigione.
NO CENSURE
CDO, secondo chi ci ha parlato, così ha spiegato il suo «risentimento»: «Io non sto certo qui per fare il censore. Non voglio essere quello che decide che cosa va o non va in onda. C`è una catena editoriale che deve assumersi le sue responsabilità. Insomma, l`ad non ce l`ha in alcun modo con Fabiano e Verdelli, che svolgono il loro compito, ma con Vespa che ha innescato la grande bufera politica che per tutta la giornata ha agitato non poco le stanze che contano nel pianeta Rai. E oggi, dopo che la trasmissione con il figlio del capo dei capi sarà andata in onda, il fuoco delle polemiche non si attenuerà. Ma l`occhio sarà anche sullo share che questa puntata di Porta a Porta avrà ottenuto.
2.MAFIA: MAGGIONI, SEQUESTRARE I DIRITTI DEL LIBRO DI RIINA JUNIOR
(AGI) - "Lo Stato sequestri i diritti del libro di questo signore come beni di provenienza mafiosa per poi destinarli alla lotta contro la mafia". Lo dice in una intervista ad Avvenire,il presidente della Rai Monica Maggioni intervenendo sul caso Porta a Porta. "C'e' il servizio pubblico. E c'e' la storia del nostro Paese e la ferita che la mafia rappresenta. Nel servizio pubblico - aggiunge - e per i giornalisti del servizio pubblico, la vittima e l'aguzzino non possono avere stessa dignita' di racconto a meno di non considerare sullo stesso piano la mafia e chi lotta contro la mafia".
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Per Maggioni, "sentire quel racconto in cui il figlio non giudica e non condanna il padre e' difficile da sopportare. Vorrei vedere, invece di ascoltare le sue elucubrazioni, molta piu' attenzione quotidiana per le storie - quelle si' eroiche - dei cronisti minacciati dalla mafia. E vorrei che a fare quelle domande a Riina junior potessero essere i figli delle vittime della mafia, i protagonisti delle storie spezzate, perche' il servizio pubblico non ha incertezze e non subisce fascinazioni, e' dalla loro parte. La Rai racconta da sempre le storie dell'antimafia e continuera' a farlo".
3.RAI: FRECCERO, SGUARDO RIINA JR SU CAPACI E' IL SOLO ATTIMO DI VERITA'
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(AdnKronos) - "Lo sguardo di Salvo Riina, da straniero, completamente privo di empatia, mentre scorrevano le immagini della strage di Capaci è il solo attimo di verità di questa intervista, uno sguardo che chiarisce e denuncia cos'è la mafia". A parlare così dell'intervista al figlio di Totò Riina andata in onda ieri sera a 'Porta a Porta' è Carlo Freccero, dirigente televisivo di lungo corso e attuale consigliere d'amministrazione della Rai.
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"Io -dice Freccero- non sono mai per la censura preventiva. Avevo grandi perplessità su questa intervista ma se serviva a portare verità... L'altra cosa che rimane, oltre allo sguardo dell'intervistato e al suo essere ancora soggiogato dal 'capo dei capi', è la conferma che la tv è peggio dell'eroina: ti divora. Io capisco Vespa: per lui quest'intervista è un'altra pietra miliare della sua carriera.
Non c'entra lo share, non è un'intervista fatta per lo share, non era quello che interessava a Vespa in questo caso: per lui è piuttosto un'altra pagina del suo diario, un'intervista inevitabile. Dopo la sparizione di Santoro e Costanzo, Vespa è rimasto il solo testimone della storia televisiva dell'Italia. E il materiale di ieri è valido per capire cosa vuol dire essere mafioso e per ribadire che la mafia esiste", sottolinea Freccero. Quanto alla convocazione dei vertici Rai da parte della commissione Antimafia, la cui presidente Rosi Bindi si era detta profondamente contraria l'intervista, Freccero invita a rifuggire dalle ipocrisie:
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"Io Vespa lo capisco. Chiunque fa tv o fa il giornalista non avrebbe rifiutato quell'intervista. Certo, questa vicenda è una di quelle che fa capire quanto sia difficile il nostro lavoro, anche perché la tv impone dei termini del discorso che cancellano tutti gli altri". "Qualcuno -prosegue Freccero- argomenterà che così Vespa diventa un involontario agente del libro ma a me francamente mi fa molto più effetto quando Vespa dice al ministro Boschi 'lei è molto tosta' e lei replica 'Renzi è ancora più tosto'. Ecco, se proprio dobbiamo riflettere su un effetto collaterale di questa intervista, direi che è servita ai giornali per ridurre lo spazio sulle contestazioni del premier a Napoli e sullo scandalo petroli", conclude.
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